Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Perchè il bilinguismo è così efficace contro l'Alzheimer?


Negli ultimi anni, ricercatori e scienziati di tutto il mondo hanno esaminato sempre di più l'Alzheimer, per trovare non solo la causa della malattia, ma sopratutto il modo di fermarne lo sviluppo o di ritardarla il più possibile.


Sono state delineate molte teorie e previsioni che possano indurre sia un'insorgenza ritardata della malattia o la sua prevenzione.


La ricerca ha dimostrato che qualsiasi tipo di esercizio cerebrale regolare fa bene, ma sono stati fatti molti studi, in particolare, con il bilinguismo e l'Alzheimer.


Gli scienziati sono interessati al ruolo che hanno le lingue straniere sul cervello e come l'attività cerebrale costante, legata all'uso attivo di una lingua diversa, aiuta a prevenire o ritardare l'insorgenza della demenza e, in particolare dell'Alzheimer.


Secondo Sirbu et al. (2), "gli studi dimostrano che gli anziani con un'attività cognitiva intensa e regolare hanno un rischio minore di sviluppare demenza, indipendentemente dalla loro precedente formazione".


Molti scienziati concordano sul fatto che allenamento cerebrale, attività ed 'esercizio' costanti, prevengono l'insorgenza e lo sviluppo della malattia. Se pensi al bilinguismo e all'Alzheimer, ad alcuni sintomi precoci e alla progressione della malattia, potresti probabilmente vedere come l'acquisizione di un nuovo modo di comunicare potrebbe ritardare la demenza.


Imparare una nuova lingua, o anche due, aiuta a tenere al lavoro il nostro cervello giorno dopo giorno e, come hanno dimostrato gli studi, è molto importante fare allenamento per il cervello per evitare qualsiasi tipo di demenza.

 

Bilinguismo e Alzheimer: come funziona?

Come aiuta il bilinguismo a rafforzare e allenare il cervello? Beh, se hai mai provato ad imparare un'altra lingua, ti sarai reso conto di conoscere tutte le piccole regole grammaticali e le tecniche necessarie per parlare fluentemente. Sei consapevole del fatto che le frasi che significano una cosa in una lingua, potrebbero significare esattamente il contrario nell'altra.


Essere bilingue è realizzare in ogni momento le differenze tra le lingue. Anche se il tuo livello della seconda lingua è così alto che non devi tradurre le parole dalla tua lingua madre, inconsciamente sei sempre consapevole di questo secondo significato delle parole che si dicono e che si usano. Le due lingue sono sempre attive e sono lì, pronte ad essere usate quando e dove necessario; è per questo che i veri bilingui sono in grado di passare da una lingua all'altra quasi simultaneamente.


Tutto questo dà un cervello un regime di esercizio costante e, se lo confrontiamo con l'esercizio fisico, sappiamo che più ci alleniamo, più migliorano e diventano grandi i muscoli. E' la stessa identica cosa con il cervello. Questo allenamento costante aiuta il cervello a 'rimanere in forma', per così dire.


Dopo aver appreso tutto questo si può capire perché gli scienziati e i ricercatori sono così interessati al rapporto tra il bilinguismo e l'Alzheimer. Le loro previsioni confermano il ruolo del bilinguismo nel ritardare e, forse anche nel prevenire, l'Alzheimer.


Fino ad oggi non conosciamo il vero rapporto di causa-effetto tra il bilinguismo e l'Alzheimer. Dipende ancora dalle ulteriori ricerche e sperimentazioni per capire di più, ma quello che sappiamo finora è che l'allenamento del cervello aiuta nella lotta contro l'Alzheimer e che il bilinguismo e, in particolare, il plurilinguismo allenano il cervello ogni giorno. Quindi, tira le tue conclusioni e magari pensa a un corso di lingua!

 

 

 


Fonte: Valerie Sidelkivska in Cognifit (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Referenze:

  1. Guzmán-Velez, E., & Tranel, D. (2015, January ). Does bilingualism contribute to cognitive reserve? Cognitive and neural perspectives. Neuropsychology, 29(1), 139-150.
  2. Sirbu, O.-M., Sandu, A.-M., Plesa, F.-C., & Sirbu, C.-A. (2015). Can we really prevent Alzheimer’s disease? Romanian Journal of Neurology, 14(1), 10-15.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

 


 

Notizie da non perdere

Antiossidanti aiutano contro vari problemi di salute, ma è complicato capire q…

3.11.2025 | Esperienze & Opinioni

La descrizione di antiossidante è tutta nel nome: gli antiossidanti contrastano gli ossi...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Per capire l'Alzheimer, ricercatori di Yale si rivolgono alla guaina di m…

4.07.2025 | Ricerche

L'interruzione degli assoni, la parte simile a una coda nelle cellule nervose che trasme...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Curare l'Alzheimer: singolo proiettile magico o sparo di doppietta?

20.03.2025 | Esperienze & Opinioni

Perché i ricercatori stanno ancora annaspando nella ricerca di una cura per quella che è...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)