Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Alzheimer: con l'agitazione il caregiver dovrebbe rimanere calmo e rassicurante

Parlami dell'agitazione nell'Alzheimer o nelle altre demenze.

Secondo un articolo di aprile 2021 pubblicato sul sito della National Library of Medicine, l'agitazione è una sindrome comportamentale caratterizzata da attività motoria accresciuta e spesso indiretta, irrequietezza, aggressività e angoscia emotiva.


Secondo diverse osservazioni, la prevalenza dell'agitazione varia dal 30 al 50% nel morbo di Alzheimer (MA), al 30% nella demenza da Corpi di Lewy, al 40% nella demenza frontotemporale e al 40% nella demenza vascolare. Con una prevalenza complessiva non inferiore a circa il 30%, l'agitazione è il terzo sintomo neuropsichiatrico più comune nella demenza, dopo l'apatia e la depressione, ed è ancora più frequente (80%) nei residenti delle case di cura.


Un individuo con MA o altra [causa di] demenza può sperimentare sintomi di agitazione che includono esplosioni di rabbia, chiacchiere / movimenti eccessivi, comportamenti distruttivi o impulsivi, movimento continuo e strascicamento dei piedi, problemi a focalizzare o comunicare e difficoltà a restare seduto fermo.


L'individuo può agitarsi improvvisamente a causa di un cambiamento, per esempio un cambio di caregiver, un ambiente diverso o a causa di una ragione specifica, come un aumento del rumore o per non essere in grado di fare qualcosa che in precedenza riusciva a fare. Condizioni mediche come infezioni, problemi endocrini, squilibrio di elettroliti o reazioni ai farmaci possono aumentare il rischio di agitazione.


Gli interventi non farmacologici per l'agitazione nell'individuo interessato iniziano con il caregiver che rimane calmo e rassicurante, offre convalida e quindi assiste la persona cara a deviare l'attenzione o a rifocalizzarla. La persona con demenza rispecchia il comportamento del caregiver, quindi, quando il caregiver dimostra calma, fa sentire la persona amata al sicuro e rassicurata.


Durante i periodi di agitazione, aiuta se il caregiver si ferma e ascolta davvero la persona cara, evitando la tentazione di correggerla, e usando gesti rassicuranti delicati, che includono sorridere e annuire con la testa come conferma. Inoltre, sebbene il MA e altre demenze incidano sulla capacità dell'individuo di ragionare e parlare, i suoi sentimenti rimangono forti.


Il caregiver dovrebbe rispondere ai sentimenti anziché alle parole. Ad esempio, comprendere e reagire con "Dimmi cosa ti manca di casa", è più appropriato che sfidare l'individuo con "Perché continui a chiedere di andare a casa quando sei a casa?". Quando il caregiver tratta la persona cara con dignità e rispetto, costruisce fiducia e promuove una comunicazione efficace.


Potrebbero esserci cause ambientali che innescano l'agitazione nell'individuo interessato. I rumori di fondo provenienti da radio o televisione, il disordine, la folla, i bagliori e i riflessi nella stanza e persino le luci possono sovrastimolare e generare sentimenti di irrequietezza.


Inoltre, una condizione medica o un disagio fisico possono causare agitazione. Essere irrequieto, muoversi in continuo, e/o avere difficoltà a restare seduto in un posto possono essere segni di angoscia fisica. Le infezioni del tratto urinario spesso sviluppano o peggiorano i sintomi di confusione e agitazione.


I caregiver possono anche verificare se la persona cara ha fame o sete, caldo o freddo, ha bisogno di servizi igienici, ha dolori fisici o qualche tipo di disagio da indumenti troppo stretti o tessuti che graffiano (etichette sul collo?).


Se un'attività particolare è causa di agitazione, il caregiver può deviare l'attenzione verso un passatempo più pacifico e rilassante. Nel complesso, rimanere nel momento presente ed entrare nella realtà dell'individuo interessato può ridurre i comportamenti agitati e può dare sia al caregiver che alla persona cara un senso di connessione e di conforto reciproco.

 

 

 


Fonte: Dana Territo in The Advocate (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

 

Notizie da non perdere

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Perché è importante la diagnosi precoce di demenza?

31.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Vedere problemi di memoria nel tuo caro anziano può essere davvero spaventoso. Magari no...

I dieci psicobiotici di cui hai bisogno per un cervello felice

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Psicobiotici? Cosa sono gli psicobiotici?? Bene, cosa penseresti se io dicessi che la tu...

Un segnale precoce di Alzheimer potrebbe salvarti la mente

9.01.2018 | Esperienze & Opinioni

L'Alzheimer è una malattia che ruba più dei tuoi ricordi ... ruba la tua capacità di ese...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Allenamento con i pesi protegge il cervello delle persone anziane dalla demenz…

15.04.2025 | Ricerche

Uno studio, condotto presso l'Università di Stato di Campinas (Brasile), ha scoperto che dopo sei...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Antiossidanti aiutano contro vari problemi di salute, ma è complicato capire q…

3.11.2025 | Esperienze & Opinioni

La descrizione di antiossidante è tutta nel nome: gli antiossidanti contrastano gli ossi...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)