Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Scoperti nuovi cambiamenti cerebrali all'inizio dell'Alzheimer

alzheimer changes timelineProgressione ipotetica nel tempo dei cambiamenti nel cervello umano in relazione all'entità della patologia tau da Alzheimer (Fonte: Marttinen et al., 2018).

I ricercatori dell'Università della Finlandia Orientale hanno scoperto nuovi cambiamenti presenti nel cervello umano nelle prime fasi del morbo di Alzheimer (MA).


I ricercatori hanno usato un approccio multi-oma (*) per determinare i livelli di RNA, proteine ​​e fosforilazione e hanno effettuato ulteriori analisi neurobioinformatiche su di essi. I risultati, ottenuti attingendo ai dati di una biobanca finlandese di campioni di tessuto cerebrale, sono stati pubblicati su Neurobiology of Disease.


Il MA è la malattia neurodegenerativa più comune, fortemente caratterizzata dall'accumulo del peptide amiloide-beta e della proteina tau iperfosforilata nel tessuto cerebrale. Al fine di trovare nuovi biomarcatori predittivi e obiettivi di trattamento per questa malattia, è fondamentale identificare i primi cambiamenti indotti da questo accumulo nel cervello.


Sono state condotte molte ricerche sui cambiamenti che si verificano nell'espressione RNA dei geni nel cervello delle persone con MA, ma pochi studi finora si sono concentrati sull'intero proteoma che copre l'intero insieme delle proteine ​​espresse nelle cellule.


"Tuttavia, sappiamo che i cambiamenti nell'espressione non vengono sempre tradotti a livello di proteine, e sappiamo anche che la fosforilazione regola la funzione delle proteine ​​prodotte. Pertanto, è essenziale esaminare contemporaneamente più livelli di regolazione per comprendere i cambiamenti funzionali che avvengono nelle fasi iniziali del MA", spiega il ricercatore postdottorato Mikael Marttinen dell'Università della Finlandia Orientale.


Nello studio appena pubblicato, i ricercatori hanno usto i dati disponibili in una esclusiva biobanca finlandese di campioni di tessuto cerebrale, dove i campioni sono classificati in base all'accumulo di proteine ​​tau fosforilate, che rappresentano le diverse fasi del MA.


Analizzando l'intero genoma dei campioni per rilevare variazioni su RNA, proteine ​​e fosforilazione delle proteine ​​e conducendo analisi neurobioinformatiche, i ricercatori sono riusciti a dimostrare associazioni tra cambiamenti funzionali in alcuni tipi di cellule cerebrali e l'accumulo di proteina tau fosforilata correlata al MA.


I ricercatori hanno anche dimostrato che si può usare l'apprendimento automatico per classificare i pazienti in diversi stadi della patogenesi della malattia, semplicemente osservando i cambiamenti nell'espressione di un gruppo selezionato di geni.


Ulteriori ricerche dovranno chiarire se i cambiamenti del cervello appena scoperti nelle diverse fasi della malattia siano visibili anche nel liquido cerebrospinale e nei campioni di sangue, e se questi potrebbero anche essere usati come nuovi biomarcatori predittivi del MA. Inoltre, i cambiamenti scoperti nelle prime fasi della malattia aprono nuove strade a potenziali bersagli di trattamento per il morbo.

 

 

(*) approccio di analisi biologica in cui i set di dati sono vari 'oma', come il genoma, il proteoma, il trascrittoma, l'epigenoma e il microbioma.

 


Fonte: University of Eastern Finland (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Mikael Marttinen, Jussi Paananen, Antonio Neme, Vikram Mitra, Mari Takalo, Teemu Natunen, Kaisa M.A. Paldanius, Petra Mäkinen, Michael Bremang, Mitja I. Kurki, Tuomas Rauramaa, Ville Leinonen, Hilkka Soininen, Annakaisa Haapasalo, Ian Pike, Mikko Hiltunen. A multiomic approach to characterize the temporal sequence in Alzheimer's disease-related pathology. Neurobiology of Disease, 2018; DOI: 10.1016/j.nbd.2018.12.009

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.