Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


La perdita di udito è associata a cambiamenti sottili nel cervello

Un aumento del rischio di demenza associato alla compromissione dell'udito può provenire da cambiamenti cerebrali compensativi

La perdita di udito colpisce oltre il 60% degli over-70 negli Stati Uniti ed è nota per essere correlata ad un aumento del rischio di demenza. Per capire la connessione, un team dell'Università della California di San Diego e del Washington Health Research Institute del Kaiser Permanente ha impiegato test dell'udito e la risonanza magnetica (MRI) per determinare se la difficoltà dell'udito è associata a differenze in regioni cerebrali specifiche.

Nello studio pubblicato il 21 novembre 2023 sul Journal of Alzheimer's Disease, i ricercatori hanno riferito che gli individui iscritti a uno studio osservazionale che avevano problemi di udito presentavano differenze micro-strutturali nelle aree uditive del lobo temporale e nelle aree della corteccia frontale coinvolte nell'elaborazione del linguaggio e del parlato e pure nelle aree coinvolte nella funzione esecutiva.

La prima autrice Linda K. McEvoy PhD prof.ssa emerita della UC San Diego e ricercatrice senior del Washington Health Research Institute, ha affermato:

“Questi risultati suggeriscono che la compromissione dell'udito può portare a cambiamenti nelle aree cerebrali legate all'elaborazione dei suoni, nonché nelle aree del cervello che sono correlate all'attenzione. Lo sforzo extra coinvolto nel tentativo di comprendere i suoni può produrre cambiamenti nel cervello che portano ad un aumento del rischio di demenza.

“In tal caso, gli interventi che aiutano a ridurre lo sforzo cognitivo richiesto per comprendere il discorso (come usare sottotitoli in televisione e film, sottotitoli dal vivo o app per sintesi vocale e apparecchi acustici, e visitare le persone in ambienti tranquilli invece che in spazi rumorosi) potrebbe essere importante per proteggere il cervello e ridurre il rischio di demenza".

La McEvoy ha progettato e condotto lo studio mentre era all'UC San Diego, in collaborazione con Emilie Reas e i ricercatori della facoltà di medicina dell'università che hanno raccolto dati dal Rancho Bernardo Study of Health Aging, uno studio di coorte longitudinale lanciato nel 1972 su residenti del sobborgo Rancho Bernardo di San Diego. Per questa analisi, 130 partecipanti hanno avuto test di soglia dell'udito tra il 2003 e il 2005 e successivamente scansioni MRI tra il 2014 e il 2016.

I risultati dello studio mostrano che la compromissione dell'udito è associata a cambiamenti cerebrali regionali che possono verificarsi a causa della privazione sensoriale e del maggiore sforzo richiesto per comprendere le stimolazioni di elaborazione uditiva.

"I risultati sottolineano l'importanza di proteggere il proprio udito evitando un'esposizione prolungata a suoni forti, indossando una protezione dell'orecchio quando si usano strumenti forti e riducendo l'uso di farmaci ototossici", ha affermato la coautrice Emilie T. Rea PhD, assistente prof.ssa della UC San Diego.

 

 

 


Fonte: Yadira Galindo in University of California - San Diego (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: LK McEvoy, [+3], ET Reas. Elevated Pure Tone Thresholds Are Associated with Altered Microstructure in Cortical Areas Related to Auditory Processing and Attentional Allocation. J Alz Dis, 2023, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

 

Notizie da non perdere

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Piccola area del cervello ci aiuta a formare ricordi specifici: nuove strade p…

6.08.2025 | Ricerche

La vita può dipanarsi come un flusso continuo, ma i nostri ricordi raccontano una storia...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Il litio potrebbe spiegare, e trattare, l'Alzheimer?

19.08.2025 | Ricerche

Qual è la prima scintilla che innesca la marcia ruba-memoria del morbo di Alzheimer (MA)...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)