Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Studio dei biomarcatori permette di trattare meglio la demenza a esordio precoce

fFTD by disease ageAtrofia cerebrale per fase stimata di malattia nella demenza frontotemporale familiare.

La demenza frontotemporale (FTD), una forma comune di demenza ad esordio precoce, è contrassegnata da disabilità nel comportamento, nel linguaggio e talvolta nella funzione motoria. A differenza del morbo di Alzheimer (MA), ricercatori e clinici finora non erano stati in grado di prevedere accuratamente l'insorgenza dei sintomi per gli individui che hanno una forma familiare della condizione.


Anche se c'è stata una crescita significativa nello sviluppo di terapie mirate alle forme familiari di demenza del lobo frontotemporale (f-FTD, familial forms of frontotemporal lobe dementia), c'è la necessità urgente e insoddisfatta di organizzare studi clinici per testare queste terapie a causa della rarità di partecipanti ammissibili con mutazioni, e della mancanza di esperienza con il test delle terapie nei portatori pre-sintomatici di mutazione f-FTD.


Sebbene la f-FTD sia rara, i geni che causano questa malattia sono fortemente implicati anche in disturbi neurologici più comuni come il MA e la sclerosi laterale amiotrofica, suggerendo che l'identificazione di trattamenti f-FTD efficaci potrebbero accelerare lo sviluppo dei trattamenti per malattie più comuni.

 

Uso dei biomarcatori per ridurre la dimensione del campione

In uno studio pubblicato su Nature Medicine il 22 settembre 2022, Adam Staffaroni PhD e Adam Boxer MD/PhD, ricercatori dell'Università della California di San Francisco, hanno combinato e armonizzato biomarcatori clinici, di neuroscansione e fluidi di quasi tutti i partecipanti alle ricerche cliniche sulla FTD familiare nel Nord America e in Europa. Con tali dati, hanno sviluppato modelli di dinamiche cliniche e di biomarcatori per determinare la sequenza temporale dei cambiamenti clinici e nei biomarcatori nell'f-FTD prima dell'inizio della progressione della malattia.


Con un campione di oltre 1.000 membri affini di FTD familiare (con dati degli studi ALLFTD in Nord America e GENFI in Europa), hanno scoperto che l'atrofia cerebrale e gli aumenti plasmatici del neurofilamento a catena leggera (NfL) erano misurabili anni prima dell'inizio dei sintomi, aprendo la strada all'uso di questi biomarcatori negli studi clinici di terapie che potrebbero prevenire o ritardare i sintomi di f-FTD.


"I modelli forniscono una tabella di marcia per lo sviluppo di nuovi biomarcatori e obiettivi clinici che possono migliorare il potere di rilevare gli effetti del trattamento nelle fasi pre-sintomatiche della malattia", ha affermato Boxer, professore di memoria e invecchiamento nel Dipartimento di Neurologia dell'UCSF.


"Abbiamo condotto simulazioni di studi clinici per stimare le dimensioni dei campioni per pianificare studi clinici f-FTD e abbiamo scoperto che la combinazione tra dati clinici e biomarcatori come criterio di inclusione può ridurre le dimensioni del campione necessarie per rilevare gli effetti del trattamento", ha affermato Staffaroni, assistente professore di neurologia all'UCSF.


Usando modelli multimodali per la progressione della f-FTD che includevano punteggi clinici e neuropsicologici longitudinali, volumi di cervello regionali e NfL plasmatico in 796 portatori e 412 controlli non portatori, i ricercatori hanno scoperto che l'ordinamento temporale dei cambiamenti clinici e dei biomarcatori differiva nei portatori delle mutazioni C9orf72, GRN e MAPT, mentre gli individui passavano dalla malattia asintomatica a quella sintomatica.

 

Accelerare nuovi trattamenti

"Questi risultati mostrano per la prima volta che ci sono cambiamenti distinti in alcuni biomarcatori che possono aiutare i medici a prevedere se e quando una persona che nasce con una variante del gene FTD inizierà a riscontrare i problemi comportamentali e cognitivi associati alla malattia", ha affermato John K. Hsiao MD, direttore del programma al National Institute on Aging. "I risultati potrebbero accelerare lo sviluppo di nuovi trattamenti per questo disturbo devastante".


Usando questi modelli, i ricercatori sono riusciti a stimare i criteri di iscrizione alla sperimentazione clinica e le dimensioni del campione per gli studi clinici sulla prevenzione della malattia nei portatori di mutazione asintomatica o per curare la malattia nelle persone che sono già lievemente colpite.


Nelle simulazioni di esperimenti sulla prevenzione che impiegano la selezione dei pazienti in base ai modelli, l'atrofia e il NfL erano gli obiettivi migliori di studio, mentre le misure cliniche erano potenziali obiettivi negli studi su sintomatici precoci.


"Questi modelli di progressione della malattia faciliteranno la pianificazione degli studi clinici per l'f-FTD"
, ha affermato Boxer. "Riteniamo che il nostro studio evidenzi l'importanza di identificare i partecipanti alla sperimentazione ammissibili al di fuori dell'Europa e del Nord America per massimizzare la capacità di identificare nuove terapie efficaci".


Per rispondere alla necessità di partecipanti alla ricerca clinica sull'f-FTD, Boxer e il prof. Jonathan Rohrer della University College London stanno guidando una collaborazione globale chiamata FTD Prevention Initiative per riunire coorti genetiche di FTD di tutta Europa, Nord America, Sud America, Australasia e Asia.

 

 

 


Fonte: UCSF-University of California, San Francisco via NewsWise (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: AM Staffaroni, ...[+102], AL Boxer. Temporal order of clinical and biomarker changes in familial frontotemporal dementia. Nature Medicine, 22 Sep 2022, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Curare l'Alzheimer: singolo proiettile magico o sparo di doppietta?

20.03.2025 | Esperienze & Opinioni

Perché i ricercatori stanno ancora annaspando nella ricerca di una cura per quella che è...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)