Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Alzheimer: l'infiammazione innesca il ciclo fatale

Inflammatory proteins red in a plaque blue plus immune cells greenProteine infiammatorie (rosse) nel nucleo di un accumulo di peptidi amiloide-beta (blu). Sono visibile anche cellule immunitarie (verde). Fonte: Dario Tejera / Uni Bonn

Una reazione immunitaria nel cervello sembra svolgere un ruolo importante nello sviluppo del morbo di Alzheimer (MA). Si può dire che "aggiunge benzina al fuoco" e apparentemente provoca un'infiammazione che continua a incendiare se stessa. Lo studio è stato ora pubblicato nella rivista Cell.


Il MA è caratterizzato da grumi di proteina amiloide beta (Aß), che formano placche di grandi dimensioni nel cervello. L'Aß assomiglia alle molecole sulla superficie di alcuni batteri. Nel corso di molti milioni di anni, gli organismi hanno quindi sviluppato meccanismi di difesa contro tali strutture. Questi meccanismi sono determinati geneticamente e quindi appartengono al cosiddetto sistema immune innato. Di solito si traducono in alcune cellule scava-rifiuti che assorbono e digeriscono la molecola.


Nel cervello, le cellule microglia hanno questo ruolo. In tal modo, però, esse innescano un processo devastante che sembra essere in gran parte responsabile dello sviluppo della demenza. A contatto con l'Aß, alcuni complessi molecolari (inflammasomi) diventano attivi nelle microglia. Quindi assomigliano a una ruota con enzimi all'esterno. Questi possono attivare messaggeri del sistema immunitario e quindi innescare un'infiammazione, dirigendo cellule immunitarie aggiuntive sul sito d'azione.


"A volte le microglia periscono durante questo processo", spiega il Prof. Dott. Michael Heneka, capo di un gruppo di ricerca del Centro Tedesco Malattie Neurodegenerative (DZNE) e direttore del Dipartimento Malattie Neurodegenerative e Gerontopsichiatria dell'Ospedale Universitario di Bonn. "Allora rilasciano inflammasomi attivati ​​nel loro ambiente, le macchie ASC".

 

Doppio ruolo disastroso

Queste macchie rilasciate assumono un duplice ruolo disastroso: da un lato, si legano alle proteine Aß e rendono più difficile il loro degrado. Dall'altra parte, attivano gli inflammasomi su ulteriori microglia, molte di più di quello che farebbe l'Aß da solo. Durante questo processo, vengono rilasciate sempre più macchiette ASC. Aggiunge quindi combustibile al fuoco, per così dire, e quindi alimenta l'infiammazione in permanenza. "Come risultato, un meccanismo immunitario fondamentalmente utile diventa un fattore essenziale dello sviluppo del MA", sottolinea Heneka.


È realmente auspicabile che le macchiette ASC rimangano attive dopo la morte delle cellule: possono allora essere prese e usate da altre cellule immunitarie. "Queste poi non devono produrre i propri inflammasomi, il che significa che possono reagire più rapidamente a un'infezione batterica, per esempio", dice Heneka.


Nel cervello, però, questo meccanismo è di scarso beneficio: le cellule nervose producono costantemente piccole quantità di Aß. È possibile che questi depositi diventino una seria minaccia per la funzione del cervello solo in combinazione con le macchie ASC.


Gli scienziati sperano che una migliore comprensione di questi processi possa portare allo sviluppo di nuovi approcci terapeutici. Questo perché l'accumulo di Aß inizia probabilmente decenni prima della comparsa dei primi sintomi della malattia. L'intervento precoce può rallentare questo processo fatale. "Ciò potrebbe rendere possibile trattare il MA preventivamente, in futuro, in modo che non vi sia alcun deterioramento delle prestazioni mentali, per cominciare" spera il Prof. Heneka.

 

 

 


Fonte: University of Bonn (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Lea L. Friker, Hannah Scheiblich, Inga V. Hochheiser, Rebecca Brinkschulte, Dietmar Riedel, Eicke Latz, Matthias Geyer, Michael T. Heneka. β-Amyloid Clustering around ASC Fibrils Boosts Its Toxicity in Microglia. Cell Reports, 17 Mar 2020, DOI

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Dana Territo: 'La speranza può manifestarsi da molte fonti nella cerchia …

14.01.2025 | Esperienze & Opinioni

Come trovi speranza nel nuovo anno con una diagnosi di Alzheimer?

Avere speranza...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Allenamento con i pesi protegge il cervello delle persone anziane dalla demenz…

15.04.2025 | Ricerche

Uno studio, condotto presso l'Università di Stato di Campinas (Brasile), ha scoperto che dopo sei...

Un segnale precoce di Alzheimer potrebbe salvarti la mente

9.01.2018 | Esperienze & Opinioni

L'Alzheimer è una malattia che ruba più dei tuoi ricordi ... ruba la tua capacità di ese...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Perché è importante la diagnosi precoce di demenza?

31.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Vedere problemi di memoria nel tuo caro anziano può essere davvero spaventoso. Magari no...

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.