Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Viaggi spaziali possono fare danni al cervello: prolungata esposizione a radiazione cosmica accelera l'Alzheimer

Come se i viaggi nello spazio non fossero già abbastanza pieni di pericoli, un nuovo studio uscito il 30 Dicembre sulla rivista PLoS ONE dimostra che la radiazione cosmica - che bombarda gli astronauti in missione nello spazio profondo in posti come Marte - potrebbe accelerare l'insorgenza dell'Alzheimer.

"La radiazione cosmica galattica costituisce una grave minaccia per gli astronauti futuri", ha detto Kerry O'Bannion M., MD, Ph.D., professore del Medical Center (URMC), Dipartimento di Neurobiologia e Anatomia, dell'Università di Rochester e autore senior dello studio.


Rappresentazione artistica di una missione umana su Marte. (Credit: NASA/Pat Rawlings, SAIC)


"La possibilità che l'esposizione alle radiazioni nello spazio, possa dare origine a problemi di salute come il cancro è da tempo riconosciuto. Tuttavia, questo studio dimostra per la prima volta che l'esposizione a livelli di radiazione equivalenti a una missione su Marte potrebbe produrre problemi cognitivi e accelerare i cambiamenti nel cervello che sono associati all'Alzheimer".


Anche se lo spazio è pieno di radiazioni, il campo magnetico terrestre protegge il pianeta in generale e le persone in orbita bassa terrestre da queste particelle. Tuttavia, una volta che gli astronauti lasciano l'orbita, sono esposti a una pioggia costante di varie particelle radioattive. Con cautele appropriate, gli astronauti possono essere schermati dalle radiazioni pericolose associate alle eruzioni solari. Ma ci sono anche altre forme di radiazione cosmica che non possono essere bloccate efficacemente per tutti gli effetti.


Poiché questa radiazione esiste a bassi livelli, più un astronauta resta nello spazio profondo, maggiore è l'esposizione. Questa è una preoccupazione per la NASA visto che l'agenzia sta progettando missioni con equipaggio verso un asteroide lontano nel 2021, e verso Marte nel 2035. Il viaggio di andata e ritorno verso il pianeta rosso, in particolare, potrebbe richiedere fino a tre anni.


Da oltre 25 anni, la NASA finanzia la ricerca per determinare i rischi sanitari potenziali dei viaggi nello spazio, nel tentativo di sviluppare sia le contromisure, che determinare se i rischi autorizzino l'invio di uomini e donne in missioni spaziali prolungate nello spazio profondo. Da allora, diversi studi hanno dimostrato il potenziale impatto cancerogeno, cardiovascolare, e muscolo-scheletrico della radiazione cosmica galattica.


Lo studio pubblicato ora esamina per la prima volta il potenziale impatto delle radiazioni spaziali sulla neurodegenerazione, in particolare, sui processi biologici nel cervello che contribuiscono allo sviluppo dell'Alzheimer. O'Bannion - la cui ricerca si concentra sul modo in cui le radiazioni colpiscono il sistema nervoso centrale - e il suo team lavorano con la NASA da più di otto anni. I ricercatori hanno studiato l'impatto di una particolare forma di radiazione chiamata particelle ad alta massa e ad alta carica (HZE).


Queste particelle - sparate nello spazio a velocità molto elevata dalla forza delle stelle esplose - sono presenti in molte forme diverse. Per questo studio il ricercatore ha scelto le particelle di ferro. A differenza dei protoni di idrogeno, prodotti dalle eruzioni solari, la massa delle particelle HZE come il ferro, combinata con la velocità, consente loro di penetrare oggetti solidi come le pareti e l'involucro protettivo di un veicolo spaziale. "Poiché le particelle di ferro producono un impatto violento, è estremamente difficile da un punto di vista ingegneristico proteggersi da esse in modo efficace", ha detto O'Bannion. "Bisognerebbe inglobare un veicolo spaziale in un blocco di piombo o cemento spesso un metro e ottanta cm".


