Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Cercasi marcatore del beta-amiloide per la demenza

I risultati di una meta-analisi su 10.000 pazienti confermano che rimane da trovare uno o più biomarcatori affidabili, a base di sangue, che predicono il declino cognitivo.

Questa revisione sistematica si è focalizzata sui livelli plasmatici di un certo numero di marcatori a base di amiloide, e ha scoperto che nel complesso, il rapporto tra beta-amiloide 42 e 40 predice la demenza e l'Alzheimer.


Tuttavia, l'eterogeneità significativa dello studio sottolinea la necessità di una indagine sostanziale del plasma beta-amiloide. I ricercatori mantengono la fiducia che la previsione preclinica dell'Alzheimer possa essere ancora all'orizzonte. "Se si sviluppasse una ricerca su larga scala della demenza, un esame del sangue dei livelli di beta-amiloide può essere una soluzione molto pratica, economica e non invasiva", ha detto a Medscape Medical News il ricercatore principale Alain Koyama, SM, della University of California a San Francisco . "Esistono altri metodi che possono predire il rischio di demenza, ma spesso comportano procedure come la risonanza magnetica o prelievi spinali, che sono meno accessibili, più costosi e più invasivo di un semplice esame del sangue".

I ricercatori hanno identificato 13 studi prospettici di test dei livelli plasmatici di beta-amiloide e una stima dell'effetto nel cambiamento cognitivo, demenza e Alzheimer. Hanno trovato che il rapporto beta-amiloide basso / alto è risultato significativamente associato allo sviluppo di demenza e Alzheimer. Tuttavia, hanno visto anche una significativa eterogeneità in entrambe le stime sommarie, che non potevano essere spiegate in base all'età dei partecipanti, alla distribuzione del sesso, al lunghezza dello studio, o all'anno di pubblicazione. "Anche se i risultati sono interessanti", ha detto Koyama, sono necessarie ulteriori ricerche. "Poichè la popolazione invecchia rapidamente e sempre più persone sono colpite da demenza, sarà importante trovare un modo pratico per individuare i pazienti nelle fasi iniziali di demenza e poi eseguire un intervento precoce".

Tabella. Rapporto tra beta-amiloide 42 basso e beta-amiloide 40 più alto

 Declino cognitivo  Rapp. rischio
 Intervallo di confidenza al 95% P P
Demenza 1,67 1,02-2,75 0,04
Alzheimer 1,60 1,04-2,46 0,03

 

Richiesto da Medscape Medical News di commentare i risultati, Marwan Sabbagh, MD, un portavoce della American Academy of Neurology, ha detto che questo studio conferma i risultati di 2 decenni di ricerca. "Osservatori precedenti hanno suggerito che il beta-amiloide è un predittore affascinante, ma inaffidabile, del declino cognitivo e vediamo che questo è il caso nella meta-analisi ed i valori sono davvero dappertutto", ha detto. Il Dr. Sabbagh, direttore del Sun Health Research Institute di Tolleson in Arizona, dice che resta fiducioso di un futuro per i biomarcatori periferici. "Può rivelarsi utile combinare il beta-amiloide con altri biomarcatori come la tau", ha ipotizzato.

"I biomarcatori continuano ad essere oggetto di intensa ricerca. Abbiamo visto i progressi massicci di metodi costosi come la scansione, così come di metodi invasivi come i fluidi spinali". Tuttavia, ha aggiunto il dottor Sabbagh, deve ancora essere realizzato un test periferico economico e non invasivo.


Lo studio è stato finanziato dal National Institutes of Health. Il co-autore Dr. Dennis Selkoe è scienziato e fondatore / direttore di Elan Pharmaceuticals, mentre il commentatore Dr. Marwan Sabbagh non ha rivelato relazioni finanziarie.

 

 

 

 

*************************
Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

************************
Fonte: Archieves of Neurology, pubblicato online il26 marzo 2012.

Pubblicato da
Allison Shelley su Medscape Today il 27 Marzo 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

Notizie da non perdere

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Per capire l'Alzheimer, ricercatori di Yale si rivolgono alla guaina di m…

4.07.2025 | Ricerche

L'interruzione degli assoni, la parte simile a una coda nelle cellule nervose che trasme...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Tre modi per smettere di preoccuparti

29.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Sai di essere una persona apprensiva se ti identifichi con Flounder in La Sirenetta o co...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Ricetta per una vita felice: ingredienti ordinari possono creare lo straordina…

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Se potessi porre ad ogni essere umano sulla Terra una domanda - qual è la ricetta per un...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Nuova 'teoria unificata della mente': implicazioni per la prevenzion…

17.07.2025 | Ricerche

In un nuovo studio con implicazioni sulla prevenzione del morbo di Alzheimer (MA) e altr...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.