Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Inquinamento dell'aria può aumentare il rischio di demenza

L'esposizione agli inquinanti dell'aria a particolato fine (PM2.5) può aumentare il rischio di sviluppare la demenza, secondo una nuova meta-analisi condotta all'Università di Harvard e pubblicata online il 5 aprile 2023 su BMJ


“Questo è un grande passo per dare dati usabili alle agenzie di regolamentazione e ai medici, e dare un senso allo stato della letteratura su questo argomento di salute estremamente importante. I risultati possono essere utili per organizzazioni come l'Agenzia per la Protezione Ambientale, che attualmente sta prendendo in considerazione il rafforzamento dei limiti di esposizione al PM2.5", ha affermato l'autore senior Marc Weisskopf, professore di epidemiologia e fisiologia ambientale. "I nostri risultati confermano l'importanza di tale misura per la salute pubblica".


Lo studio è la prima revisione sistematica e meta-analisi a usare il nuovo strumento Risk of Bias In Non-Randomized Studies of Exposure (ROBINS-E), che affronta le distorsioni negli studi ambientali in modo più dettagliato rispetto ad altri approcci di valutazione. È anche il primo a includere studi più recenti che hanno utilizzato l'«accertamento del caso attivo», un metodo che ha comportava il vaglio di intere popolazioni di studio seguite da una valutazione di persona della demenza nelle persone che non l'avevano al basale.


Più di 57 milioni di persone in tutto il mondo vivono attualmente con la demenza e le stime suggeriscono che il numero aumenterà a 153 milioni entro il 2050. Si ritiene che fino al 40% di questi casi sia collegato a fattori di rischio potenzialmente modificabili, come l'esposizione agli inquinanti atmosferici.


Weisskopf e i suoi colleghi, la ricercatrice Elissa Wilker, e la dottoranda Marwa Osman, hanno analizzato più di 2.000 studi, identificandone 51 che avevano esaminato l'associazione tra inquinamento dell'aria nell'ambiente e la demenza clinica, tutti pubblicati negli ultimi 10 anni.


Hanno valutato la distorsione di tali studi con il ROBINS-E e 16 di loro hanno soddisfatto i criteri della meta-analisi. La maggior parte delle ricerche riguardava il PM2.5, mentre il biossido di azoto e l'ossido di azoto erano gli inquinanti seguenti più comuni. Degli studi considerati dalla meta-analisi, 9 avevano usato l'accertamento del caso attivo.


I ricercatori hanno trovato prove costanti di un'associazione tra PM2.5 e demenza, anche quando l'esposizione annuale era inferiore all'attuale standard EPA di 12 microgrammi per metro cubo d'aria (μg/m3). In particolare, tra gli studi che avevano usato l'accertamento del caso attivo, i ricercatori hanno riscontrato un aumento del 17% del rischio di demenza per ogni aumento di 2 μg/m3 dell'esposizione annua media al PM2.5.


Hanno anche trovato prove che suggeriscono associazioni tra demenza e ossido di azoto (aumento del 5% del rischio per ogni aumento di 10 μg/m3 nell'esposizione annuale) e biossido di azoto (aumento del 2% del rischio per ogni 10 μg/m3 di aumento dell'esposizione annuale), anche se per questi inquinanti i dati erano più limitati.


I ricercatori hanno notato che l'associazione stimata dell'inquinamento atmosferico con il rischio di demenza è inferiore a quella di altri fattori di rischio, come l'istruzione e il fumo. Tuttavia, a causa del numero di persone esposte all'inquinamento atmosferico, le implicazioni per la salute a livello di popolazione potrebbero essere sostanziali.


"Dato l'enorme numero di casi di demenza, identificare i fattori di rischio modificabili fruibili per ridurre l'onere della malattia avrebbe un enorme impatto personale e sociale", ha affermato Weisskopf. "L'esposizione al PM2.5 e altri inquinanti atmosferici è modificabile in una certa misura con comportamenti personali, ma soprattutto con la regolamentazione".

 

 

 


Fonte: Harvard University (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: EH Wilker, M Osman, MG Weisskopf. Ambient air pollution and clinical dementia: systematic review and meta-analysis. BMJ, 2023, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.