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Rischio di demenza sale significativamente con gravità e numero di ictus

hemorhagic vs ischemic strokeSchema dei due tipi più diffusi di ictus: emorragico (sx) e ischemico (destra).

Un ictus ischemico aumenta il rischio di demenza e quel rischio aumenta con il numero e la gravità degli ictus, secondo una ricerca preliminare presentata alla Conferenza Internazionale 2021 della American Stroke Association dal 14 al 17 marzo 2021, un incontro virtuale per ricercatori e medici dedicati alla scienza dell'ictus e alla salute del cervello.


Quello ischemico è il tipo più comune di ictus, rappresenta l'87% di tutti i casi. Si verifica quando si ostruisce un vaso capillare che fornisce sangue al cervello. L'ictus è la causa principale prevenibile di disabilità negli adulti, e la sua gravità è un determinante principale di un esito funzionale scadente dopo l'ictus.


La prima autrice dello studio Silvia Koton PhD/MOccH/RN/FAHA, capo dell'Herczeg Institute on Aging dell'Università di Tel Aviv e responsabile del relativo programma di dottorato in infermieristica, ha detto:

"Gli studi hanno dimostrato che l'ictus è un forte predittore di demenza. Ciò che non era chiaro è il modo in cui la gravità dell'ictus e il numero di episodi subiti impatta il rischio di demenza. Il nostro studio caratterizza in modo univoco il legame tra ictus e demenza e stabilisce una base per le strategie di prevenzione volte a ridurre il rischio di demenza dopo un ictus".


I ricercatori hanno studiato le informazioni al basale sulla salute di quasi 15.800 adulti da 45 a 64 anni di età, iscritti all'Atherosclerosis Risk in Communities (ARIC), uno studio continuo e prospettico in quattro comunità statunitensi (Contea di Forsyth/North Carolina, Jackson/Mississippi, periferia di Minneapolis/Minnesota e contea di Washington/Maryland).


I ricercatori hanno usato i dati di esami registrati in tre decenni nel database ARIC, che include il periodo a partire dall'iscrizione nel 1987 e fino a tutto il 2019, con dati raccolti sia nelle visite in persona a diversi anni una dall'altra, che nelle telefonate annuali fino al 2012 e semestrali fino al 2019.


Studiando tutte le informazioni disponibili nell'ARIC sul legame tra il numero di ictus, la loro gravità e la demenza, i ricercatori hanno trovato che:

  • il rischio di demenza negli individui che avevano subito almeno un ictus ischemico era 2 volte superiore a quelli senza ictus;
  • il rischio di demenza aumentava con la gravità e il numero di ictus ischemici;
  • gli adulti che avevano avuto un ictus avevano quasi l'80% in più di probabilità di quelli senza ictus di avere la demenza;
  • il rischio di demenza era 8,5 volte superiore per le persone che avevano avuto tre o più ictus durante il periodo di studio, dal 1987 al 2019;
  • negli adulti con un ictus grave, il rischio di demenza era quasi 5 volte superiore a quelli con ictus minore.


La Koton ha commentato così i risultati:

"L'associazione tra un ictus e la sua gravità, con il rischio di demenza era sorprendentemente forte, e il continuo aumento del rischio di demenza dopo il primo ictus e ogni ictus successivo è stata una scoperta notevole.

"I nostri risultati sottolineano l'importanza di prevenire l'ictus per prevenire la demenza e di mantenere elevati livelli di funzione fisica e cognitiva e di qualità della vita, specialmente nell'età più avanzata.

"L'ictus è in gran parte prevenibile. Trattamento e controllo dell'ipertensione, diabete e obesità, insieme a uno stile di vita sano, che comprende attività fisica regolare e non fumare, sono fondamentali per prevenire ictus e demenza".


I ricercatori hanno studiato solo l'ictus ischemico. La Koton ha aggiunto:

"Analizzare l'impatto di altri sottotipi di ictus sul rischio di demenza sarebbe importante. Per il seguito abbiamo intenzione di studiare il legame tra ictus e lieve deterioramento cognitivo e tra ictus e cambiamenti nelle prestazioni cognitive nel tempo. Gli studi futuri includeranno anche informazioni sulle scansioni cerebrali, che contribuiranno a valutare i possibili effetti delle lesioni vascolari nel cervello in aggiunta all'ictus".

 

 

 


Fonte: American Stroke Association (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Silvia Koton, James Russell Pike, Michelle Johansen, David Knopman, Kamakshi Lakshminarayan, Thomas Mosley, Shalom Patole, Wayne Rosamond, Andrea Schneider, Richey Sharrett, Lisa Wruck, Josef Coresh, Rebecca F. Gottesman. American Stroke Association International Stroke Conference, 17-19 Mar 2021

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Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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