Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Impedita in laboratorio l'aggregazione di proteine legata a neudegenerazione

Impedita in laboratorio l'aggregazione di proteine legata a neudegenerazioneSinistra: grumi compatti di FUS verde fluorescente si formano nella cellula del lievito non trattata. Destra: la proteina rimane diffusa e non aggregata nella cellula fosforilata. (Fonte: Monahan et. al.)Degli scienziati riferiscono di un nuovo studio che, imitando un processo naturale delle cellule, ha impedito la formazione di grumi di proteine ​​associati alla sclerosi laterale amiotrofica (ALS) e alla demenza frontotemporale.


In colture di cellule umane e del lievito, gli scienziati hanno interrotto il raggruppamento dannoso di proteine ​​FUS, esponendole alla fosforilazione, un processo che consente di modificare in modo preciso gli aminoacidi che formano le proteine, aumentando la loro carica elettrica negativa. La ricerca mostra che l'aumento di carica induce le proteine ​​a respingersi quando di norma si aggregano.


I risultati potrebbero avere implicazioni positive per il trattamento dell'ALS - chiamata anche malattia di Lou Gehrig - e della demenza. "Nessuno ha dimostrato che è possibile usare la carica, e la fosforilazione per ottenere la carica, per distruggere questi aggregati proteici associati all'ALS", ha affermato l'autore corrispondente Nicolas Fawzi, assistente professore nel Dipartimento di Farmacologia Molecolare, Fisiologia e Biotecnologie della Brown University.


La fosforilazione avviene nelle cellule di tutto il corpo per vari motivi. Le cellule la eseguono sulle proteine ​​FUS nell'ambito di una sequenza di eventi collegati al danno del DNA. Nel nuovo studio, i ricercatori hanno esaminato la fosforilazione sia naturale che artificiale, sostituendo aminoacidi specifici nelle proteine ​​FUS.


Lo studio, condotto da un team di ricercatori della Brown, della Uniformed Services University, dell'Università Johns Hopkins, dell'Università di Lehigh e dei National Institutes of Health, è apparsa sul Journal EMBO.

 

Fasi dello studio

Il progetto è iniziato nel laboratorio di Fawzi alla Brown, dove è stata studiata la struttura e la biofisica delle FUS e di proteine ​​simili, strettamente associate alle malattie neurodegenerative. Lui e la co-autrice Veronica Ryan, specializzanda di neuroscienze della Brown, volevano esplorare se e come la fosforilazione può influenzare il modo in cui le proteine ​​FUS si raggruppano, pregiudicando la salute dei neuroni.


La prima cosa da fare era identificare diversi siti di aminoacidi specifici nella regione che le FUS usano per legarsi ad altre proteine, dove l'enzima naturale 'proteina chinasi DNA-dipendente' (DNA-PK) provoca la fosforilazione. I collaboratori dell'Uniformed Services University, compresi i co-autori Zachary Monahan e Frank Shewmaker, hanno continuato il lavoro confermando questi e altri siti di fosforilazione nelle FUS derivate da cellule umane.


Con più di una dozzina di siti identificati, il team ha quindi deciso di imitare il lavoro delle DNA-PK nelle colture di cellule viventi. Il gruppo di Monahan e Shewmaker ha progettato FUS umane nel lievito di birra e ha anche implementato l'imitazione della fosforilazione in una coltura di cellule umane.


Quello che hanno osservato in entrambe le culture è che, aumentando il grado di fosforilazione da soli due siti fino a 12, possono ridurre proporzionalmente la propensione della proteina ad aggregarsi in grumi.


Nelle cellule del lievito hanno mostrato che, quanto più efficacemente si impedisce la completa aggregazione (aggiungendo altri siti che imitano la fosforilazione), tanto più sono robuste le colonie di cellule che crescono. Questa constatazione ha dimostrato che il raggruppamento di FUS è tossico per le cellule.


Ryan, Abigail Janke e i colleghi della Brown hanno dimostrato che la fosforilazione distrugge i contatti tra le molecole di FUS. Nel frattempo, la modellazione computazionale dell'effetto della fosforilazione nella struttura della proteina, condotta dal coautore Jeetain Mittal alla Lehigh, ha dimostrato che è la variazione della carica elettrica che porta alla differenza nella probabilità di aggregazione delle proteine.

 

Un orizzonte terapeutico

Fawzi ha riconosciuto che l'approccio usato dagli scienziati nel laboratorio non può ancora costituire una terapia pratica per le malattie neurodegenerative, ma ha affermato che la dimostrazione che si può usare la fosforilazione per interrompere l'aggregazione proteica dovrebbe dare la motivazione a lavorare per produrre un trattamento. "Non esiste alcuna terapia o cura per l'ALS e la demenza frontotemporale", ha detto Fawzi. "Quello di cui abbiamo bisogno sono nuove ipotesi e nuovi angoli".


Fawzi ha ipotizzato che, poiché la fosforilazione è un processo naturale delle cellule, la chiave può essere trovare un "interruttore" per attivarla quando è necessario. Ha anche notato che molte aziende farmaceutiche hanno gruppi di ricerca molto attivi dedicati allo sfruttamento degli enzimi fosforilanti chiamati chinasi, come il DNA-PK.


Si dovrebbe puntare a una terapia futura localizzata nel cervello (in caso di demenza frontotemporale), o focalizzata sui neuroni motori (nel caso di ALS). La fosforilazione di FUS nel corpo in generale potrebbe essere dannosa, dato che si presume che abbiano ruoli importanti nell'aiutare le cellule ad elaborare l'RNA e nella riparazione del DNA.


Per ora la collaborazione è focalizzata sulla sperimentazione della fosforilazione in un modello di malattia neurodegenerativa piuttosto che nelle cellule in generale, ha dichiarato Fawzi.

 

 

 


Fonte: Brown University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Zachary Monahan, Veronica H Ryan, Abigail M Janke, Kathleen A Burke, Shannon N Rhoads, Gül H Zerze, Robert O'Meally, Gregory L Dignon, Alexander E Conicella, Wenwei Zheng, Robert B Best, Robert N Cole, Jeetain Mittal, Frank Shewmaker, Nicolas L Fawzi. Phosphorylation of the FUS low‐complexity domain disrupts phase separation, aggregation, and toxicity. The EMBO Journal, 2017; e201696394 DOI: 10.15252/embj.201696394

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Curare l'Alzheimer: singolo proiettile magico o sparo di doppietta?

20.03.2025 | Esperienze & Opinioni

Perché i ricercatori stanno ancora annaspando nella ricerca di una cura per quella che è...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)