Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Buona forma cardiorespiratoria collegata a rischio basso di demenza

Aumentando la forma cardiorespiratoria le persone con una predisposizione genetica alla demenza potrebbero ridurre il rischio fino al 35%.

diversity sport woman training cardiorespiratory fitting Image by freepik

Una forma cardiorespiratoria elevata è associata a migliori prestazioni cognitive e a un basso rischio di demenza a lungo termine, anche nelle persone con una predisposizione genetica alla demenza, secondo uno studio pubblicato sul British Journal of Sports Medicine da ricercatori della Tianjin Medical University (Cina), della Third Military Medical University di Chongqing (Cina) e del Karolinska Institute di Stoccolma (Svezia).


La forma cardiorespiratoria (CRF, cardiorespiratory fitness) è la capacità dei sistemi circolatori e respiratori di fornire ossigeno ai muscoli e diminuisce sempre più con l'età, man mano che si perde il muscolo scheletrico. La CRF diminuisce di circa il 3-6% per decennio quando le persone hanno da 20 a 40 anni, ma questo accelera a oltre il 20% per decennio quando le persone raggiungono i 70 anni. Una CRF bassa è un forte predittore di eventi cardiovascolari come ictus e infarti, e di mortalità per qualsiasi causa.


La maggior parte degli studi precedenti che hanno esaminato l'impatto della CRF sulla funzione cognitiva e sul rischio di demenza includevano un piccolo numero di partecipanti. Per questo studio, gli autori hanno esaminato un gruppo molto più ampio, accedendo ai dati di 61.214 persone prive di demenza, da 39 a 70 anni di età, iscritte alla UK Biobank tra il 2009 e il 2010 e seguite fino a 12 anni.


All'iscrizione, hanno completato un test di esercizio meno-che-massimo di 6 minuti su una cyclette per stimare la CRF, la funzione cognitiva è stata stimata con test neuropsicologici e la predisposizione genetica per la demenza è stata stimata usando il punteggio di rischio poligenico per il morbo di Alzheimer (MA). Durante il periodo di studio, 553 persone (0,9%) hanno ricevuto una diagnosi di demenza.


L'analisi, per la quale i partecipanti sono stati divisi in tre gruppi di dimensioni uguali standardizzati per età e sesso in base ai loro punteggi CRF, ha dimostrato che le persone con CRF elevata avevano una funzione cognitiva più elevata e un rischio inferiore di demenza. Rispetto alle persone con CRF bassa, il  rapporto del tasso di incidenza (IRR, incidence rate ratio) di tutta la demenza era 0,6 per le persone con CRF elevata e l'inizio della demenza era ritardato di 1,48 anni. Una CRF elevata ha anche ridotto il rischio di ogni demenza del 35% tra le persone con un punteggio di rischio poligenico moderato/elevato.


Questo è uno studio osservazionale e, come tale, non può stabilire causa ed effetto e i ricercatori riconoscono varie imitazioni alle loro scoperte. Soprattutto il numero di casi di demenza potrebbe essere stato sottovalutato perché i partecipanti della UK Biobank sono generalmente più sani della popolazione generale, inoltre le persone con determinate condizioni di salute sono state escluse dal test di esercizio rendendo la popolazione ancora 'più sana'.


La dipendenza dai registri per identificare i casi di demenza potrebbe aver portato a un'ulteriore sottovalutazione. Inoltre, il test di esercizio meno-che-massimo usato è considerato meno accurato rispetto ai test di esercizio massimo che richiede ai partecipanti di esercitarsi fino all'esaurimento e non ha potuto essere esaminata ogni associazione tra cambio di CRF e rischio di demenza a causa della mancanza di misurazioni CRF ripetute.


Gli autori concludono:

“Il nostro studio mostra che una CRF più elevata è associata a una migliore funzione cognitiva e a una riduzione del rischio di demenza. Inoltre, una CRF elevata può attenuare del 35% l'impatto del rischio genetico per ogni demenza. I risultati suggeriscono che migliorare la CRF potrebbe essere una strategia per prevenire la demenza, anche tra le persone con un'alta predisposizione genetica per il MA".


Sono necessarie ulteriori ricerche sulla relazione tra CRF e salute del cervello, specialmente negli anziani, e sui meccanismi con cui la CRF modifica la relazione tra rischio genetico e demenza.

 

 

 


Fonte: BMJ Group (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: S Wang, [+5], W Xu. Association of cardiorespiratory fitness with dementia risk across different levels of genetic predisposition: a large community-based longitudinal study. British Journal of Sports Medicine, 2024, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Cervello del toporagno si restringe in inverno e rinasce in estate: c'è q…

10.09.2025 | Ricerche

I toporagni comuni sono uno dei pochi mammiferi noti per restringere e far ricrescere in...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Piccola area del cervello ci aiuta a formare ricordi specifici: nuove strade p…

6.08.2025 | Ricerche

La vita può dipanarsi come un flusso continuo, ma i nostri ricordi raccontano una storia...

Allenamento con i pesi protegge il cervello delle persone anziane dalla demenz…

15.04.2025 | Ricerche

Uno studio, condotto presso l'Università di Stato di Campinas (Brasile), ha scoperto che dopo sei...

Questo approccio di medicina di precisione potrebbe aiutarti a ritardare la de…

5.12.2025 | Ricerche

Secondo un nuovo studio condotto alla Università della California di San Francisco, la c...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)