Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Ci vuole naso per avere memoria

Il merito è tutto dei «neuroni a stella», che sono i più potenti.

La memoria inganna, soprattutto quella legata agli eventi importanti della vita, perché il tempo, pian piano, affievolisce la carica emotiva legata ai ricordi e ce li riconsegna sbiaditi.

Ma, come scrive Marcel Proust nella Ricerca del tempo perduto, «l'odore e il sapore durano ancora per molto tempo sopra la rovina di tutto il resto, portando sulla loro stilla quasi impalpabile l' edificio immenso del ricordo».

La possibilità di recuperare i ricordi grazie alla scintilla mnemonica delle sensazioni ora trova una conferma neurofisiologica. I ricercatori del Dipartimento di Neuroscienze della Case Western University di Cleveland (Usa), diretti da Ben Strowbridge, hanno annunciato sulla rivista Nature Neuroscience di aver scoperto che la chiave della biblioteca cerebrale degli odori sarebbero alcune cellule nervose a forma di stella, situate nel bulbo olfattivo.

Il primo a segnalarle fu proprio un contemporaneo di Marcel Proust, il neuroanatomista spagnolo Tomas Blanes, che alla fine dell'800 descrisse questi neuroni, senza però comprenderne la funzione.

Adesso, i ricercatori americani hanno scoperto che queste cellule hanno una ramificazione di fibre nervose molto più sviluppata degli altri neuroni e, pur essendo poche, riescono ad esercitare un'influenza molto forte sulle altre cellule cerebrali.

Un piccolo stimolo odoroso può, così, essere amplificato centinaia di volte, risvegliando sensazioni sopite che avevano solo bisogno di essere recuperate nell'archivio del cervello.

Quasi tutte le connessioni di queste cellule vanno a uno specifico tipo di neuroni del bulbo olfattivo, le cellule granulari, che inviano gli impulsi olfattivi ai centri cerebrali superiori, fra i quali l'ippocampo, centro delle emozioni, che attribuirebbe agli odori la connotazione di gradevolezza o di repulsione, con tutte le risposte automatiche che ne derivano, dal disgusto per gli odori puzzolenti al compiacimento per quelli gradevoli.

Ma c' è anche qualcosa di più: il meccanismo biologico che aiuta il cervello olfattivo a ricordare gli odori è del tutto simile a quello utilizzato per recuperare anche altri tipi di ricordi e che si altera nella malattia di Alzheimer.

La durata dell' attivazione delle cellule di Blanes è particolarmente lunga, proprio come quella dei neuroni della memoria operativa della corteccia entorinale, che viene compromessa nei pazienti Alzheimer.

Capire come funziona la memoria olfattiva potrà aiutare a comprendere meglio anche gli altri tipi di memoria, senza contare che la perdita del riconoscimento degli odori rappresenta spesso il passaggio verso una forma grave di demenza.

Articolo di Cesare Peccarisi, Corriere della Sera, 9 aprile 2006, Archivio storico. 

Notizie da non perdere

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

È lo scopo o il piacere la chiave della felicità mentre invecchiamo?

19.11.2021 | Esperienze & Opinioni

I benefici di avere un senso di scopo nella vita sono davvero incredibili. Le persone co...

Gas xeno potrebbe proteggere dall'Alzheimer, almeno nei topi; previsti te…

30.01.2025 | Ricerche

Molti dei trattamenti perseguiti oggi per proteggere dal morbo di Alzheimer (MA) sono co...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Il litio potrebbe spiegare, e trattare, l'Alzheimer?

19.08.2025 | Ricerche

Qual è la prima scintilla che innesca la marcia ruba-memoria del morbo di Alzheimer (MA)...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Come evitare che la demenza derubi i tuoi cari del loro senso di personalità, …

25.11.2025 | Esperienze & Opinioni

Ogni tre secondi, qualcuno nel mondo sviluppa la demenza; sono oltre 57 milioni di perso...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Un segnale precoce di Alzheimer potrebbe salvarti la mente

9.01.2018 | Esperienze & Opinioni

L'Alzheimer è una malattia che ruba più dei tuoi ricordi ... ruba la tua capacità di ese...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)