Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Annunciato nuovo esame del sangue per individuare l'Alzheimer

Scienziati del Medical Center della University of Texas Southwestern hanno aiutato a sviluppare una nuova tecnologia per diagnosticare l'Alzheimer partendo da campioni di sangue, molto prima della comparsa dei sintomi.

I ricercatori prevedono che questa tecnologia preliminare, che utilizza molecole sintetiche per ricercare e individuare gli anticorpi specifici per la malattia, potrebbe anche essere utilizzata per lo sviluppo di biomarcatori specifici per una serie di altre malattie e condizioni difficili da diagnosticare, tra cui il morbo di Parkinson e le malattie correlate al sistema immunitario, come la sclerosi multipla e il lupus.

"Una delle grandi sfide nel trattamento di pazienti con Alzheimer è che una volta comparsi i sintomi, è troppo tardi. Non si può tornare indietro nel tempo", ha affermato Dwight German, professore di psichiatria e autore del documento pubblicato nel numero del 7 gennaio di Cell. "Se possiamo trovare un modo per diagnosticare la malattia nelle sue prime fasi prima che cominci il deterioramento cognitivo potremmo essere in grado di fermarlo nel suo percorso attraverso lo sviluppo di nuove strategie di trattamento".

Brain image

Poiché i pazienti con Alzheimer (AD), evidenziano l'attivazione del sistema immunitario e la neurodegenerazione in numerose regioni cerebrali, i ricercatori nello studio hanno ipotizzato che ci possono essere numerosi anticorpi nel siero di pazienti affetti che sono specifici della malattia e che possono servire come biomarcatori.

Sostanze antigene come le proteine da un virus o batterio che innescano una risposta immunitaria, sono stati necessari tradizionalmente per la scoperta di biomarcatori di anticorpi. Non è stato possibile in precedenza individuare un anticorpo (un tipo di molecola immunitaria specifica) senza prima conoscere l'antigene che scatena la sua produzione.

Il nuovo studio, tuttavia, sfida le conoscenze convenzionali e utilizza molecole di sintesi (peptoidi) piuttosto che gli antigeni per individuare correttamente i segni della malattia nei campioni di sangue del paziente. Questi peptoidi hanno molti vantaggi: possono essere modificati facilmente e possono essere prodotti rapidamente in quantità relativamente grandi a costi inferiori.

Il sistema immunitario adattativo è ritenuto una ricca fonte di biomarcatori proteici, ma gli anticorpi utili alla diagnosi restano ancora da scoprire per un gran numero di malattie, ha detto il dottor German. Questo è, in parte, perché sono sconosciuti gli antigeni che scatenano una risposta immunitaria in molte malattie. La tecnologia alla base di questa scoperta è essenzialmente un lettore del sistema immunitario, che è stato progettato per individuare gli anticorpi senza sapere in anticipo quali cercare.

I ricercatori hanno utilizzato una libreria combinata di diverse migliaia di peptoidi per individuare i campioni di siero da topi affetti da sintomi simili alla sclerosi multipla, così come da topi sani di controllo. I peptoidi particolari che hanno trattenuto più anticorpi dai campioni di sangue degli animali malati sono stati identificati come potenziali agenti diagnostici per l'acquisizione di molecole utili.

I ricercatori hanno poi esaminato campioni di siero di sei pazienti AD, sei pazienti sani e sei pazienti affetti da Parkinson. Tre peptoidi sono stati identificati  per aver catturato sei volte i livelli di anticorpi IgG in tutti i pazienti di Alzheimer rispetto al gruppo di controllo o ai pazienti del Parkinson. Due dei peptoidi legano gli stessi anticorpi IgG, mentre il terzo si legano a anticorpi diversi; questo significa che ci sono almeno due biomarcatori candidati per l'AD. Utilizzando una serie supplementare di 16 soggetti di controllo normali e 10 soggetti allo stato molto precoce di Alzheimer, i tre candidati biomarcatori hanno identificato l'AD con il 90 percento di precisione. "I risultati di questo studio, anche se preliminari, mostrano il grande potenziale di diventare un punto di riferimento", ha detto il Dott. German.

Altri ricercatori coinvolti nello studio erano il Dott. Ramon Diaz-Arrastia (professore di neurologia e neuroterapeutica), Steven Connell (tecnico di ricerca), il Dr. Linda Hynan (professore di scienze cliniche), l'autore principale ed ex UT Southwestern Dr. Thomas Kodadek (ora al Scripps Florida Research Institute), il Dr. Anne Gocke (ex collega postdottorato nel campo della medicina traslazionale), e ricercatori dell'Opko Health Laboratories.

 


Fonte: UT Southwestern Medical Center

Pubblicato su BiomedME.com 13 febbraio 2011 

Traduzione di Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi, eventualmente citati nell'articolo, sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: questo articolo non si propone come terapia o dieta; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo.


Notizie da non perdere

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

10 cose da non fare con i malati di Alzheimer

10.12.2015 | Esperienze & Opinioni

Mio padre aveva l'Alzheimer.

Vederlo svanire è stata una delle esperienze più difficili d...

Nuove case di cura: 'dall'assistenza fisica, al benessere emotivo�…

5.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Helen Gosling, responsabile delle operazioni della Kingsley Healthcare, con sede a Suffo...

Il litio potrebbe spiegare, e trattare, l'Alzheimer?

19.08.2025 | Ricerche

Qual è la prima scintilla che innesca la marcia ruba-memoria del morbo di Alzheimer (MA)...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Gas xeno potrebbe proteggere dall'Alzheimer, almeno nei topi; previsti te…

30.01.2025 | Ricerche

Molti dei trattamenti perseguiti oggi per proteggere dal morbo di Alzheimer (MA) sono co...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Dana Territo: 'La speranza può manifestarsi da molte fonti nella cerchia …

14.01.2025 | Esperienze & Opinioni

Come trovi speranza nel nuovo anno con una diagnosi di Alzheimer?

Avere speranza...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

[Greg O'Brien] Scoprire la grazia dell'imperfezione: apprezzare la l…

11.11.2025 | Voci della malattia

"Scrivi in ​​modo forte e chiaro ciò che fa male" (attribuito a Ernest Hemingway)

<...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)