Un nuovo studio suggerisce che i farmaci 'inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina' (SSRI), una classe comune di antidepressivi, possono fare di più che sollevare l'umore: potrebbero aiutare a ridurre il carico biologico dell'Alzheimer.
Perocorso della serotonina (rosso) Fonte: NIH, Public Domain
I ricercatori hanno scoperto che l'uso di SSRI a lungo termine nei pazienti con morbo di Alzheimer (MA) è associato a una ridotta patologia tau, un segno distintivo della malattia, e ha ripristinato l'attività in una regione cruciale del cervello, sebbene gli effetti sulla memoria e sulla cognizione rimanessero complessi.
Il 'nucleo del raphe dorsale' (DRN, dorsal raphe nucleus), una piccola regione nel profondo del tronco encefalico, è una delle prime aree a mostrare l'accumulo di tau nel MA. È anche la principale fonte di serotonina del cervello, il neurotrasmettitore puntato dagli SSRI. Questa nuova ricerca mostra che, nelle persone con MA, il DRN diventa metabolicamente pigro, ma il trattamento con SSRI sembra invertire questo effetto, aumentandone l'attività a livelli sani.
Il team di ricerca ha analizzato i dati di 191 partecipanti all'Alzheimer’s Disease Neuroimaging Initiative (ADNI), confrontando le persone con e senza uso di SSRI. Ha misurato un biomarcatore della patologia tau (tau-181 fosforilata o p-tau181) nel sangue, ha eseguito scansioni cerebrali dell'attività metabolica e ha valutato le prestazioni cognitive con diversi test. Ha scoperto che i pazienti con MA che usavano SSRI avevano livelli plasmatici di p-tau181 significativamente più bassi rispetto a quelli che non assumevano antidepressivi.
Questi risultati suggeriscono un potenziale effetto protettivo degli SSRI sulla patologia tau. Le scansioni cerebrali hanno confermato che il DRN nei pazienti con MA è tipicamente ipometabolico, essenzialmente sotto-attivo. Tuttavia, i pazienti su SSRI hanno mostrato il ripristino del metabolismo del glucosio in questa regione, un segno di funzione neurale rinata. Questo effetto era specifico di quelli con MA; i partecipanti sani di controllo non hanno mostrato alcun cambiamento nel metabolismo DRN con l'uso di SSRI, probabilmente a causa di una regolamentazione di reazione integrata nel sistema della serotonina, che smorza l'attività non necessaria.
Nonostante questi promettenti risultati biologici, l'impatto degli SSRI sulle prestazioni cognitive è stato misto. Mentre alcuni pazienti hanno funzionato meglio in alcuni test cognitivi (come nel MoCA-Montreal Cognitive Assessment), altri non hanno mostrato miglioramenti misurabili. Curiosamente, la correlazione solita tra le diverse valutazioni cognitive si è interrotta negli utenti di SSRI, suggerendo che gli antidepressivi possono influenzare come viene misurato il declino cognitivo, piuttosto che come progredisce.
I ricercatori sottolineano che si trattava di uno studio trasversale, il che significa che non può dimostrare causa ed effetto. Inoltre, non ha tenuto conto dei tipi specifici o dei dosaggi degli SSRI utilizzati, né se il trattamento è iniziato prima o dopo l'insorgenza dei sintomi di MA. Tuttavia, questi risultati offrono un forte supporto a ulteriori studi clinici che esplorano tempi, durata e impatto cognitivo del trattamento SSRI nelle malattie neurodegenerative.
In sintesi, questo studio aggiunge prove crescenti che il sistema di serotonina del cervello è profondamente intrecciato con la patologia del MA. Mentre gli SSRI sono principalmente prescritti per i disturbi dell'umore, possono anche influenzare i processi chiave del MA, che includono il metabolismo delle regioni cerebrali vulnerabili e la diffusione di proteine tossiche. Mentre i ricercatori continuano a sondare la connessione tra umore, memoria e chimica del cervello, gli SSRI possono offrire un sorprendente alleato nella lotta contro il declino cognitivo.
Fonte: University of Calgary via Neuroscience News (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.
Riferimenti: DJ Terstege, [+4], D Sargin. SSRIs reduce plasma tau and restore dorsal raphe metabolism in Alzheimer's disease. Alz&Dem, 2025, DOI
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