Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Scoperte nuove alterazioni cerebrali indotte dal primo fattore di rischio genetico dell'Alzheimer

APOE4 astrocytes with altered lipid accumulationAstrociti APOE4 di coltura con un accumulo alterato dei lipidi.

Uno studio condotto all'Institut de Neurociències (INC-UAB) di Barcellona mostra che l'ApoE4, il principale fattore di rischio genetico del tipo più comune di morbo di Alzheimer (MA), produce un'alterazione nei meccanismi di segnalazione degli astrociti nei topi maschi, che potrebbe essere fondamentale per lo sviluppo di questa patologia.


Nelle femmine, tuttavia, questa alterazione si verifica in varianti diverse di APOE. Lo studio fa avanzare la descrizione delle funzioni dell'APOE nel cervello e la comprensione del suo ruolo nello sviluppo della malattia. Allo stesso tempo, contribuisce a mostrare che il MA può influenzare i due generi in modo diverso.


Il gene apolipoproteina (APOE) esiste in tre varianti negli esseri umani: E2, E3 ed E4. L'ApoE4 può causare alterazioni strutturali e funzionali al cervello ed è il rischio genetico principale della forma più comune di MA, detta sporadica, che appare nel 99% dei casi (il restante 1% è la forma familiare).


I ricercatori dell'INC-UAB e del Dipartimento di Biochimica e Biologia Molecolare dell'Università Autonoma di Barcellona, coordinati da Roser Masgrau ed Elena Galea, che è anche ricercatrice ICREA, hanno ora pubblicato uno studio sulla rivista Molecular Neurodegeneration che aggiunge nuovi dati sulle funzioni cerebrali dell'APOE e sui meccanismi con cui la variante E4 potrebbe essere cruciale per lo sviluppo della malattia.


Lo studio dimostra che l'APOE4 provoca alterazioni nei lisosomi degli astrociti. I lisosomi sono organelli cellulari con diverse funzioni, come ad esempio l'ingestione delle sostanze di cui la cellula non ha più bisogno. Queste alterazioni nei lisosomi aumentano la segnalazione del calcio, il sistema principale attraverso il quale le cellule rispondono agli stimoli e impedisce la loro modulazione da parte dei lipidi.


Tra gli altri processi, il percorso di segnalazione del calcio permette agli astrociti di regolare le connessioni neuronali, e quindi i meccanismi di apprendimento e memoria. Studi precedenti in topi modello avevano descritto che le placche di amiloide-beta influenzano la segnalazione del calcio.


In questo studio, i ricercatori dimostrano che le disfunzioni nella segnalazione del calcio appaiono negli astrociti molto tempo prima dell'accumulo di placche amiloidi e che l'APOE4 ha un ruolo molto importante in questa disfunzione.


La ricerca mostra anche che le alterazioni della segnalazione del calcio appaiono nei topi femmine che esprimono varianti APOE3 o APOE4, anche se l'età o il regolamento di lipidi potrebbero implicare un'evoluzione positiva per le femmine con E3, secondo l'ipotesi dei ricercatori.


"L'articolo corrobora la necessità di tenere a mente le differenze di genere quando si studia l'APOE4 e il MA",
spiega la prima autrice Raquel Larramona, dottoranda all'INC-UAB quando è stato effettuato lo studio.


"Il nostro studio ha due evidenti implicazioni terapeutiche: da un lato, esso fornisce il supporto a quegli interventi farmacologici concentrati sulla sostituzione della segnalazione intracellulare del calcio nei pazienti di APOE4 con alterazioni cognitive, e dall'altro, apre la porta a nuove terapie mediche per rallentare la progressione del MA nei pazienti con la variante APOE4", aggiunge la dott.ssa Masgrau.

 

 

 


Fonte: Universitat Autònoma de Barcelona (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Raquel Larramona-Arcas, Candela González-Arias, Gertrudis Perea, Antonia Gutiérrez, Javier Vitorica, Tamara García-Barrera, José Luis Gómez-Ariza, Raquel Pascua-Maestro, María Dolores Ganfornina, Eleanna Kara, Eloise Hudry, Marta Martinez-Vicente, Miquel Vila, Elena Galea, Roser Masgrau. Sex-dependent calcium hyperactivity due to lysosomal-related dysfunction in astrocytes from APOE4 versus APOE3 gene targeted replacement mice. Molecular Neurodegeneration, 2020, DOI

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Allenamento con i pesi protegge il cervello delle persone anziane dalla demenz…

15.04.2025 | Ricerche

Uno studio, condotto presso l'Università di Stato di Campinas (Brasile), ha scoperto che dopo sei...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)