Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Dove è il 'senso del sé' nel cervello?

Ti sei mai chiesto dove vive nel tuo cervello quel personaggio interessante chiamato 'io'? Josef Parvizi MD/PhD, medico-scienziato della Stanford Medicine, ha delle informazioni.


Anche se il suo teschio fosse trasparente, vedresti poco nel cervello di qualcun altro. Ma Parvizi ha il modo di sbirciare nella testa delle persone e scoprire cosa accade. I suoi esperimenti hanno individuato le regioni cerebrali cruciali specifiche per delle capacità che vanno dalla percezione dei volti al riconoscimento dei numeri.


L'osservazione più recente di Parvizi, descritta in uno studio pubblicato l'8 giugno su Neuron, svela il ruolo sorprendente di una piccola struttura inserita tra i due emisferi del cervello. La struttura, chiamata 'precuneo anteriore' (aPCu), è l'epicentro di un sistema di regioni cerebrali distribuite che si parlano in sincronizzazione: la loro attività aumenta e diminuisce con il coordinamento reciproco, segno di un lavoro di squadra.


Parvizi, con la studiosa post-dottorato Dian Lu PhD e i loro colleghi, hanno scoperto che questo arcipelago di regioni cerebrali collaboranti, guidate dall'aPCu, è cruciale per integrare le informazioni sulla tua posizione, sul movimento dei muscoli / articolazioni e sulle sensazioni, e per formare una mappa mentale del tuo sé corporeo o fisico.


Per spiegare il significato del sistema, Parvizi ha invocato quella strana coppia, 'io' e 'me':

"Per ogni azione che intraprendiamo, anche durante i sogni", ha detto, "c'è sempre un agente dietro di essa: chiamiamo quell'agente 'io'. 'Me' è tutto ciò che abbiamo archiviato nei nostri ricordi su 'io' ".

 

I due sé

In termini neuroanatomici, c'è un arcipelago separato di strutture cerebrali che regolano ciascuno dei due sé. Questi due sistemi interagiscono continuamente tra loro.


Il senso fisico/corporeo di sé ('io') contrasta con un altro aspetto narrativo di sé ('me') che ha a che fare con il pensare attivamente o passivamente alla tua vita passata o pianificare il tuo futuro: cose come memoria, abitudini, personalità, emozioni, sentimenti per gli altri, ciò che ci aspetta, ecc.


Il sé narrativo ('me') dimora in una rete ben studiata chiamata rete di modalità predefinita. (All'orecchio del non specialista, le tre parole 'predefinita', 'modalità' e 'rete' sembrano un trio di parole casuali stonate. Ma il termine ha davvero senso: designa una rete cerebrale attiva quando stiamo sognando a occhi aperti, richiamando eventi passati, e così via.)


Non esiste ancora un nome ufficiale per la rete del sé corporeo, sebbene sappiamo che esiste. Precedenti studi hanno messo in evidenza una serie di strutture che la compongono, ma non hanno detto molto sul suo capo apparente, l'aPCu.


Per delineare ulteriormente la rete cerebrale capitanata dall'aPCu, il team di Parvizi ha ottenuto i dati di scansione cerebrale di 5 dei suoi pazienti, e pure da quasi 1.000 partecipanti allo Human Connectome Project, lanciato nel 2010 per mappare le connessioni neurali del cervello umano.


"Abbiamo mostrato la posizione precisa delle cellule chiave nell'aPCu, e la mappa di Dian mostra chiaramente come si connettono con il resto del cervello", ha detto Parvizi.


L'aPCu si trova vicino a una struttura cerebrale che è considerata un nodo chiave nella rete di modalità predefinita, ma non fa parte di quella rete, anche se comunica intensamente con essa.


