La demenza è la quinta causa di morte in tutto il mondo: in assenza di trattamenti curativi, è diventata una priorità di salute pubblica la sua prevenzione primaria attraverso la riduzione dei fattori di rischio. Tuttavia, sono tuttora insufficienti le prove definitive a sostegno della riduzione della pressione del sangue per la prevenzione primaria della demenza nei pazienti ipertesi.
Ricercatori di diverse università si sono uniti per formare il China Rural Hypertension Control Project Phase-3 (il progetto di controllo dell'ipertensione nella Cina rurale Fase-3), uno dei più grandi studi randomizzati, e hanno pubblicato i risultati su Nature Medicine. La riduzione della pressione alta abbassa sostanzialmente il rischio di demenza e compromissione cognitiva senza demenza, secondo i risultati a 48 mesi. Questi risultati evidenziano l'importanza potenziale di adottare diffusamente un controllo più intenso della pressione arteriosa tra i pazienti con ipertensione, per ridurre l'onere globale della malattia.
Questo studio comprendeva 33.995 persone in 326 villaggi nella Cina rurale, con 17.407 individui nel gruppo di 'intervento' e 16.588 nel gruppo di cure solite, studiati e seguiti per oltre 48 mesi. Quelli nel gruppo di intervento hanno adottato la strategia di implementazione sfaccettata per ridurre la pressione sanguigna, guidati da operatori sanitari non-medici della comunità, con l'obiettivo di raggiungere una pressione arteriosa sistolica (SBP, il primo numero in una lettura della pressione) inferiore a 130 mm Hg e una pressione diastolica (DBP, il secondo numero) a 80 mm HG.
Yingxian Sun, professore della First Hospital of China Medical University e autore senior dello studio, ha detto:
“La demenza è diventata una crisi globale di sanità pubblica a causa di alta prevalenza, aumento della mortalità e significativi oneri finanziari ed emotivi che pone su pazienti, caregiver e società nel suo insieme. Solo alcuni studi randomizzati controllati hanno testato l'effetto dei farmaci che riducono la pressione sul rischio di demenza e nessuno lo ha considerato come un endpoint (obiettivo) di esperimento primario, ad eccezione dello studio SPRINT-MIND. La riduzione intensiva della pressione sanguigna si è associata a una riduzione del 17% degli eventi di demenza tra i partecipanti a SPRINT-MIND".
I risultati dello studio di 48 mesi hanno mostrato una riduzione di 22,0 mm Hg nell'SBP di coloro che erano nel gruppo di intervento e 9,3 mm Hg nel DBP, rispetto al gruppo che ha ricevuto cure abituali. Ciò si traduce in una riduzione di circa il 15% del rischio di demenza per tutte le cause e un rischio inferiore del 16% di compromissione cognitiva senza demenza.
"Questi risultati forniscono ulteriore motivazione ai pazienti con ipertensione per ridurre la pressione sanguigna, non solo per prevenire le malattie cardiovascolari, ma anche per abbassare il rischio di demenza", ha affermato Sun. "In futuro, sfrutteremo big data e intelligenza artificiale per arrivare alla previsione precoce della demenza e ottimizzare la prevenzione individualizzata e le strategie terapeutiche".
Fonte: Liaoning Clinical Research Center for Hypertensive Diseases via Neuroscience news (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.
Riferimenti: J He, [+14], Y Sun. Blood pressure reduction and all-cause dementia in people with uncontrolled hypertension: an open-label, blinded-endpoint, cluster-randomized trial. Nat Med, 2025, DOI
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