Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Studio scopre che ignoriamo ancora molto sul declino cognitivo in vecchiaia

I fattori di rischio legati al declino cognitivo degli anziani spiegano una quantità sorprendentemente modesta della grande variabilità nelle capacità mentali tra gli anziani, secondo un nuovo studio.


I ricercatori hanno scoperto che i fattori che di solito vengono associati al funzionamento cognitivo (stato socioeconomico, l'istruzione e la razza) spiegano solo il 38% della variabilità del funzionamento degli americani di 54 anni. I comportamenti sanitari come evitare l'obesità e il fumo e fare esercizio fisico vigoroso hanno avuto solo piccoli effetti sul funzionamento quando le persone hanno raggiunto quell'età.


Inoltre, i fattori studiati hanno spiegato solo il 5,6% della variazione nella rapidità di declino del funzionamento cognitivo delle persone tra 54 e 85 anni di età.


"C'è ancora molto che non sappiamo sul perché il funzionamento cognitivo varia così tanto tra gli anziani", ha affermato Hui Zheng, primo autore dello studio e professore di sociologia alla Ohio State University. "Sono urgenti e necessarie ricerche per scoprire le cause principali della rapidità con cui declina il funzionamento cognitivo e come possiamo rallentare la sua progressione".


Zheng ha condotto lo studio con Kathleen Cagney, prof.ssa di sociologia all'Università del Michigan, e Yoonyoung Choi, dottoranda della Ohio State. Il loro studio, pubblicato l'8 febbraio 2023 su PLOS ONE, ha esaminato i dati di 7.068 nati tra il 1931 e il 1941, iscritti all'Health and Retirement Study dal 1996 al 2016. I ricercatori hanno misurato il loro funzionamento cognitivo a 54 anni e come è declinato fino all'età di 85 anni.


Lo studio fornisce un'analisi più robusta rispetto agli studi precedenti perché ha usato un grande campione rappresentativo dell'intera nazione USA e ha seguito i partecipanti per decenni, usando una vasta gamma di possibili predittori di funzionamento cognitivo, ha affermato Zheng.


Il predittore più importante del funzionamento cognitivo a 54 anni è stata l'istruzione, che ha spiegato circa il 25% della differenza tra le persone, secondo i risultati. Seguivano la razza, la ricchezza e il reddito delle famiglie, l'istruzione dei genitori, l'occupazione e la depressione. I contributi delle malattie croniche, dei comportamenti sanitari, del genere, dello stato civile e della religione erano piuttosto bassi, meno del 5%.


I ricercatori hanno scoperto che la variabilità del funzionamento cognitivo a 54 anni era tre volte maggiore rispetto alla rapidità del declino cognitivo nei successivi 30 anni. Come spiega Zheng:

"Abbiamo scoperto che il tasso di declino cognitivo era molto più simile tra i partecipanti rispetto al funzionamento cognitivo al basale che abbiamo trovato a 54 anni.

"Nel complesso, tutti i fattori esaminati in questo studio hanno spiegato solo il 5,6% della variazione nel declino del funzionamento cognitivo con l'età.

"Dal punto di vista dell'intervento, ciò suggerisce che è molto più importante cercare di migliorare il funzionamento al basale piuttosto che cercare di rallentare il tasso di declino".


Zheng ha affermato che una scoperta particolarmente interessante è che il numero di anni di istruzione non era associato al tasso di declino del funzionamento dopo i 54 anni, ma il possesso di una laurea ha avuto un piccolo effetto protettivo, che ha spiegato l'1,7% della variazione nel declino da età.


Il valore di una laurea supporta l'ipotesi della 'riserva cognitiva', secondo la quale il cervello di alcune persone ha la capacità di trovare modi alternativi per risolvere i problemi e far fronte alle sfide quando hanno un tipo di danno al cervello.


"L'università può fornire un ambiente particolarmente ricco per lo sviluppo cognitivo, che può aiutare le persone a sviluppare questa riserva cognitiva", ha affermato Zheng.


Una spiegazione del calo del funzionamento cognitivo che questo studio non ha potuto considerare è un fattore genetico: il gene ApoE4. È stato scoperto che quel gene aumenta il rischio di sviluppare la demenza, compreso l'Alzheimer. Ma altri studi dimostrano che la demenza, compreso l'Alzheimer, rappresenta solo il 41% del declino cognitivo tra gli anziani.


"Il declino cognitivo è pervasivo negli anziani, anche quelli senza demenza, motivo per cui è importante studiare altri predittori di funzionamento e declino cognitivo", ha affermato Zheng. “Però il nostro studio genera più domande che risposte. Abbiamo ancora molta strada da fare per comprendere le traiettorie del funzionamento cognitivo negli anziani".

 

 

 


Fonte: Jeff Grabmeier in Ohio State University (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: H Zheng, K Cagney, Y Choi. Predictors of cognitive functioning trajectories among older Americans: A new investigation covering 20 years of age- and non-age-related cognitive change. PLOS ONE, 2023, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Studio rafforza il legame tra vaccino contro l'herpes zoster e minore ris…

10.04.2025 | Ricerche

La nuova analisi di un programma di vaccinazione in Galles ha scoperto che il vaccino contro l'he...

Gas xeno potrebbe proteggere dall'Alzheimer, almeno nei topi; previsti te…

30.01.2025 | Ricerche

Molti dei trattamenti perseguiti oggi per proteggere dal morbo di Alzheimer (MA) sono co...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Il nuovo collegamento tra Alzheimer e inquinamento dell'aria

13.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Il mio primo giorno a Città del Messico è stato duro. Lo smog era così fitto che, mentre...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Il cammino può invertire l'invecchiamento del cervello?

2.09.2021 | Esperienze & Opinioni

Il cervello è costituito principalmente da due tipi di sostanze: materia grigia e bianca...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.