Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Casa farmaceutica trova modo di superare la barriera emato-encefalica

Gli scienziati della Roche Holding AG (ROG), potrebbero aver trovato un modo per superare una barriera di sangue che impedisce ai medicinali da entrare direttamente nel cervello, aprendo potenzialmente nuove vie per l'attacco dell'Alzheimer.

La tecnica, testata su animali, si avvale di un recettore che trasporta le molecole di ferro attraverso la barriera emato-encefalica, quei complesso di fluidi e membrane che blocca i batteri ed altre sostanze, come le medicine, fuori del cervello, ha detto Ryan Watts, un ricercatore della Genentech, filiale di San Francisco della Roche.

Gli scienziati hanno configurato una proteina, chiamata anticorpo, per farsi dare un passaggio dal recettore, ha detto.

L'Alzheimer compromette le funzioni mentali in 18 milioni di persone a livello mondiale, secondo l' Organizzazione Mondiale della Sanità dice. Il Namenda della Forest Laboratories, Inc. di New York, e l'Aricept della Pfizer Inc. (PFE) di New York e della Eisai Co di Tokyo, affrontano i sintomi senza rallentare o guarire la malattia. Gli sforzi per modificarne il decorso con i farmaci sono falliti anche a causa della barriera.

"E' brillante", ha detto in un'intervista telefonica Robert Vassar, professore di biologia cellulare e molecolare alla Medical School della Northwestern University di Chicago. "Hanno rapinato un meccanismo che è una parte normale della barriera emato-encefalica". La Roche, con sede a Basilea, in Svizzera, è la più grande casa farmaceutica Europea per fatturato. L'approccio descritto oggi sulla rivista Science Translational Medicine può anche funzionare per la corea di Huntington e il Parkinson, hanno detto i ricercatori.

'Strategia elegante'

Si tratta di "una strategia elegante" che fornisce la "prova di principio" che questo ostacolo può essere superato, ha detto in un commento pubblicato a fianco della ricerca Steven Paul, ricercatore del Weill Cornell Medical College di New York.

Il segno distintivo dell'Alzheimer è la formazione di grumi di una proteina chiamata beta amiloide e i grovigli di un'altra chiamata tau. Gli scienziati non sanno perché si accumulano o diventano contorti, e c'è discussione sul fatto che causino la malattia o siano il prodotto finale di un processo diverso. Watts, il leader dello studio, sta sviluppando un farmaco che blocca l'azione di un enzima chiamato BACE1, coinvolto nella produzione di amiloide. Quando ha cercato di introdurre l'anti-BACE1 nel cervello di topi e scimmie, ha scoperto che solo una piccola frazione è arrivata. "Per fare quello che volevamo fare nel cervello, abbiamo dovuto immettre dosi enormi, spesso e ad alti livelli", Watts ha detto in un'intervista al campus di Genentech. "Questi alti dosaggi sarebberi costosi e impraticabili. Avevamo bisogno di una soluzione," ha detto Watts.

Le cellule hanno bisogno di ferro

Watts si è rivolto a Mark Dennis, del reparto di ingegneria degli anticorpi della Genentech, che ha approfittato del fatto che tutte le cellule, comprese le cellule del cervello, hanno bisogno di ferro. Ha costruito un anticorpo con due braccia. Un braccio era il farmaco anti-BACE1, l'altro collegato ad un recettore chiamato transferrina che trasporta ferro alle cellule cerebrali, fornendo un traghetto attraverso la barriera. Il sistema ha consentito ai ricercatori di portare anti-BACE1 al cervello dei topi, attenuando l'impatto dell'enzima BACE1 e tagliando a metà la quantità di amiloide nel cervello dei topi 48 ore dopo l'iniezione, secondo il rapporto della rivista.

È necessario ulteriore lavoro prima che l'anticorpo a due braccia possa essere testato nelle persone, ha detto Watts. Una versione umana dell'anticorpo recettore della transferrina deve essere creato e bisogna fare di più prove di sicurezza sugli animali di grandi dimensioni, ha detto. "Penso che le prospettive sono abbastanza buone" che la ricerca possa portare a una terapia umana, ha detto Vassar, che ha identificato e clonato per primo l'enzima BACE1 nel 1999.

[...]

 


Pubblicato in Bloomberg.com il 25 maggio 2011 - Traduzione di Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi, eventualmente citati nell'articolo, sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non si propone come terapia o dieta; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer Riese. I siti terzi raggiungibili dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente; in particolare si segnala la presenza frequente di una istituzione medica con base in Germania (xcell-Center) che propone la cura dell'Alzheimer con cellule staminali; la Società Tedesca di Neuroscienze ha più volte messo in guardia da questa proposta il cui effetto non è dimostrato. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione, una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e a informarti:

Notizie da non perdere

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Tre modi per smettere di preoccuparti

29.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Sai di essere una persona apprensiva se ti identifichi con Flounder in La Sirenetta o co...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

Ricetta per una vita felice: ingredienti ordinari possono creare lo straordina…

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Se potessi porre ad ogni essere umano sulla Terra una domanda - qual è la ricetta per un...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Nuove case di cura: 'dall'assistenza fisica, al benessere emotivo�…

5.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Helen Gosling, responsabile delle operazioni della Kingsley Healthcare, con sede a Suffo...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

Nuova 'teoria unificata della mente': implicazioni per la prevenzion…

17.07.2025 | Ricerche

In un nuovo studio con implicazioni sulla prevenzione del morbo di Alzheimer (MA) e altr...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.