Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Due fattori di rischio di Alzheimer influenzano più gli uomini che le donne

Scienziati dell'Università dell'Alberta (Canada) hanno trovato una differenza inaspettata tra i sessi nel modo in cui un particolare gene interagisce con la salute vascolare per influenzare la perdita di memoria.

BrainVascularNetwork

Gli scienziati dell'Università dell'Alberta hanno scoperto che importanti fattori di rischio nel morbo di Alzheimer (MA) interessano in modo molto diverso maschi e femmine.


"Due tipi di rischio per il MA funzionano in modo diverso per maschi e femmine, e lo fanno drasticamente", afferma Mackenzie Heal, dottoranda di neuroscienze e prima autrice di questa ricerca.


Nello studio su larga scala, i ricercatori hanno usato la neuroinformatica per analizzare i dati di 623 anziani, per 44 anni della loro vita (da 53 a 97 anni), tratti dal database del Victoria Longitudinal Study. I ricercatori hanno esaminato due fattori di rischio di MA conosciuti: un gene chiamato bridging integrator 1 (BIN1) e la salute vascolare, misurata dalla pressione del polso.


Hanno quindi confrontato tra maschi e femmine un sintomo precoce noto: il declino della memoria episodica, quella che registra eventi quotidiani, come cosa abbiamo mangiato a colazione il giorno prima.


"Nello studio, abbiamo scoperto che, per chiunque, il declino della memoria era influenzato negativamente dalla cattiva salute vascolare (alta pressione del polso)"
, spiega la Heal. "Secondo, per quelli con il rischio genetico BIN1, anche una buona pressione del polso non riusciva a proteggerli dalla perdita di memoria. E terzo, per i maschi con rischio genetico BIN1 e cattiva salute vascolare, la discesa era molto più ripida, mostrando un forte declino della memoria, mentre per le femmine non era così".

 

Alle donne viene diagnosticato più spesso il MA

Questa scoperta è inaspettata perché alle donne viene diagnosticato il MA più spesso degli uomini. Ci sono diverse ragioni per questo, una è che le donne vivono più a lungo degli uomini, ma ci sono altri cambiamenti neurobiologici e ormonali nella mezza età che hanno un ruolo.


"Scoprire che questi due fattori di rischio non hanno lo stesso impatto sulle donne parla dell'importanza di considerare le differenze tra uomini e donne quando si diagnostica e si tratta il MA", afferma il coautore Roger Dixon, professore di psicologia all'Università dell'Alberta. "Sono necessari approcci di medicina di precisione, per una persona con un profilo di rischio potrebbe essere necessario un trattamento diverso rispetto a un'altra, e questo ha importanti implicazioni per la prevenzione e il trattamento".

 

Insorgenza insidiosa

I ricercatori hanno esaminato i dati di 44 anni perché il MA ha "una insorgenza insidiosa", osserva Dixon:

“Ciò significa che inizia molto prima di poterlo diagnosticare. Nel cervello ci sono cambiamenti, che sono i primi segnali della malattia, non solo 5, ma 10,15, 20 anni prima della diagnosi. Una cosa che molti ricercatori stanno facendo è cercare di trovare quelle persone che sono maggiormente a rischio per il MA molto prima che sia evidente, perché una volta che si manifesta non c'è più molto da fare se non alleviare alcuni dei sintomi".


Il problema è come identificare le persone ad alto rischio, come dice Dixon:

"Fortunatamente, ci sono diversi studi longitudinali su larga scala in cui seguiamo gli anziani e produciamo traiettorie di cambiamento nel tempo dei fattori rilevanti per il MA, ed è qui che arriva lo studio di Mackenzie. Abbiamo bisogno che neuroinformatica e tecnologie analitiche ci aiutino a identificare le combinazioni di rischio che sono più problematiche per gli individui".

 

Percorsi per la prevenzione

Secondo Dixon, un altro fattore complicante è che tutti accumulano alcuni fattori di rischio con l'età e ce ne sono diversi che possono portare al MA. Quindi non esiste un singolo fattore di rischio che può indicare ai ricercatori chi lo avrà, o no; è una combinazione che si dipana nel tempo. Ma con i dati giusti, si può tracciare e identificare chi è più a rischio, dice.

"Ci sono molti percorsi che portano a MA, quindi lo studio ha esaminato sia il rischio genetico che la salute vascolare, da soli e insieme", afferma Dixon. "Alcuni percorsi portano al MA e alcuni vi si allontanano. Quello che stiamo facendo qui è trovare dei sottotipi, come definiti da questi fattori di rischio, e identificare quali hanno più probabilità di trarre benefici da un certo tipo di intervento sul rischio o di intervento di riduzione del rischio".


"Dobbiamo essere in grado di determinare prima i fattori di rischio", aggiunge la Heal, "perché attualmente non esiste una cura per il MA".

 

 

 


Fonte: Ramona Czakert Franson in University of Alberta (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Mackenzie Heal, ...[+4], RA Dixon. Bridging Integrator 1 (BIN1, rs6733839) and Sex Are Moderators of Vascular Health Predictions of Memory Aging Trajectories. J Alzheimers Dis., 2022, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 



Notizie da non perdere

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee g...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle cap...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.