Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


L'importanza della storia familiare per l'insorgenza dell'Alzheimer

Stai per compiere 60 anni e ti preoccupi. Tua madre ha avuto il morbo di Alzheimer (MA) a 65 anni. A che età ti colpirà la malattia?


Uno studio canadese pubblicato su JAMA Neurology dimostra che quanto più una persona si avvicina all'età in cui il genitore ha avuto i primi segni di MA, tanto più è probabile che abbia nel cervello le placche amiloidi associate alla malattia che provoca il declino cognitivo.


In questo studio, che ha coinvolto una coorte di 101 individui, la ricercatrice Sylvia Villeneuve (Douglas Mental Health University Institute e CIUSSS de l’Ouest-de-l’Île-de-Montréal) dimostra che la differenza tra l'età di una persona e l'età dei genitori all'inizio della malattia è un fattore di rischio più importante della sua età reale.


"Una 60enne la cui madre ha sviluppato l'MA a 63 anni, avrebbe più probabilità di avere placche di amiloide nel cervello di una 60enne la cui madre aveva sviluppato la malattia a 85 anni", spiega la Villeneuve, assistente professore alla McGill University e associata al McConnell Brain Imaging Center del The Neuro.


Il suo team di scienziati ha anche scoperto che l'impatto genetico del MA è molto maggiore di quanto si pensasse in precedenza. La Villeneuve ha detto:

"Dopo aver esaminato i cambiamenti del biomarcatore amiloide nei campioni di liquido cerebrospinale dei nostri soggetti, abbiamo notato che questo legame tra età dei genitori e depositi di amiloide è più forte nelle donne che negli uomini. Il legame è anche più forte nei portatori del gene ApoE4, il cosiddetto «gene dell'Alzheimer»".

Verso un rilevamento più precoce della malattia

La ricercatrice e il suo team hanno riprodotto con successo i loro risultati in due gruppi indipendenti, uno composto da 128 individui di una coorte dell'Università di Washington di St. Louis, l'altro composto da 135 individui provenienti da una coorte dell'Università del Wisconsin di Madison.


Hanno anche riprodotto i loro risultati usando una tecnica di scansione che consente di vedere le placche amiloidi direttamente nel cervello delle persone viventi.


Il loro studio può aprire la strada allo sviluppo di metodi economici per l'identificazione precoce delle persone a rischio di Alzheimer.


Fonte: McGill University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Sylvia Villeneuve, Jacob W. Vogel, Julie Gonneaud, Alexa Pichet Binette, Pedro Rosa-Neto, Serge Gauthier, Randall J. Bateman, Anne M. Fagan, John C. Morris, Tammie L. S. Benzinger, Sterling C. Johnson, John C. S. Breitner, Judes Poirier, for the Presymptomatic Evaluation of Novel or Experimental Treatments for Alzheimer Disease (PREVENT-AD) Research Group. Proximity to parental symptom onset and amyloid burden in sporadic Alzheimer's disease. JAMA Neurology, 2018 DOI: 10.1001/jamaneurol.2017.5135

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


Notizie da non perdere

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

Studio rafforza il legame tra vaccino contro l'herpes zoster e minore ris…

10.04.2025 | Ricerche

La nuova analisi di un programma di vaccinazione in Galles ha scoperto che il vaccino contro l'he...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

36 abitudini quotidiane che riducono il rischio di Alzheimer

2.07.2018 | Esperienze & Opinioni

Sapevi che mangiare carne alla griglia potrebbe aumentare il rischio di demenza? O che s...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Cervello del toporagno si restringe in inverno e rinasce in estate: c'è q…

10.09.2025 | Ricerche

I toporagni comuni sono uno dei pochi mammiferi noti per restringere e far ricrescere in...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

[Domenic Praticò] Consigli pratici per diventare un super-anziano

1.12.2025 | Esperienze & Opinioni

Quando si parla di invecchiamento, sappiamo che esso non è un processo uniforme e uguale per tutt...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)