Il dipartimento di farmacologia della All-India Institute of Medical Sciences (AIIMS) afferma - in seguito a una ricerca - che shankhpushpi e aparajita, due erbe che si trovano in abbondanza in India, possono essere utilizzate per combattere l'Alzheimer.
Anche se la ricerca ha raggiunto solo la prima fase, i ricercatori sostengono che non è lontano il giorno che saranno disponibili farmaci ricavati da estratti di queste piante per combattere la malattia.
La shankhpushpi (foto a sinistra), detta anche 'aloe weed' o con il suo nome botanico di 'convolvulus pluricaulis', si trova principalmente nel Bihar. E' nota nella tradizione come erba medicinale per trattare l'insonnia e l'affaticamento.
L'aparajita (foto a destra) si trova in tutto il paese. Il nome botanico è 'Clitoria ternatea'.
Il Dott. YK Gupta, capo del dipartimento, ha detto: "Non ci sono due pareri che le piante ayurvediche abbiano la capacità di combattere contro malattie. Esse agiscono come un tonico che è ben accettato nella letteratura ayurvedica dell'India. Ora, l'AIIMS ha identificato queste piante e sta conducendo una ricerca su di loro che sta avendo successo".
Nella prima fase, gli studi sono stati condotti su ratti. Per iniziare, la condizione di Alzheimer è stato creata da sostanze chimiche introdotte nei ratti. Poi sono stati somministrati estratti idro-elettrici agli animali utilizzando le due erbe. "A volte, ha un effetto positivo sui topi, altre volte negativi. L'effetto è troppo casuale. Dopo aver trascorso due anni nella ricerca, siamo giunti alla conclusione che entrambe le piante hanno anti-ossidanti ed enzimi utili a mantenere la memoria di una persona", ha detto Gupta.
Ha detto che durante la vecchiaia la proteina 'beta-amiloide' comincia ad accumularsi nel cervello, riducendo la capacità di pensare. E aumenta con l'età. E' una grande sfida in un paese come l'India, dove gli anziani sono sempre di più. Sono in corso sforzi per far avanzare la ricerca alla fase successiva.
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Pubblicato da Jyotsna Singh in Deccan Herld il 27 maggio 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.
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