Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Declino cognitivo, demenza e inquinamento atmosferico: rapporto GB sui possibili legami

Comunicato del 25 luglio 2022 del COMEAP-Committee on the Medical Effects of Air Pollutants (comitato per gli effetti medici degli inquinanti atmosferici) istituito dal governo della Gran Bretagna:

Il COMEAP nel 2017 ha istituito un sottogruppo per esaminare le prove che collegano l'esposizione agli inquinanti atmosferici con il declino cognitivo e la demenza. Abbiamo intrapreso una revisione delle prove epidemiologiche pertinenti e abbiamo anche esaminato, più brevemente, una serie di aspetti delle prove relative a possibili meccanismi attraverso i quali gli inquinanti atmosferici ambientali potrebbero causare o contribuire a questi effetti.


Negli ultimi 15-20 anni sono emerse in modo sensibile evidenze epidemiologiche che collegano l'esposizione agli inquinanti atmosferici agli effetti sul cervello, che si manifestano come effetti sulla cognizione e sullo sviluppo della demenza. Abbiamo concluso che l'evidenza ora suggerisce un'associazione tra inquinanti atmosferici e un'accelerazione del declino della funzione cognitiva, spesso associata all'invecchiamento e al rischio di sviluppare la demenza.


Esistono numerosi meccanismi biologici plausibili attraverso i quali gli inquinanti atmosferici potrebbero causare effetti sul cervello che portano a un declino cognitivo accelerato e alla demenza. Alcuni di questi sono stati dimostrati in studi sperimentali. Pensiamo che siano indicazioni forti degli effetti degli inquinanti atmosferici sul sistema cardiovascolare che hanno un effetto secondario sul cervello.


Il COMEAP ha già concluso che l'esposizione a lungo termine agli inquinanti atmosferici danneggia il sistema cardiovascolare (COMEAP 2006, 2018) e riteniamo che tali effetti abbiano un effetto sull'afflusso di sangue al cervello. A noi sembra plausibile che un tale effetto possa portare a danni al cervello. Consideriamo quindi probabilmente causale, per questo meccanismo, l'associazione tra l'esposizione agli inquinanti atmosferici e gli effetti sul declino cognitivo e sulla demenza.


Sono stati suggeriti numerosi meccanismi con cui gli inquinanti atmosferici potrebbero avere effetti diretti sul cervello. Questi includono la traslocazione di piccole particelle dai polmoni al flusso sanguigno e quindi al cervello. L'evidenza suggerisce che una piccola parte di particelle molto piccole che sono inalate può entrare nel cervello, sia dal sangue che attraverso i nervi olfattivi che portano dai passaggi nasali ai bulbi olfattivi.


Ciò che è molto meno chiaro è se l'esposizione alle concentrazioni ambientali di materiale particolato provoca una traslocazione sufficiente per produrre danni al cervello. Il nostro studio sulla letteratura ha suggerito che le particelle che entrano nel cervello vengono eliminate solo lentamente dal cervello, ammesso che lo siano. Questo è chiaramente un punto a favore del suggerimento che il materiale particolato che entra nel cervello potrebbe produrre effetti dannosi.


Studi su animali e in vitro di materiale particolato ultrafine, di scarico di motori diesel o di ozono hanno tutti mostrato effetti sul cervello o sulle cellule cerebrali. I meccanismi coinvolti includono la generazione e il rilascio di radicali liberi all'interno del cervello e l'induzione di una risposta infiammatoria, 2 meccanismi che sembrano essere collegati.


Studi sperimentali hanno generalmente usato l'esposizione a concentrazioni più elevate di inquinanti ambientali e sono stati condotti per brevi periodi di tempo, quindi non è chiaro quante informazioni potrebbero darci sugli effetti nelle popolazioni umane cronicamente esposte a concentrazioni più basse. Tuttavia, indicano che un certo numero di inquinanti comuni possono influire sulla funzione cerebrale.


La nostra fiducia nella probabile causalità dell'associazione tra esposizione agli inquinanti atmosferici e effetti sulla cognizione a seguito di effetti sul sistema cardiovascolare ci ha portato a considerare se l'evidenza fosse sufficiente per consentire la quantificazione dell'effetto.


Consideriamo inadeguata l'attuale base di prove per quantificare direttamente gli effetti degli inquinanti atmosferici sul declino cognitivo o sulla demenza. Ciò è in parte dovuto al fatto che gli studi epidemiologici disponibili sono troppo eterogenei per essere adatti a consentire che la meta-analisi sia usata per dedurre una stima sommaria degli effetti.

[...]

Concludiamo che:

  • L'evidenza epidemiologica suggerisce un'associazione tra esposizione agli inquinanti atmosferici ambientali e il rischio sia di sviluppare la demenza che di accelerazione del declino cognitivo. La letteratura epidemiologica è incoerente nell'individuare l'inquinante che è maggiormente associato a questi effetti.
  • Vi sono prove che l'inquinamento atmosferico, in particolare l'inquinamento atmosferico da particolato, aumenta il rischio cardiovascolare, compresa la malattia cerebrovascolare. È noto che queste malattie hanno effetti avversi sulla funzione cognitiva. È quindi nostra opinione che probabilmente c'è un'associazione causale tra inquinamento atmosferico del particolato e effetti sulla funzione cognitiva nelle persone anziane.
  • La base di prove è attualmente inadeguata per consentire la quantificazione diretta usando una meta-analisi di studi epidemiologici che collegano l'inquinamento atmosferico con il declino cognitivo o la demenza. La quantificazione diretta del declino cognitivo o della demenza associata all'inquinamento atmosferico sarebbe quindi soggetta a incertezza.
  • Potrebbe essere possibile sviluppare un metodo indiretto per quantificare gli effetti cognitivi secondari degli effetti dell'inquinamento del particolato sulla malattia cardiovascolare. Ciò richiederebbe una revisione delle prove relative al legame quantitativo tra esiti finali cardiovascolari e effetti sulla cognizione.

 

 

 


FonteCommittee on the Medical Effects of Air Pollutants (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Rapporto completo (.pdf)

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Il cammino può invertire l'invecchiamento del cervello?

2.09.2021 | Esperienze & Opinioni

Il cervello è costituito principalmente da due tipi di sostanze: materia grigia e bianca...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Allenamento con i pesi protegge il cervello delle persone anziane dalla demenz…

15.04.2025 | Ricerche

Uno studio, condotto presso l'Università di Stato di Campinas (Brasile), ha scoperto che dopo sei...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.