Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Mangiare più bacche può ridurre il declino cognitivo negli anziani


Mirtilli e fragole, che sono ad alto contenuto di flavonoidi, sembrano ridurre il declino cognitivo negli anziani, secondo un nuovo studio recentemente pubblicato in Annals of Neurology, una rivista dell'American Association of Neurological e Child Neurology Society.

I risultati dello studio suggeriscono che l'invecchiamento cognitivo potrebbe essere ritardato fino a 2,5 anni nei pazienti anziani che consumano maggiori quantità di bacche ricche di flavonoidi.


I flavonoidi sono composti presenti nelle piante che hanno generalmente potenti proprietà antiossidanti e anti-infiammatorie. Gli esperti ritengono che stress e infiammazione contribuiscano alla compromissione cognitiva e che il consumo crescente di flavonoidi potrebbe attenuare gli effetti nocivi. Precedenti studi sugli effetti positivi dei flavonoidi, in particolare le antocianidine, sono limitati ai modelli animali o a test molto piccoli nelle persone anziane, ma hanno mostrato che un maggiore consumo di alimenti con questi composti migliora la funzione cognitiva.


Secondo il censimento del 2010 negli Stati Uniti, gli americani anziani (ultra 65enni) sono aumentati del 15% tra il 2000 e il 2010, più della media della popolazione degli Stati Uniti, che ha visto un aumento del 9,7% durante lo stesso periodo. "Con l'invecchiamento della popolazione degli Stati Uniti, diventa sempre più importante comprendere i problemi di salute incontrati da questo gruppo", ha affermato Elizabeth Devore del Brigham and Women Hospital e della Harvard Medical School di Boston nel Massachusetts. "Il nostro studio ha controllato se una maggiore assunzione di frutti di bosco possa rallentare i tassi di di declino cognitivo".


Il team di ricerca ha usato i dati del Nurses Health Study, una coorte di 121.700 donne, infermiere di età compresa tra i 30 e i 55 anni che hanno completato i questionari sulla salute e lo stile di vita a partire dal 1976. Dal 1980 le partecipanti sono state intervistate ogni quattro anni per quanto riguarda la loro frequenza di consumo di cibo. Tra il 1995 e il 2001, la funzione cognitiva è stata misurata in 16,010 soggetti di età superiore ai 70 anni, a 2 anni di intervallo. Le donne incluse nel presente studio avevano un'età media di 74 anni e indice medio di massa corporea di 26.


I risultati mostrano che un maggiore consumo di mirtilli e fragole sembra rallentare il declino cognitivo nelle donne anziane. Un maggiore apporto di antocianidini e flavonoidi totali è stato anche associato a minore degenerazione cognitiva. I ricercatori hanno osservato che le donne che hanno avuto maggiore assunzione di bacche hanno ritardato l'invecchiamento cognitivo fino a 2,5 anni. Gli autori avvertono che, mentre hanno fatto il controllo per altri problemi di salute nella modellazione, non possono escludere la possibilità che la cognizione conservata da coloro che mangiano più bacche possa anche essere influenzata da scelte di stile di vita, come ad esempio fare più esercizio fisico.


"Abbiamo fornito la prima prova epidemiologica che le bacche possono rallentare la progressione del declino cognitivo nelle donne anziane", osserva la dssa Devore. "I nostri risultati hanno significative implicazioni sulla salute pubblica in quanto l'aumento dell'assunzione di frutti di bosco è una modifica abbastanza semplice della dieta per testare la protezione della cognizione negli anziani".

 

 

 

 

*************************
Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

************************
Fonte: Materiale della Wiley-Blackwell. Foto all'inizio: © Elenathewise / Fotolia

Riferimento: Elizabeth E. Devore, Jae Hee Kang, Monique MB Breteler, Francine Grodstein. Dietary intakes of berries and flavonoids in relation to cognitive decline. Annals of Neurology, 2012; DOI: 10.1002/ana.23594.

Pubblicato
in ScienceDaily il 26 Aprile 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

Notizie da non perdere

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Nuove case di cura: 'dall'assistenza fisica, al benessere emotivo�…

5.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Helen Gosling, responsabile delle operazioni della Kingsley Healthcare, con sede a Suffo...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

[Dana Territo] Sii delicato e paziente quando parli ad amici e familiari della…

30.09.2025 | Esperienze & Opinioni

Come parlare alla famiglia della mia diagnosi di Alzheimer?

È difficile discerne...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Cosa accade nel cervello che invecchia

11.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Il deterioramento del cervello si insinua sulla maggior parte di noi. Il primo indizio p...

[Greg O'Brien] Scoprire la grazia dell'imperfezione: apprezzare la l…

11.11.2025 | Voci della malattia

"Scrivi in ​​modo forte e chiaro ciò che fa male" (attribuito a Ernest Hemingway)

<...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Il litio potrebbe spiegare, e trattare, l'Alzheimer?

19.08.2025 | Ricerche

Qual è la prima scintilla che innesca la marcia ruba-memoria del morbo di Alzheimer (MA)...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.