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Declino cognitivo e solitudine collegati negli anziani su brevi periodi di tempo

sad contemplative old woman near lake Image by freepik.com

Per anni, la ricerca ha dimostrato che gli anziani che sono soli hanno un rischio più alto di declino cognitivo e di condizioni come l'Alzheimer. Quegli studi, tuttavia, generalmente trattavano la solitudine come un tratto stabile della vita di qualcuno, ma la solitudine fluttua di giorno in giorno e persino nel corso di un singolo giorno.


Su 1 o 2 giorni, la solitudine momentanea e le prestazioni cognitive sembrano avere una relazione complessa che può rafforzarsi a vicenda, secondo un nuovo studio di ricercatori della Pennsylvania State University, pubblicato su The Journals of Gerontologia Series B.


Il team ha scoperto che le prestazioni cognitive peggioravano per gli anziani nei giorni in cui si sentivano più soli del solito e nel giorno successivo. Hanno anche scoperto che quando le prestazioni cognitive declinavano, la solitudine aumentava poco dopo. Tuttavia, sentirsi soli per un solo giorno non è legato a cambiamenti nelle prestazioni cognitive.


"Questi risultati suggeriscono che potrebbe esserci un circolo vizioso tra solitudine e declino cognitivo a breve termine", ha affermato Jee Eun Kang, post-dottorato nel Center for Healthy Aging della Penn State e prima autrice di questo studio. “La solitudine di un giorno può ridurre le prestazioni cognitive del successivo. Quindi, subire una riduzione delle prestazioni cognitive può portare ad una maggiore solitudine poche ore dopo, il che può creare la relazione a lungo termine tra declino cognitivo e solitudine".


I ricercatori hanno studiato dati di 313 adulti dello Einstein Aging Study, raccolti tra il 2017 e il 2020. I partecipanti avevano tra 70 e 90 anni e vivevano nel Bronx, New York City, in comunità piuttosto che in strutture per anziani. Ogni partecipante ha registrato i propri sentimenti momentanei di solitudine e ha completato test cognitivi su uno smartphone 5 volte al giorno per 14 giorni. I punteggi giornalieri di solitudine e prestazioni cognitive sono stati mediati tra tutti i valori registrati durante il giorno.


"Questo tipo di dati, dove le persone usano il cellulare per segnalare le loro esperienze e sentimenti nel corso della vita quotidiana,  costituisce un modo ricco per comprendere l'esperienza naturale delle persone", ha affermato Martin Sliwinski, professore di sviluppo umano e famiglia, direttore del Center for Healthy Aging e autore senior dello studio. "Se i partecipanti fossero chiamati in laboratorio, il loro contatto sociale e i loro pensieri sarebbero alterati in modi che potrebbero influenzare la loro solitudine o le prestazioni cognitive, positivamente o negativamente".


Sebbene le dimensioni delle relazioni tra solitudine e declino cognitivo misurate da un giorno all'altro o in un solo giorno fossero piccole, i ricercatori hanno affermato che ciò era previsto.


"Questi risultati suggeriscono che quelle minuscole differenze nella solitudine o nella capacità mentale possono sommarsi", ha affermato Jennifer Graham-Engeland, prof.ssa di salute biocomportamentale, direttrice associata del Center for Healthy Aging e coautrice di questo studio.


Secondo gli autori, alcuni ricercatori hanno proposto che la solitudine può essere un segnale evolutivo inteso a motivare gli umani a riparare o sostituire le loro relazioni sociali. La solitudine può agire da fonte di stress, spiegando l'associazione con una riduzione delle prestazioni cognitive.


"I nostri dati suggeriscono che quando gli anziani non si sentono acuti, possono evitare il contatto sociale, ma ciò potrebbe peggiorare il problema", ha detto la Kang. “Se gli anziani si sentono soli, dovrebbero agire subito per prevenire la solitudine cronica. Ad esempio, potrebbero incontrare un amico o un vicino o addirittura chiacchierare con le persone che incontrano quel giorno".


Nel frattempo, i giovani possono aiutare, contattando regolarmente gli anziani, secondo la Kang:

"La solitudine è dinamica, non stabile. Tua nonna potrebbe non essere una persona solitaria, ma - come la maggior parte delle persone - probabilmente a volte si sente sola. Ogni volta che incontri degli anziani e ti coinvolgi con loro, stai supportando la loro salute cognitiva ed emotiva quel giorno e nel corso della loro vita".

 

 

 


Fonte: Aaron Wagner in Penn State (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Jee eun Kang, [+3], MJ Sliwinski. Short-Term Coupling Associations Between State Loneliness and Cognitive Performance in Daily Life Among Older Adults. J Geront B, 2024, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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