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Quando la memoria svanisce nella demenza, l'arte è la chiave dell'anima

Ho lavorato per decenni come assistente sociale diplomata in Gerontologia e ho incontrato molte persone con disturbi gravi della memoria. Una delle questioni più difficili è stato trovare il modo di comunicare.


La perdita di memoria non significa che una persona non sia raggiungibile. Non significa che non può esprimere emozioni. Significa, come la vedo io, che la sua vita è più interna e, in qualche modo, espressa in gran parte attraverso simboli, piuttosto che parole. Lo so per essere stata assistente sociale e lo so per avere avuto un genitore con demenza.


'Memories in the Making' (ricordi nel fare) è un programma di arte per le persone con morbo di Alzheimer (MA) o una forma correlata di demenza. Ho seguito il corso di formazione lo scorso anno per imparare come usarlo nella pratica e perché volevo imparare nuovi modi di affrontare la mia stessa vita interna.


Memories in the Making è destinato alle persone con demenza. La demenza è causata da una lunga lista di malattie che comprendono il MA, la demenza da corpi di Lewy, la demenza vascolare, l'Huntington, la demenza frontotemporale, le lesioni cerebrali traumatiche e altre. Anche le persone con lieve decadimento cognitivo possono avere benefici dall'arte. Memories in the Making è stato implementato in tutti gli Stati Uniti e in Spagna, Ecuador e Australia.


Si noti il ​​nome di questo programma unico. È realmente il fare, il creare e il realizzare opere d'arte che evoca ricordi per la persona, l'artista. I ricordi sono importanti, in particolare per la persona con demenza. I ricordi, in un certo senso, detengono la verità emotiva e l'esperienza del singolo. Per un caregiver, parlare di ricordi e permettere a una persona di rievocare il passato, il modo in cui erano le cose, può essere calmante, inclusivo e amorevole. Prova.


Ancora, una della sfide di fronte ai caregiver familiari è programmare attività significative che aiutino la persona di cui si occupano ad essere impegnata e soddisfatta. Se hai un tuo caro con demenza o altri danni al cervello, potresti provare a colorare o dipingere con lui. Il risultato finale non è importante; è il processo che conta. Parlare, ascoltare, confermare, essere con l'individuo e, allo stesso modo, sentire la sua presenza in modo diverso rispetto a quando la sua memoria era migliore, è lo scopo.


Ho contattato Ben Allen, Coordinatore di Memories in the Making all'Alzheimer's Orange County, proprietario del marchio nazionale di questo meraviglioso programma. Il personale sta attualmente lavorando per dare formazione certificata ai fornitori di assistenza disponibili da remoto.

 

Meredith: Come è cominciato Memories in the Making?

Ben: È iniziato nel 1998, quando Selly Jenny ha voluto usare l'arte per coinvolgere e comunicare con la madre che aveva il MA. Selly aveva una formazione artistica e credeva che l'arte sarebbe stata un modo con cui le persone con demenza avrebbero potuto esprimersi anche se la loro capacità di parlare era persa con la malattia. Ha collaborato con LaDoris 'Sam' Heinly, che aveva esperienza di arte terapia, e insieme hanno creato quello che oggi è il programma dell'arte di Alzheimer's Orange County.

 

Meredith: Usate vernici? Matite?

Ben: Il mezzo che consigliamo è l'acquarello perché i colori ad acquerello sono atossici e se si versano sugli indumenti, si possono lavare facilmente. E se il dipinto non viene come vogliono, prendiamo semplicemente un altro foglio di carta da acquerello e li incoraggiamo a ricominciare da capo, o trovare un'altra immagine da copiare.

 

Meredith: Descrivi una sessione.

Ben: Le sessioni d'arte di Memories in the Making si svolgono in una vasta gamma di ambienti, come le strutture di assistenza della memoria, i centri diurni per adulti, le biblioteche e i centri per anziani. Le sessioni durano da un'ora a un'ora e mezza. Caregiver e familiari possono essere presenti.

