Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Pensare di dare, non di ricevere, motiva le persone ad aiutare gli altri

Conta le tue benedizionicount_blessingsCi viene spesso detto di 'contare le nostre benedizioni' ed essere grati per quello che abbiamo. E la ricerca dimostra che così facendo diventiamo più felici.

Ma questo farà davvero cambiare il nostro comportamento verso gli altri?


Un nuovo studio pubblicato su Psychological Science, una rivista della Association for Psychological Science, suggerisce che pensare a quello che abbiamo dato, piuttosto che ciò che abbiamo ricevuto, ci può portare ad essere più disponibili verso gli altri.


I ricercatori Adam Grant della Wharton School della University of Pennsylvania e Jane Dutton della The Ross School of Business all'Università del Michigan hanno voluto capire come la riflessione, in forma di scrittura espressiva, può influenzare il comportamento prosociale. Essi hanno osservato che quando riflettiamo su ciò che abbiamo ricevuto da un'altra persona, potremmo sentire l'obbligo di aiutare quella persona, ma la motivazione di aiutare non si estende necessariamente ad altre persone. E riflettere su ciò che abbiamo ricevuto da altri può anche farci sentire dipendenti e debitori.


I ricercatori si sono chiesti se, pensare ai momenti in cui abbiamo dato agli altri, potrebbe essere più efficace nel promuovere il dare aiuto. Hanno ipotizzato che riflettere sul dare potrebbe portare una persona a vedere se stessa come un benefattore, rafforzando la sua identità di persona disponibile a prendersi cura, e motivare il suo agire a beneficio di altri.

 

  1. Nel primo esperimento, i ricercatori hanno studiato le persone con il compito di raccogliere fondi, il cui lavoro era sollecitare donazioni da parte di alunni per sostenere diversi programmi in una università. I ricercatori hanno diviso in modo casuale i raccoglitori di fondi in due gruppi: un gruppo ha scritto le annotazioni cronologiche di esperienze recenti di sentirsi grati per ricevere una prestazione e l'altro gruppo ha scritto gli stessi dati sulle esperienze recenti in cui hanno dato un contributo che ha permesso ad altre persone di sentirsi grati.

    Grant e Dutton hanno quindi misurato quante chiamate hanno effettuato questi raccoglitori di fondi ogni ora nelle due settimane prima e nelle due settimane dopo la settimana che hanno passato a fare le registrazioni. Poiché i raccoglitori di fondi erano pagati una tariffa oraria fissa, senza obiettivi di raccolta fondi o incentivi, il numero di chiamate che hanno fatto rifletteva uno sforzo volontario per aiutare a raccogliere fondi per l'università.

    Come ipotizzato dai ricercatori, i raccoglitori di fondi che hanno scritto di aver dato, anche solo per due o tre giorni, hanno incrementato le loro chiamate ogni ora di oltre il 29% nelle due settimane successive. I raccoglitori di fondi che hanno scritto di aver ricevuto, invece, non hanno mostrato alcun cambiamento nel numero delle chiamate effettuate ogni ora.

  2. In un secondo esperimento, i ricercatori hanno assegnato in modo casuale gli studenti universitari ad un gruppo di tre, chiedendo loro di elencare tre modi in cui avevano aiutato recentemente, elencare tre modi in cui avevano da poco ricevuto un aiuto, o elencare tre diversi alimenti che avevano mangiato nell'ultima settimana.

    Quando i partecipanti sono arrivati al laboratorio comportamentale dell'università dopo poche settimane per ritirare il pagamento per la partecipazione allo studio, hanno ricevuto un modulo per descrivere il terremoto e lo tsunami del 11 Marzo 2011 in Giappone. Nel modulo, ai partecipanti è stato chiesto se avrebbero voluto donare una qualsiasi parte del loro compenso di 5 dollari ad un fondo di soccorso per il terremoto.

    Complessivamente, il 26% dei partecipanti ha donato una certa somma di denaro. Come nei risultati del primo esperimento, i partecipanti che riflettono sul dare erano significativamente più propensi a donare (46,15%) rispetto a quelli nella condizione sia di beneficiari (21,43%) che di controllo (13,33%).

 

Grant e Dutton credono che i risultati di questi due esperimenti abbiano importanti implicazioni nel mondo reale. "Aiutare, dare, fare volontariato, e altre azioni intraprese per dare benefici agli altri, hanno un ruolo cruciale nella tutela della salute, nel promuovere l'istruzione, nella lotta contro la povertà e la fame, e nel dare aiuti in caso di catastrofi", scrivono i ricercatori.


Questa nuova ricerca suggerisce che l'auto-riflessione sul dare può essere un potente strumento per motivare comportamenti di aiuto e volontariato che danno benefici agli individui e alle comunità. Quando riflettiamo sulle esperienze positive, può valere la pena pensare a quello che abbiamo dato ad altri - non solo a quello che abbiamo ricevuto.

http://karladawn.files.wordpress.com/2011/03/give-and-take.jpg

 

 

 

***********************
Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

***********************
Fonte: Materiale della Association for Psychological Science.

Riferimento:
Adam Grant and Jane Dutton. Beneficiary or Benefactor: The Effects of Reflecting about Receiving versus Giving on Prosocial Behavior. Psychological Science, 2012.

Pubblicato
in ScienceDaily il 10 Agosto 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:



Notizie da non perdere

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

I dieci psicobiotici di cui hai bisogno per un cervello felice

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Psicobiotici? Cosa sono gli psicobiotici?? Bene, cosa penseresti se io dicessi che la tu...

Il cammino può invertire l'invecchiamento del cervello?

2.09.2021 | Esperienze & Opinioni

Il cervello è costituito principalmente da due tipi di sostanze: materia grigia e bianca...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Dana Territo: 'La speranza può manifestarsi da molte fonti nella cerchia …

14.01.2025 | Esperienze & Opinioni

Come trovi speranza nel nuovo anno con una diagnosi di Alzheimer?

Avere speranza...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.