Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Il ruolo potenziale del caffè nel ridurre il rischio di Alzheimer e Parkinson

Un nuovo rapporto dell'Institute for Scientific Information on Coffee (ISIC), un'organizzazione no profit dedicata allo studio e alla divulgazione della scienza relativa al caffè e alla salute, evidenzia il ruolo potenziale del caffè nel ridurre il rischio di declino cognitivo.


Il rapporto conclude che un'assunzione moderata di caffè (3-5 tazze al giorno) può fornire protezione dal declino cognitivo legato all'età e da altre malattie neurodegenerative come il morbo di Alzheimer (MA) e il Parkinson.


Il rapporto fornisce un riassunto della ricerca presentata al simposio dell'ISIC, svolto durante il congresso 2016 della European Geriatric Medicine Society a Lisbona in Portogallo. I risultati sono particolarmente rilevanti in considerazione dell'invecchiamento della popolazione europea: si prevede che il numero di over-60 salirà a 217,2 milioni entro 2030 (ref. 1), e quindi comprendere e comunicare i fattori di dieta e stile di vita che possono limitare il declino cognitivo legato all'età contribuirà a migliorare la qualità della vita per questo gruppo demografico in crescita.


I relatori del simposio le cui intuizioni e ricerche hanno contribuito al rapporto dell'ISIC sono stati la Prof.ssa Lisette de Groot (professore di Nutrizione e invecchiamento all'Università di Wageningen/Olanda), il prof. Rodrigo A. Cunha (professore della facoltà di medicina dell'Università di Coimbra /Portogallo), la dott.ssa Elisabet Rothenberg (prof.ssa associata di Nutrizione all'Università di Kristianstad /Svezia).


I punti salienti del rapporto sul caffè includono:

  • Una ricerca pubblicata nel 2016 suggerisce che un consumo moderato di caffè può ridurre il rischio di sviluppare il MA fino al 27% (ref. 2). La ricerca ha suggerito che il consumo regolare di caffè a lungo termine è cruciale per aiutare a ridurre il rischio di MA (ref. 3).
  • L'associazione tra caffè e declino cognitivo è illustrata da un modello a 'U' nelle recenti meta-analisi, con la massima protezione osservata nell'assunzione di circa 3-5 tazze di caffè al giorno (ref. 4).
  • Sebbene i meccanismi d'azione precisi dietro l'associazione suggerita tra caffè e declino cognitivo legato all'età siano sconosciuti, è probabile che sia coinvolta la caffeina. Ci sono anche molti altri composti nel caffè, come antiossidanti e agenti antinfiammatori, che possono avere un ruolo. L'acido caffeico, ad esempio, è un polifenolo (antiossidante) presente nel caffè e la ricerca suggerisce che questo tipo di sostanze possono essere associate a una migliore funzione cognitiva (ref. 5).


Il prof. Rodrigo A. Cunha ha commentato:

“I professionisti sanitari hanno un ruolo importante nel fornire ai pazienti informazioni accurate basate sulla ricerca, per aiutarli a seguire una dieta e uno stile di vita sani e, a loro volta, ridurre il rischio di declino cognitivo legato all'età. Il consumo moderato di caffè potrebbe avere un ruolo significativo nel ridurre il declino cognitivo, con un impatto sugli esiti e sulla spesa sanitaria in tutta Europa".


Nel suo parere scientifico sulla sicurezza della caffeina, l'Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) ha concluso che fino a 400 mg di caffeina (l'equivalente di max 5 tazze di caffè al giorno), da qualsiasi fonte, non solleva preoccupazioni per gli adulti sani (ref. 6). Una tazza di caffè fornisce circa 75-100 mg di caffeina.


Clicca qui per leggere il rapporto.

 

 

 


Fonte: Institute for Scientific Information on Coffee (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Referenze:

  1. The Department of Economic and Social Affairs of the United Nations Secretariat, ‘World Population Ageing Report 2015’. PDF
  2. Liu Q.P. et al. (2016) Habitual coffee consumption and risk of cognitive decline/dementia: A systematic review and meta-analysis of prospective cohort studiesNutr, 32(6):628-36.
  3. Cao C. et al. (2012) High blood caffeine levels in MCI linked to lack of progression to dementia. J Alzheimers Dis, 30(3):559-72.
  4. Van Gelder B.M. et al. (2007) Coffee consumption is inversely associated with cognitive decline in elderly European men: the FINE Study. Eur J Clin Nutr, 61(2):226-32.
  5. Khan K.A. et al. (2013) Impact of caffeic acid on aluminium chloride-induced dementia in rats. Journal of Pharmacy and Pharmacology, 65(12):1745-1752.
  6. EFSA (2015) Scientific Opinion on the Safety of Caffeine. EFSA Journal, 13(5):4102.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Un segnale precoce di Alzheimer potrebbe salvarti la mente

9.01.2018 | Esperienze & Opinioni

L'Alzheimer è una malattia che ruba più dei tuoi ricordi ... ruba la tua capacità di ese...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

L'Alzheimer è in realtà un disturbo del sonno? Cosa sappiamo del legame t…

28.02.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una forma di demenza che insorge quando c'è un accumulo di ...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

Ricetta per una vita felice: ingredienti ordinari possono creare lo straordina…

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Se potessi porre ad ogni essere umano sulla Terra una domanda - qual è la ricetta per un...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.