Il ruolo primario del facilitatore d'arte è creare un ambiente accogliente e invitante dove gli artisti possono rilassarsi e divertirsi mentre dipingono. È importante avere a disposizione prima la sala d'arte e preparare i materiali. Consigliamo ai facilitatori d'arte di avere una raccolta di immagini tra cui gli artisti possono scegliere, per ispirazione. I vecchi calendari da parete con le pagine divise sono perfetti. Raggrupparli in categorie: fiori, paesaggi, animali, ecc., perché questo rende più facile agli artisti sfogliarli e selezionare.

 

Meredith: cosa succede se qualcuno non riesce a iniziare?

Ben: Dobbiamo sempre ricordare che l'artista può avere una capacità limitata di impegnarsi in una conversazione o anche di rispondere a domande semplici. Se un artista ha problemi ad iniziare, il facilitatore potrebbe sedersi accanto a lui e dipingere usando la stessa ispirazione. Le domande aperte sono le migliori.

 

Meredith: Suonate musica? Se sì, perché?

Ben: La musica è importante per diverse ragioni. Crea uno stato d'animo confortevole e, quando le persone sentono la musica con cui sono cresciute, tornano in primo piano i ricordi che sono associati ad emozioni positive, facilitando la riminiscenza e la creatività. Spesso, le persone la cui demenza è avanzata e sono diventate completamente non-verbali cantano la musica della loro gioventù o iniziano a parlare di nuovo mentre ascoltano la musica preferita.

Memories in the Making non è insegnamento dell'arte; usa l'arte per stabilire una connessione con l'artista e consentirgli di esprimersi come vuole. Mi viene in mente il mio documentario preferito, 'Alive Inside' sul potere della musica per le persone con demenza. Lo hai visto? È una bella storia. Lo consiglio vivamente.

 

Meredith: Arte e attività non verbali sono meravigliose perché ci permettono di bypassare le parole e ricadono in un mezzo di espressione meno filtrato. Non c'è nulla che richiede di essere spiegato, che, per me, è di grande valore e un servizio al sé. Perché, secondo te, l'arte è un mezzo così meraviglioso quando si lavora con persone con disturbi della memoria?

Ben: Un mezzo di espressione meno filtrato. Mi piace. Sai, il processo di creazione dell'arte richiede che noi giochiamo semplicemente. Da adulti, spesso perdiamo la capacità di giocare e di esplorare che avevamo da bambini. Nel corso del tempo, abbiamo preso l'abitudine di filtrare le nostre espressioni per soddisfare ciò che pensiamo che gli altri si aspettino. Penso che sia stato il dott. Suess che ha detto, "Gli adulti sono solo bambini obsoleti". Cioè, quando perdiamo il nostro senso di curiosità e la volontà di lasciarsi andare e vedere cosa succede quando si gioca, si perde una grande parte di ciò che ci rende umani.

È interessante notare che le persone con demenza hanno spesso un senso maggiore di libertà e una brama di auto-espressione. Non è insolito per gli artisti dire cose come "Sai, ero un ingegnere, ma ora sono un artista!". E puoi sentire l'entusiasmo e la soddisfazione che hanno in quella che è diventata una nuova occupazione.

Quella occupazione ritrovata e il senso di scopo sono grandi vantaggi per l'artista. Inoltre, il processo creativo è calmante, migliora la qualità della vita per l'artista e per tutti gli altri nella sua vita.

In alcuni casi, soprattutto quando un artista è diventato non-verbale, impariamo cose su di lui attraverso la sua arte che non ci può più dire verbalmente. I ricordi sembrano galleggiare verso la superficie e diventare verbalizzati.

Uno dei miei collaboratori ha coniato una frase che descrive molto bene Memories in the Making: "Quando le parole svaniscono, l'arte parla". Un altro dei miei colleghi stava guardando alcuni dipinti appena incorniciati e ha detto: "Parlano di vita, non di demenza". Direi che è la linea di fondo, Memories in the Making ci aiuta tutti a vedere che c'è una vita da vivere anche dopo una diagnosi di demenza.

 

 

 


Fonte: Meredith Resnick LCSW in Psychology Today (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

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Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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