Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


La superattività del guardiano della stabilità del genoma è legata alla morte dei neuroni

Una nuova ricerca suggerisce un'associazione tra il BRCA1 iperattivo e citosolico, il principale custode della stabilità genomica, e la morte dei neuroni nel morbo di Alzheimer (MA).


Il BRCA1 (gene oncosoppressore, protegge la cellula dall'accumulo di mutazioni potenzialmente tumorali) sovraregolato è associato sia alla risposta aberrante al danno del DNA (DDR) sia alla disfunzione della presenilina 1 (PS1).


I risultati supportano l'ipotesi che lo stress genotossico manifestato, tra gli altri, dall'attivazione della DDR e dalla destabilizzazione dei punti di controllo del ciclo cellulare, causa la morte neuronale nel MA.


Il MA è un disturbo neurodegenerativo che si manifesta con la perdita significativa e progressiva di neuroni e delle loro connessioni sinaptiche, che alla fine porta a una compromissione grave delle funzioni cognitive. Il fattore patogeno critico nel MA è l'amiloide-beta, depositato in placche nella fase tardiva della malattia, ma estremamente pericoloso sotto forma di oligomeri già nelle prime fasi.


Dall'altra parte, è noto che gli stress genotossico e ossidativo sono i principali fattori che inducono percorsi molecolari che guidano i neuroni fino alla morte, determinando una perdita significativa di massa cerebrale.


Uno studio congiunto polacco / svedese pubblicato nel Journal of Alzheimer's Disease si è proposto di identificare il fattore molecolare che lega la teoria dello stress amiloide e dello stress ossidativo nella patogenesi del MA.


Michalina Wezyk PhD, senior post-doc presso il Centro di ricerca medica di Mossakowski, ha detto:

"Il BRCA1 sembra essere un nuovo importante giocatore che sottende le basi molecolari della morte neuronale nel MA. Il BRCA1 è sovraattivato e ri-localizzato nel citosol, un fatto anomalo per le sue funzioni nella riparazione del DNA.

Da un lato, il BRCA1 può essere coinvolto nella induzione del rientro del ciclo cellulare dei neuroni post mitotici, che li porta alla segnalazione pro-morte.

Dall'altro, il BRCA1 come attore del sistema di degradazione del proteasoma può essere coinvolto nell'elaborazione aberrante della presenilina 1 coinvolta nella deposizione di peptidi patogeni dell'amiloide-beta".

"Il BRCA1 può quindi costituire un legame molecolare tra patologia dell'amiloide e stress ossidativo con le sue conseguenze nel cervello di MA".


I ricercatori hanno ottenuto dati da linee cellulari di fibroblasti cutanei e neuroni derivati ​​da cellule staminali pluripotenti indotte, stabiliti da pazienti con MA ad esordio precoce. I pazienti sono stati reclutati all'Ospedale Clinico Centrale del Ministero dell'Interno e dell'Amministrazione a Varsavia, al Centro Alzheimer della Wroclaw Medical University e all'Università di Scienze Mediche di Poznan. Le linee cellulari sono state stabilite al Centro Ricerca Medica Mossakowski e al Karolinska Institutet, in collaborazione con il laboratorio della Dott.ssa Anna Falk.


Il gruppo esaminato comprendeva sei pazienti con MA ad esordio precoce, tra i 36 e i 58 anni di età, e 16 uomini e donne cognitivamente normali, di età compresa tra 55 e 81 anni, neuropsicologicamente sani e con nessun record familiare di disturbi neurologici.


Il team ha riscontrato un aumento del contenuto della proteina BRCA1 rilocalizzata sul citosol e anormalmente iperattiva nei fibroblasti e nei neuroni di MA. Ciò si correlava all'accumulo di amiloide-beta, osservato soprattutto nei neuroni, così come alla localizzazione cellulare alterata e allo schema alterato di elaborazione della presenilina 1 (aumento dell'ubiquitinazione).


I risultati suggeriscono che il BRCA1 può interagire o influenzare l'elaborazione e di conseguenza le funzioni della presenilina 1. Dall'altra parte, l'attivazione del BRCA1 è correlata al reclutamento di molti giocatori nella risposta al danno del DNA e ai punti di controllo del ciclo cellulare, osservati nei fibroblasti e parzialmente nei neuroni (valutato in base all'attivazione di alcuni marcatori di rientro nel ciclo cellulare).


Questi risultati indicano un duplice meccanismo d'azione del BRCA1, sia a livello dell'elaborazione dell'amiloide che a livello della risposta allo stress genotossico / ossidativo che si verifica nei neuroni del MA. Questi studi indicano numerosi elementi regolatori del ciclo cellulare, che sono deregolati nel processo di neurodegenerazione.


Pertanto, questi studi vanno di pari passo con la crescente tendenza della correlazione inversa tra la possibilità di contrarre il cancro e la malattia neurodegenerativa.


La Wezyk e i colleghi indicano un'ulteriore necessità di ricerca per identificare possibili applicazioni terapeutiche rivolte al BRCA1 a seconda delle diverse fasi del MA, specialmente proprio all'inizio.

 

 

 


Fonte: IOS Press via EurekAlert! (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Michalina Wezyk, Aleksandra Szybinska, Joanna Wojsiat, Marcelina Szczerba, Kelly Day, Harriet Ronnholm, Malin Kele, Mariusz Berdynski, Beata Peplonska, Jakub Piotr Fichna, Jan Ilkowski, Maria Styczynska, Anna Barczak, Marzena Zboch, Anna Filipek-Gliszczynska, Krzysztof Bojakowski, Magdalena Skrzypczak, Krzysztof Ginalski, Michal Kabza, Izabela Makalowska, Maria Barcikowska-Kotowicz, Urszula Wojda, Anna Falk, Cezary Zekanowski. Overactive BRCA1 Affects Presenilin 1 in Induced Pluripotent Stem Cell-Derived Neurons in Alzheimer’s Disease. Journal of Alzheimer's Disease, vol. 62, no. 1, pp. 175-202, 2018 DOI: 10.3233/JAD-170830

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.