Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Declino cognitivo dipende dall'energia disponibile per le sinapsi

I cambiamenti nel sistema nervoso e il declino cognitivo dipendente dall'età sono strettamente legati, ma fino a poco tempo fa si pensava che derivassero dalla perdita di neuroni in aree come la corteccia prefrontale, la parte del cervello importante nella memoria di lavoro.


Una serie di documenti di ricerca ha dimostrato che il concetto di "perdita di neuroni" semplicemente non è vero. Ora scienziati del Mount Sinai hanno cominciato a guardare altrove, concentrandosi invece sulla salute sinaptica della corteccia prefrontale. Il loro lavoro, pubblicato online nel numero del 2 Dicembre della rivista peer-reviewed Proceedings of National Academy of Sciences, dimostra che la salute sinaptica nel cervello è strettamente legata al declino cognitivo. Inoltre, gli scienziati mostrano che gli estrogeni ripristinano la salute sinaptica e migliorano anche la memoria di lavoro.


"Siamo sempre più convinti che, per prevenire il declino cognitivo correlato all'età e all'Alzheimer, è di fondamentale importanza mantenere la salute sinaptica quando invecchiamo, piuttosto che recuperare la cognizione più tardi", ha detto l'autore senior dello studio, John Morrison, PhD, docente di Scienze di Base e professore del Dipartimento Fishberg di Neuroscienze e del Friedman Brain Institute, alla Scuola di Medicina Icahn del Mount Sinai Medical Center di New York.


Lo studio ha associato una scarsa memoria di lavoro nelle scimmie rhesus, giovani e anziane, ad una maggiore incidenza di mitocondri malformati nei terminali presinaptici. In particolare, questi terminali contenenti mitocondri a forma di ciambella formano dei contatti sinaptici più piccoli e più deboli, rispetto a quelli con mitocondri sani o rettilinei. Sia la memoria di lavoro che la malformazione dei mitocondri sono stati invertiti dal trattamento con estrogeni.


"Ci siamo entusiasmati nel vedere che la presenza di questi mitocondri a forma di ciambella può essere invertita con gli estrogeni, che hanno effetti antiossidanti riconosciuti", ha detto Yuko Hara, PhD, primo ricercatore, e Assistante Professore al Dipartimento di Neuroscienze Fishberg, nella Scuola di Medicina Icahn del Mount Sinai.


I ricercatori hanno studiato 29 scimmie Rhesus giovani e anziane, addestrate ad eseguire un test della memoria di lavoro denominato Test di Risposta Ritardata (Delayed Response Test). Hanno poi esaminato i mitocondri della corteccia prefrontale, in particolare quelli che forniscono energia alle sinapsi, e il loro ruolo nella memoria di lavoro. La memoria di lavoro richiede un'attivazione ad alto consumo di energia delle cellule nervose nella corteccia prefrontale, attraverso la complessa disposizione delle sinapsi che interconnettono le cellule nervose.


Ha aiutato a dirigere questa ricerca Peter R. Rapp, PhD, del Laboratory of Behavioral Neuroscience del National Institute on Aging a Baltimora nel Maryland, e hanno collaborato Frank Yuk, Rishi Puri, e William GM Janssen, dalla Scuola di Medicina Icahn del Mount Sinai. I test cognitivi sulle scimmie sono stati effettuati dal California National Primate Research Center della University of California Davis. Il National Institute on Aging ha finanziato la ricerca.

 

 

 

 

 


Fonte: Mount Sinai Medical Center, via Newswise.

Riferimenti: Y. Hara, F. Yuk, R. Puri, W. G. M. Janssen, P. R. Rapp, J. H. Morrison. Presynaptic mitochondrial morphology in monkey prefrontal cortex correlates with working memory and is improved with estrogen treatment. Proceedings of the National Academy of Sciences, 2013; DOI: 10.1073/pnas.1311310110

Pubblicato in newswise.com (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Ricetta per una vita felice: ingredienti ordinari possono creare lo straordina…

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Se potessi porre ad ogni essere umano sulla Terra una domanda - qual è la ricetta per un...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Questo approccio di medicina di precisione potrebbe aiutarti a ritardare la de…

5.12.2025 | Ricerche

Secondo un nuovo studio condotto alla Università della California di San Francisco, la c...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Il cammino può invertire l'invecchiamento del cervello?

2.09.2021 | Esperienze & Opinioni

Il cervello è costituito principalmente da due tipi di sostanze: materia grigia e bianca...

[Domenic Praticò] Consigli pratici per diventare un super-anziano

1.12.2025 | Esperienze & Opinioni

Quando si parla di invecchiamento, sappiamo che esso non è un processo uniforme e uguale per tutt...

Come evitare che la demenza derubi i tuoi cari del loro senso di personalità, …

25.11.2025 | Esperienze & Opinioni

Ogni tre secondi, qualcuno nel mondo sviluppa la demenza; sono oltre 57 milioni di perso...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)