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ISTAT: Prevalenza e mortalità per Alzheimer e demenze senili

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Estratto dell'audizione del 6 novembre 2025 del presidente dell’ISTAT-Istituto Nazionale di Statistica Prof. Francesco Maria Chelli alla V Commissione (Bilancio, tesoro e programmazione) della Camera dei Deputati.

 

Nel 2024 la popolazione anziana (65 anni e più) con malattia di Alzheimer o forme di demenza senile che vive in famiglia si stima pari al 4,7% (*), escluse le persone istituzionalizzate. Le donne, con una prevalenza oltre due volte più elevata degli uomini, risultano più colpite: il 6,2% contro il 2,8%; tra gli over 75 le prevalenze aumentano rispettivamente al 10,5% e 4,7%. Il divario riflette anche la maggiore longevità femminile, che aumenta la probabilità di sviluppare patologie neurodegenerative legate all’età.


Dai dati emergono significativi divari territoriali, con prevalenze tra gli anziani più elevate nell’Italia centrale (5,8%) e al Sud (5,3%) rispetto al Nord-est (3,6%). Questa distribuzione potrebbe essere influenzata da diversi fattori, tra cui un maggior ricorso alla istituzionalizzazione al Nord e una maggiore propensione delle famiglie dell’Italia centrale e meridionale ad assistere le persone affette da demenza all’interno del contesto domestico, associata spesso a una minore disponibilità di strutture residenziali e servizi specializzati per l’assistenza di tali pazienti.


In Italia, nel 2022, i decessi per demenza (inclusa la malattia di Alzheimer) sono stati 37.127, circa il 5% della mortalità totale; tra le donne sono stati 25.657, oltre il doppio rispetto agli uomini. Il numero di decessi per demenza è aumentato negli ultimi 10 anni di oltre 10mila unità, un aumento dovuto in larga parte all'invecchiamento della popolazione. Tuttavia, anche i tassi standardizzati mostrano una tendenza all'aumento: nel 2022 il tasso è di 4,4 decessi ogni 10mila abitanti, mentre nel 2012 era di 3,9.


Nell’ultimo decennio, le donne hanno sempre presentato tassi più elevati rispetto agli uomini. Analizzando separatamente i diversi tipi di
demenza, la mortalità per malattia di Alzheimer tende a diminuire soprattutto negli uomini, mentre quella per altri tipi di demenza (senile o non specificata e demenza vascolare) sono in netto aumento in entrambi i sessi (+23% negli uomini, +30% nelle donne).


Oltre a essere la causa principale, la demenza è spesso una condizione che contribuisce al decesso pur non causandolo direttamente: nel 2022 si sono registrati quasi 71mila decessi in cui la demenza ha contribuito al decesso. Il numero di decessi in cui la demenza ha avuto un ruolo è in deciso aumento nell’ultimo decennio, soprattutto per quanto riguarda le demenze non Alzheimer, aumentate di oltre il 60%. Tale numero mostra, inoltre, un forte picco nel 2020 in corrispondenza della pandemia di Covid-19, evidenziando il ruolo di questa malattia nel rendere gli individui più fragili.

 

 

(*) La stima è relativa alle persone che hanno riferito di essere affette da Alzheimer o demenza senile, rispondendo a una lista di malattie croniche. In caso di incapacità a fornire risposte, le informazioni possono essere riportate da una persona convivente o da un familiare non convivente che si occupa dell’anziano. La fonte dei dati è l’indagine campionaria “Aspetti della vita quotidiana”, che coinvolge un campione rappresentativo di circa 20mila famiglie (circa 50mila individui).

 

 


Fonte: camera.it (file pdf)

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Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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