Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Confermato legame tra resistenza all'insulina (diabete) e stress neuronale di Alzheimer

Suzanne De la MonteSuzanne de la Monte (foto), MD, ricercatrice del Rhode Island Hospital ha trovato un legame tra la resistenza all'insulina del cervello (diabete) e due altri mediatori chiave di danno neuronale che aiutano l'Alzheimer (AD) a propagarsi.

La ricerca ha scoperto che, dopo l'insorgenza dell'AD, c'è bisogno di sforzi terapeutici che funzionino per ridurre la produzione di tossine nel cervello.


Lo studio "Dysfunctional Pro-Ceramide, ER Stress, and Insulin/IGF Signaling Networks with Progression of Alzheimer's Disease" è stato pubblicato nel supplemento del 22 Giugno 2012 del Journal of Alzheimer Disease. L'Alzheimer è una delle demenze degenerative più comuni, e più di 115 milioni di nuovi casi sono previsti in tutto il mondo nei prossimi 40 anni. L'Alzheimer e le altre malattie neurodegenerative distruggono il cervello fino a quando i pazienti alla fine soccombono.


Esistono evidenze cliniche e sperimentali che il trattamento con agenti sensibilizzanti dell'insulina o con insulina può migliorare le funzioni cognitive e in alcuni casi aiutare a rallentare il tasso di declino cognitivo in AD. Al fine di arrestare efficacemente il processo di neurodegenerazione, bisogna capire le forze che fanno progredire e perpetuare la malattia, in particolare per quanto riguarda il progressivo deterioramento della resistenza all'insulina/IGF del cervello. "L'insulino-resistenza cerebrale (diabete) assomiglia molto al normale diabete", ha detto de la Monte. "Dal momento che i problemi di fondo continuano ad essere quasi gli stessi, crediamo che lo sviluppo di nuove terapie potrebbero essere applicabili a tutti i tipi di diabete, compreso l'Alzheimer, al quale ci riferiamo come diabete di tipo III".


E continua: "Questo studio sottolinea che, una volta che c'è insorgenza di AD, gli sforzi terapeutici dovrebbero puntare a vari percorsi differenti, non a uno solo. Il motivo è che insorge un ciclo di feedback positivo, facendo progredire l'AD. Dobbiamo spezzare il circolo vizioso. Può aiutare il ripristino della reattività all'insulina e la deplezione dell'insulina, ma abbiamo bisogno di ridurre lo stress del cervello e riparare i problemi metabolici che fanno produrre tossine al cervello". In definitiva, questi risultati contribuiranno ad espandere sia il modo di individuare che quello di trattare l'AD.


Una crescente evidenza supporta il concetto che l'AD sia fondamentalmente una sindrome metabolica che porta ad anomalie legate all'insulina del cervello e resistenza al fattore di crescita insulino-simile (IGF). Nell'AD, la resistenza e le carenze dell'insulina cerebrale e dell'IGF iniziano presto e peggiorano con la gravità della malattia. La logica dietro la progressione della malattia è che l'insulino-resistenza deregolamenta il metabolismo lipidico e promuove l'accumulo di ceramide, aumentando così l'infiammazione e il metabolismo lipidico, causando l'accumulo di ceramidi tossiche nel cervello. Il risultato finale è l'aumento dello stress che minaccia la sopravvivenza e la funzionalità dei neuroni nel cervello.


Il presente studio è stato progettato per ottenere una migliore comprensione di come la resistenza all'insulina del cervello diventa progressiva e contribuisce alla neurodegenerazione in AD, concentrandosi sui ruoli di ceramidi e stress. I ricercatori hanno studiato gli stessi campioni di tessuto cerebrale usati in precedenza per dimostrare la degenerazione progressiva nella segnalazione dell'insulina / IGF cerebrale con gravità crescente dell'AD.


Lo studio è stato finanziato dai National Institutes of Health (assegnazioni # R01 AA11431, AA12908, AA16126). L'affiliazione principale della De la Monte è con il Rhode Island Hospital, un ospedale che fa parte del sistema sanitario Lifespan di Rhode Island. Ha anche un incarico accademico alla Warren Alpert Medical School della Brown University. La ricerca è pienamente supportata dal Rhode Island Hospital e dal

 

 

 

 

***********************
Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

***********************
Fonte: Materiale della Lifespan, via EurekAlert!, a service of AAAS.

Riferimento: Suzanne M. de la Monte, Edward Re, Lisa Longato, Ming Tong. Dysfunctional Pro-Ceramide, ER Stress, and Insulin/IGF Signaling Networks with Progression of Alzheimer's Disease. Journal of Alzheimer's Disease, June 22, 2012, supplement; DOI: 10.3233/JAD-2012-111728.

Pubblicato in ScienceDaily il 26 Giugno 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:



Notizie da non perdere

È lo scopo o il piacere la chiave della felicità mentre invecchiamo?

19.11.2021 | Esperienze & Opinioni

I benefici di avere un senso di scopo nella vita sono davvero incredibili. Le persone co...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Gas xeno potrebbe proteggere dall'Alzheimer, almeno nei topi; previsti te…

30.01.2025 | Ricerche

Molti dei trattamenti perseguiti oggi per proteggere dal morbo di Alzheimer (MA) sono co...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Cosa accade nel cervello che invecchia

11.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Il deterioramento del cervello si insinua sulla maggior parte di noi. Il primo indizio p...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Come rimodellare con le arti l'assistenza alla demenza

14.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Da bambina, Anne Basting è andata a trovare la nonna nella casa di riposo. 'Impressionante' è la ...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Tre modi per smettere di preoccuparti

29.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Sai di essere una persona apprensiva se ti identifichi con Flounder in La Sirenetta o co...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.