"Stimolare elettricamente la rete di modalità predefinita non fa nulla al senso di sé o coscienza", ha detto Parvizi. "Il tuo senso di sé fisico o corporeo rappresenta il tuo organismo nell'immediato qui e ora, con un punto di vista particolare che è solo tuo, la tua prospettiva in prima persona sul mondo che ti circonda. Nessuno lo condivide. Potresti non essere consapevole del tuo punto di vista. Ma lo sarai se interrompo la rete che lo genera. Il tuo posto nel mondo, intorno a te, sembrerà improvvisamente irreale".

 

Sondare il cervello

Parvizi fa queste osservazioni nei suoi pazienti che vengono valutati per un possibile trattamento chirurgico di convulsioni epilettiche ricorrenti e resistenti ai farmaci, che comporta l'inserimento di aghi sottili, che servono da elettrodi, nel cervello da parte di un neurochirurgo in anestesia. I pazienti rimangono collegati all'apparato di monitoraggio per diversi giorni, mentre gli elettrodi colgono l'attività elettrica all'interno del cervello e la riferiscono a un computer.


La procedura alla fine cattura le inevitabili convulsioni ripetute, consentendo ai neurologi di determinare il punto esatto nel cervello di ciascun paziente in cui originano le convulsioni. Un numero considerevole di pazienti si libera dalle convulsioni ricorrenti a seguito di questo approccio invasivo.


Con il consenso di questi pazienti, Parvizi passa piccoli impulsi di corrente attraverso una serie di singoli elettrodi, stimolando o interrompendo l'attività in piccole aree discrete della materia cerebrale e guardando cosa succede. (La procedura è sicura e il cervello non prova dolore). Un giorno un paziente gli disse: "Ogni volta che ho un attacco, ho un senso di depersonalizzazione e dissociazione. Tutto è irreale, non mi sta accadendo".


Si è capito che le convulsioni del paziente provengono all'aPCu. Volendo saperne di più su ciò che stava accadendo, Parvizi e i suoi colleghi hanno trovato altri otto pazienti con elettrodi impiantati che passavano attraverso il loro aPCu. I pazienti hanno accettato di permettergli di interrompere l'attività di questa struttura con gli impulsi elettrici.


"Quando lo ha fatto, tutti hanno riportato qualcosa di strano che stava accadendo al loro senso di sé fisico. In effetti, tre di loro hanno rferito un chiaro senso di depersonalizzazione, simile all'assunzione di psichedelici" ha detto Parvizi.


Ma questa sensazione di distacco non è stata un'esperienza esterna al corpo.

"In un'esperienza fuori dal corpo, ti vedi dall'alto", ha detto Parvizi. "I nostri soggetti non l'hanno riferito affatto, stavano galleggiando; se si stimolava il lato sinistro, si sentivano come se stessero cadendo. Mentre si guardavano intorno, non aveva senso. Non avrebbero dovuto fluttuare o sprofondare, ma sembrava che lo facessero. Il mondo intorno a loro sembrava irreale".


Stranamente, le segnalazioni dei pazienti di volare o fluttuare rispetto a cadere o tuffarsi erano accompagnate da emozioni relativamente positive invece che negative a seconda che fosse stato stimolato elettricamente l'aPCu destro o sinistro, rispettivamente. (Come molte strutture cerebrali, l'aPCu è presente su entrambi gli emisferi del cervello.)


"Non ho idea del perché ciò accade", ha detto Parvizi. "Sono assolutamente perplesso sul motivo per cui stimolare il lato sinistro o il lato destro susciti effetti opposti, ma lo capiremo".

 

 

 


Fonte: Bruce Goldman in Stanford Medicine (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: D Lyu, [+9], J Parvizi. Causal evidence for the processing of bodily self in the anterior precuneus. Neuron, 2023, DOI

Copyright:
Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

 

Notizie da non perdere

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Tre modi per smettere di preoccuparti

29.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Sai di essere una persona apprensiva se ti identifichi con Flounder in La Sirenetta o co...

Gas xeno potrebbe proteggere dall'Alzheimer, almeno nei topi; previsti te…

30.01.2025 | Ricerche

Molti dei trattamenti perseguiti oggi per proteggere dal morbo di Alzheimer (MA) sono co...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.