Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Un 'interruttore' molecolare inverte l'infiammazione cronica e l'invecchiamento

NLRP3 protein BNLa proteina recettore NLRP3 rileva potenziali patogeni nel corpo e lancia una risposta immunitaria. (Fonte: MLGProGamer123 via Wikimedia Commons)

L'infiammazione cronica, che si presenta quando la vecchiaia, lo stress o le tossine ambientali tengono iperattivo il sistema immunitario del corpo, può contribuire a varie malattie devastanti, dall'Alzheimer al Parkinson, dal diabete al cancro.


Ora, scienziati della University of California di Berkeley, hanno individuato un “interruttore” molecolare che controlla il macchinario immunitario responsabile dell'infiammazione cronica nel corpo. La scoperta, apparsa on line ieri, 6 febbraio 2020, sulla rivista Cell Metabolism, potrebbe portare a nuovi modi per fermare o addirittura invertire molte di queste condizioni legate all'età.


“Il mio laboratorio è molto interessato a comprendere la reversibilità dell'invecchiamento”, ha detto l'autrice senior Danica Chen, professoressa associata di biologia metabolica, scienze nutrizionali e tossicologia alla UC Berkeley. “In passato, abbiamo dimostrato che le cellule staminali invecchiate possono essere ringiovanite. Ora, ci chiediamo: fino a che punto può essere invertito l'invecchiamento? E lo facciamo esaminando le condizioni fisiologiche, come l'infiammazione e l'insulino-resistenza, che sono state associate con l'invecchiamento, la degenerazione e le malattie”.


Nello studio, la Chen e il suo gruppo mostrano che una collezione imponente di proteine ​​del sistema immunitario, chiamata 'inflammasoma NLRP3' (responsabile del rilevamento di potenziali minacce per il corpo e del lancio di una risposta infiammatoria) può essere essenzialmente spenta togliendo un piccolo pezzo di materia molecolare in un processo chiamato deacetilazione.


L'iperattivazione dell'inflammasoma NLRP3 è stato collegato a varie condizioni croniche, come sclerosi multipla, cancro, diabete e demenza. I risultati della Chen suggeriscono che dei farmaci che puntano alla deacetilazione (spegnimento) di questo inflammasoma NLRP3 potrebbero aiutare a prevenire o trattare queste condizioni, e probabilmente anche la degenerazione genericamente correlata all'età.


“Questa acetilazione può servire come un interruttore”, ha detto la Chen. “Così, quando viene acetilata, questa inflammasoma è accesa. Quando è deacetilata, l'inflammasoma è spenta”.


Studiando i topi e le cellule immunitarie chiamate macrofagi, il team ha scoperto che è la proteina SIRT2 ad essere responsabile della deacetilazione dell'inflammasoma NLRP3. I topi che sono stati allevati con una mutazione genetica che ha impedito loro di produrre SIRT2 hanno mostrato più segni di infiammazione alla [per loro] veneranda età di due anni rispetto ai loro coetanei normali. Questi topi esibivano anche una maggiore resistenza all'insulina, una condizione associata al diabete di tipo 2 e alla sindrome metabolica.


Il team ha anche studiato topi più anziani il cui sistema immunitario era stato distrutto con radiazioni e poi ricostituito con cellule staminali del sangue, che producevano la versione deacetilata oppure acetilata dell'inflammasoma NLRP3. Quelli che hanno ricevuto la versione deacetilata (“spenta”) dell'inflammasoma, dopo sei settimane avevano una migliore insulino-resistenza, indicando che lo spegnimento di questo meccanismo immunitario potrebbe effettivamente invertire il corso della malattia metabolica.


“Penso che questa scoperta abbia importanti implicazioni nel trattamento di gravi malattie croniche umane”, ha detto la Chen. “È anche una domanda da fare ora, perché l'anno scorso, molti studi promettenti sull'Alzheimer sono finiti con un fallimento. Una possibile spiegazione è che il trattamento inizia troppo tardi, ed è andato al punto di non ritorno. Quindi, penso che sia più urgente che mai capire la reversibilità delle condizioni connesse con l'invecchiamento e usare tale conoscenza per aiutare uno sviluppo di farmaci per le malattie correlate all'invecchiamento”.

 

 

 


Fonte: Kara Manke in University of California - Berkeley (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Ming He, Hou-Hsien Chiang, Hanzhi Luo, Zhifang Zheng, Qi Qiao, Li Wang, Mingdian Tan, Rika Ohkubo, Wei-Chieh Mu, Shimin Zhao, Hao Wu, Danica Chen. An Acetylation Switch of the NLRP3 Inflammasome Regulates Aging-Associated Chronic Inflammation and Insulin Resistance. Cell Metabolism, 2020, DOI

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Un segnale precoce di Alzheimer potrebbe salvarti la mente

9.01.2018 | Esperienze & Opinioni

L'Alzheimer è una malattia che ruba più dei tuoi ricordi ... ruba la tua capacità di ese...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

I dieci psicobiotici di cui hai bisogno per un cervello felice

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Psicobiotici? Cosa sono gli psicobiotici?? Bene, cosa penseresti se io dicessi che la tu...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)