Una parte della ricerca è stata condotta al Laboratorio di Radiazione Spaziale della NASA al Brookhaven National Laboratory di Long Island. La NASA ha situato le sue operazioni di ricerca a Brookhaven per approfittare degli acceleratori di particelle del laboratorio, che - facendo collidere insieme la materia a velocità molto elevata - può riprodurre le particelle radioattive presenti nello spazio.


I ricercatori volevano capire in particolare se l'esposizione alle radiazioni abbia il potenziale di accelerare gli indicatori biologici e cognitivi dell'Alzheimer, in particolare nei soggetti che potrebbero essere predisposti a sviluppare la malattia. Per fare questo si è scelto di studiare l'impatto su modelli animali della malattia. Questi modelli particolari sono stati ampiamente studiati e gli scienziati conoscono la tempistica precisa di progressione della malattia nel tempo.


A Brookhaven, gli animali sono stati esposti a varie dosi di radiazioni, compresi livelli paragonabili a quello che gli astronauti subirebbero durante una missione su Marte. Tornati a Rochester, un team di ricercatori - tra cui Jonathan Cherry, studente laureato del URMC che è il primo autore dello studio - ha valutato l'impatto cognitivo e biologico dell'esposizione. I topi sono stati sottoposti una serie di esperimenti in cui dovevano ricordare oggetti o luoghi specifici. I ricercatori hanno osservato che i topi esposti alle radiazioni avevano molta più probabilità di fallire in questi compiti - indicando un danno neurologico - prima che appaiono questi sintomi di solito.


Il cervello dei topi mostra segni di alterazioni vascolari e un maggiore accumulo di amiloide-beta, le "placche" di proteine che si accumulano nel cervello, e che è uno dei tratti distintivi della malattia. "Questi risultati indicano chiaramente che l'esposizione alle radiazioni nello spazio è in grado di accelerare lo sviluppo dell'Alzheimer", ha detto O'Bannion. "Questo è un fattore ulteriore che la NASA, che è chiaramente preoccupata per i rischi alla salute degli astronauti, dovrà tenere in considerazione quando programma missioni future".


Altri co-autori sono Jacqueline Williams, Ph.D., e John Olschowka, Ph.D., del URMC e Bin Liu, Ph.D., Jeffrey Frost, e Cynthia Lemere, Ph.D. della Harvard Medical School. Lo studio è stato finanziato dalla NASA.

 

 

 

 

***********************
Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

***********************
Fonte: Materiale del University of Rochester Medical Center.

Riferimento:
Jonathan D. Cherry, Bin Liu, Jeffrey L. Frost, Cynthia A. Lemere, Jacqueline P. Williams, John A. Olschowka, M. Kerry O'Banion. Galactic Cosmic Radiation Leads to Cognitive Impairment and Increased Aβ Plaque Accumulation in a Mouse Model of Alzheimer's Disease. PLoS ONE, 2012; 7 (12): e53275 DOI: 10.1371/journal.pone.0053275.

Pubblicato in ScienceDaily il 31 Dicembre 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:



Notizie da non perdere

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Come rimodellare con le arti l'assistenza alla demenza

14.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Da bambina, Anne Basting è andata a trovare la nonna nella casa di riposo. 'Impressionante' è la ...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Cosa accade nel cervello che invecchia

11.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Il deterioramento del cervello si insinua sulla maggior parte di noi. Il primo indizio p...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

[Greg O'Brien] Scoprire la grazia dell'imperfezione: apprezzare la l…

11.11.2025 | Voci della malattia

"Scrivi in ​​modo forte e chiaro ciò che fa male" (attribuito a Ernest Hemingway)

<...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Gas xeno potrebbe proteggere dall'Alzheimer, almeno nei topi; previsti te…

30.01.2025 | Ricerche

Molti dei trattamenti perseguiti oggi per proteggere dal morbo di Alzheimer (MA) sono co...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.