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Depressione legata a rischio più alto di demenza sia in mezza che in tarda età

person suffering from depression Image by rawpixel.com on Freepik

Un nuovo studio ha scoperto che la depressione è legata ad un aumento del rischio di demenza sia in mezza che in tarda età. La ricerca, pubblicata su eClinical Medicine, è stata guidata da Jacob Brain e Maha Alshahrani dell'Institute of Mental Health dell'Università di Nottingham, dell'Università di Adelaide e del Dementia Center of Excellence della Curtin University in Australia.


Brain ha dichiarato: "Il nostro studio mostra che la depressione è legata ad un aumento del rischio di demenza sia in mezza che in tarda età. Ciò evidenzia l'importanza di riconoscere e trattare la depressione nell'intero arco della vita, non solo per la salute mentale, ma anche come parte di una più ampia strategia per proteggere la salute del cervello. La sanità pubblica deve porre maggiore enfasi sulla salute cerebrale preventiva, che include migliorare l'accesso a un'assistenza efficace alla salute mentale".


La demenza colpisce oltre 57 milioni di persone a livello globale. Al momento non esiste una cura, quindi identificare e curare i fattori per ridurre il rischio, come la depressione, è un'importante priorità di sanità pubblica. I potenziali collegamenti tra depressione e demenza sono complessi e possono includere infiammazione cronica, disregolazione dell'asse ipotalamo-ipofisi-surrene, cambiamenti vascolari, alterazioni nei fattori neurotrofici e squilibri dei neurotrasmettitori. Anche genetica e cambiamenti comportamentali condivisi possono aumentare i rischi.


Precedenti studi hanno dimostrato che le persone con depressione hanno maggiori probabilità di sviluppare la demenza più tardi nella vita, ma c'è molto dibattito su quando la depressione conta di più, se quella che inizia in mezza età (da 40 a 60 anni) o quando appare più avanti nella vita, dopo i 60. Questa nuova ricerca riunisce tutte le prove esistenti e aggiunge nuove analisi per esaminare questa tempistica in modo più dettagliato.


Ancora Brain: "I nostri risultati suscitano la possibilità che la depressione in tarda età possa non essere solo un fattore di rischio, ma potrebbe anche essere un segnale di avvertimento precoce della demenza che inizia a svilupparsi. Chiarendo questa tempistica, il nostro lavoro aiuta a guidare la ricerca futura, il trattamento e le strategie di prevenzione".


Il team ha effettuato una revisione ombrello e una meta-analisi. Ha innanzitutto raccolto ed esaminato tutti i migliori dati disponibili da revisioni sistematiche con meta-analisi (un metodo statistico che combina i risultati di più studi per fornire una stima generale affidabile), che avevano già esaminato il legame tra depressione e demenza. Ha quindi fatto un ulteriore passo avanti estraendo e rianalizzando i dati dei singoli studi all'interno di tali revisioni, aggiungendo anche studi più recenti che mancavano nel lavoro precedente.


Brain aggiunge: "Ci siamo concentrati specificamente sul momento in cui è stata misurata la depressione, se in mezza o in tarda età, e abbiamo calcolato quanto è aumentato il rischio di sviluppare la demenza. Questo ci ha sostanzialmente permesso di fornire un quadro più accurato e aggiornato di come è collegata la depressione nelle diverse fasi della vita al rischio di demenza".

 

 

 


Fonte: University of Nottingham (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: J Brain, [+10], BCM Stephan. Temporal dynamics in the association between depression and dementia: an umbrella review and meta-analysis. eClinical Medicine, 2025, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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