Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Perché i disturbi del sonno sono così comuni nella demenza?

I disturbi del sonno sono incredibilmente comuni nella demenza. Se il tuo caro ha difficoltà ad addormentarsi, si sveglia nel mezzo della notte e si mette a vagare, o dorme durante la giornata, la domanda a cui rispondere è il motivo per cui si verificano queste interruzioni del sonno.


Una volta che abbiamo capito il motivo per cui si verificano possiamo lavorare per migliorare la situazione. Qui prendiamo in considerazione la rottura del sonno causata da problemi nel ciclo di sonno e dall'igiene del sonno; nel prossimo articolo vedremo i disturbi del sonno.

 

Il sonno dipende principalmente da due fattori: pressione del sonno e ritmo circadiano

Due processi lavorano insieme per determinare quando siamo addormentati e svegli:

  • Pressione del sonno (chiamato anche debito di sonno), che si accumula mentre siamo svegli; più restiamo svegli, maggiore è la pressione che sentiamo a dormire. La pressione del sonno è legata all'accumulo di alcune sostanze chimiche nel cervello, i cui livelli di tornano alla normalità quando dormiamo.
  • Ritmo circadiano, che governa i nostri modelli normali quotidiani di sonno e veglia; è il motivo per cui possiamo svegliarci prima che la sveglia suoni e il motivo per cui si soffre di jet lag. Il nostro ritmo circadiano è fissato dalla luce che vediamo durante il giorno, che innesca il rilascio di melatonina ore più tardi. La melatonina è un ormone che il nostro corpo produce per renderci assonnati.

 

I disturbi del sonno possono essere dovuti ad attività a letto, all'entrata in un ciclo cattivo, o per cercare di dormire troppo

Più del 10% delle persone hanno difficoltà ad addormentarsi (insonnia) o un altro problema di sonno. Anche se i problemi di sonno possono essere dovuti a un disturbo medico, più spesso sono legati a cattive abitudini di sonno. Se il tuo caro trascorre molte ore a letto facendo attività da sveglio, può avere difficoltà a dormire in quel letto quando vuole. La sensazione di essere a letto dovrebbe essere un segnale al corpo che è il momento di andare a dormire.


È meglio usare il letto solo per dormire e per l'attività sessuale, anche se molte persone stanno bene se passano un breve periodo a leggere o guardare la televisione a letto prima di dormire. Se, tuttavia, si passano ore a letto parlando al telefono, mangiando, o facendo altre attività, vengono inviati segnali sbagliati al corpo su cosa serve il letto.


Un altro problema comune è quando entriamo in un ciclo di sonno cattivo. Questo problema si verifica in genere quando si rimane alzati fino a tarda notte o si rimane a letto troppo a lungo al mattino. Restare alzati fino a tardi di solito si verifica a causa di una certa attività in cui si è impegnati, come uscire con gli amici, guardare la televisione o leggere fino a tarda notte.


Dormire troppo a lungo al mattino può essere semplicemente il nostro tentativo di compensare per essere andati a letto tardi. Ma può anche essere dovuto a un tentativo di dormire troppe ore. La maggior parte delle persone ha bisogno di circa otto ore di sonno ogni notte, la gamma media è tra 7 e 9.


Molte persone pensano di aver bisogno di più sonno quando invecchiano, ma in realtà non è vero. In media, gli anziani hanno bisogno della stessa quantità di sonno di quando erano più giovani, o forse anche trenta minuti in meno! Così, il sonno medio degli anziani è tra 6,5 e 9 ore.


A volte queste difficoltà possono essere estreme. Di recente ho visto un individuo con demenza la cui famiglia ci ha chiesto di prescrivere sonniferi perché restavano svegli ogni notte fino alle tre del mattino. Si è scoperto, tuttavia, che il problema era che andavano a letto alle sette, quindi alle tre del mattino avevano già dormito otto ore!

 

Brevi sonnellini vanno bene come parte del totale di sonno

Cosa c'è di sbagliato nel fare un pisolino nel pomeriggio? Assolutamente niente! Anche un breve pisolino può alleviare la pressione del sonno che si accumula durante il giorno. Inoltre, i sonnellini pomeridiani sono in realtà costruiti nel nostro ritmo circadiano.


È per questo che in paesi come la Spagna e l'Italia è comune fare una siesta nel pomeriggio. Le due cose importanti da ricordare sui sonnellini è che essi dovrebbero essere brevi, non più di un'ora, e che contano come parte del totale delle ore di sonno.


Quindi, se il tuo caro dormiva otto ore ogni notte e si sentiva riposato quando stava lavorando e, ora che è in pensione, fa un pisolino di un'ora ogni giorno, va bene, ma dovrebbe ridurre il suo sonno notturno a 7 ore in modo da non dormire troppo.

 

 

 


Fonte: Andrew Budson MD, professore di neurologia all'Università di Boston, docente di neurologia ad Harvard.

Pubblicato su Psychology Today (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Tre modi per smettere di preoccuparti

29.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Sai di essere una persona apprensiva se ti identifichi con Flounder in La Sirenetta o co...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Cosa accade nel cervello che invecchia

11.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Il deterioramento del cervello si insinua sulla maggior parte di noi. Il primo indizio p...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

È lo scopo o il piacere la chiave della felicità mentre invecchiamo?

19.11.2021 | Esperienze & Opinioni

I benefici di avere un senso di scopo nella vita sono davvero incredibili. Le persone co...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

36 abitudini quotidiane che riducono il rischio di Alzheimer

2.07.2018 | Esperienze & Opinioni

Sapevi che mangiare carne alla griglia potrebbe aumentare il rischio di demenza? O che s...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.