Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Scoperte zone della retina dell'occhio più sensibili all'Alzheimer di altre

retinal imaging


Uno studio guidato dal Cedars-Sinai ha identificato alcune regioni nella retina - il rivestimento presente nel retro dell'occhio - che sono più colpite dal morbo di Alzheimer (MA) rispetto ad altre aree. I risultati possono aiutare i medici a prevedere i cambiamenti nel cervello, così come il deterioramento cognitivo, anche per pazienti che presentano i primi segni di lieve deterioramento.


“Questi indizi possono essere presenti molto presto nella progressione del MA, parecchi decenni prima della comparsa dei sintomi”, ha detto Maya Koronyo-Hamaoui PhD, prof.ssa associata di Neurochirurgia e di Scienze Biomediche e coautrice dello studio. “Rilevare questi segni può aiutare a diagnosticare la malattia in modo più accurato, consentendo un intervento più precoce e più efficace”.


Il MA è la forma più comune di demenza, un gruppo di disturbi cerebrali caratterizzati da una perdita generale delle capacità mentali, come la memoria, il giudizio, il linguaggio e il pensiero astratto. I risultati della ricerca (1), pubblicati sulla rivista Alzheimer's & Dementia: Diagnosis, Assessment & Disease Monitoring, sono arrivati da uno studio clinico che ha coinvolto persone con più di 40 anni che mostravano segni di declino cognitivo.


Nello studio, i ricercatori hanno usato una tecnica non invasiva chiamata 'scansione settoriale dell'amiloide retinale' per catturare le immagini nella retina dei partecipanti. La retina, che è collegata direttamente al cervello, è l'unico tessuto del sistema nervoso centrale accessibile con una scansione amichevole per il paziente, ad alta risoluzione e non invasiva.


Le immagini sono state poi analizzate con un nuovo processo che ha potuto identificare alcune regioni periferiche della retina che corrispondevano meglio ai danni cerebrali e allo stato cognitivo. Studiando le immagini, gli scienziati sono riusciti a individuare i pazienti con un maggiore accumulo di proteina amiloide nella retina, che implica una maggiore probabilità di sviluppare il MA o altri disturbi cognitivi.


Questi risultati si basano sulle ricerche pionieristiche del 2010, con cui la Koronyo-Hamaoui e il suo team hanno identificato una caratteristica patologica del MA, i depositi di proteina amiloide-beta, nei tessuti della retina di pazienti deceduti. Il team ha poi sviluppato una metodologia per rilevare le placche di proteina amiloide-beta retiniche nei pazienti viventi con la malattia.


In un altro studio di ricerca (2), questa volta su topi di laboratorio, pubblicato di recente su Aging Cell, la Koronyo-Hamaoui, il dottorando Jonah Doustar e altri del team di ricerca, hanno ulteriormente convalidato il ruolo della retina nel mostrare i segni caratteristici del MA e hanno individuato un potenziale trattamento per combattere la malattia.


“Abbiamo scoperto che un aumento dei livelli retinici di peptidi amiloide-beta era correlato con i livelli presenti nei tessuti del cervello, anche negli ultimi stadi del MA", ha detto la Koronyo-Hamaoui. “Abbiamo anche suggerito un particolare tipo di terapia di immuno-modulazione che può combattere la malattia riducendo le proteine ​​tossiche e l'infiammazione dannosa nel cervello e, di rimando, migliorare un tipo di protezione della risposta immunitaria che conserva le connessioni tra i neuroni strettamente collegati alla cognizione”.


Entrambi gli studi sono promettenti per la diagnosi e il trattamento de MA, una malattia che colpisce più di 5,5 milioni di persone negli Stati Uniti, ha detto Keith Black MD, professore e preside del Dipartimento di Neurochirurgia:

“Questo lavoro può orientare studi futuri di scansione del cervello e della retina per rilevare il MA, valutare la progressione della malattia e individuare le opzioni innovative di trattamento”.

 

 

 


Fonte: Cedars-Sinai Medical Center (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:

  1. Oana Dumitrascu, Patrick Lyden, Tania Torbati, ..., Yosef Koronyo, Maya Koronyo‐Hamaoui. Sectoral segmentation of retinal amyloid imaging in subjects with cognitive decline. Alzheimer's & Dementia: Diagnosis, Assessment & Disease Monitoring, 28 Sept 2020, DOI
  2. Jonah Doustar, .., Maya Koronyo‐Hamaoui. Parallels between retinal and brain pathology and response to immunotherapy in old, late‐stage Alzheimer's disease mouse models. Aging Cell, 14 Oct 2020, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Dana Territo: 'La speranza può manifestarsi da molte fonti nella cerchia …

14.01.2025 | Esperienze & Opinioni

Come trovi speranza nel nuovo anno con una diagnosi di Alzheimer?

Avere speranza...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

Cosa accade nel cervello che invecchia

11.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Il deterioramento del cervello si insinua sulla maggior parte di noi. Il primo indizio p...

Nuove case di cura: 'dall'assistenza fisica, al benessere emotivo�…

5.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Helen Gosling, responsabile delle operazioni della Kingsley Healthcare, con sede a Suffo...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

10 cose da non fare con i malati di Alzheimer

10.12.2015 | Esperienze & Opinioni

Mio padre aveva l'Alzheimer.

Vederlo svanire è stata una delle esperienze più difficili d...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.