Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Trovate particelle di inquinamento atmosferico nel cervello di Alzheimer

Degli scienziati hanno messo in guardia che le minuscole particelle magnetiche prodotte dai motori e dai freni delle automobili possono viaggiare nel cervello umano e possono scatenare l'Alzheimer. I ricercatori delle Università di Lancaster, Oxford e Manchester hanno scoperto delle sfere microscopiche del minerale magnetite nel cervello di 37 persone di Manchester e del Messico che avevano sofferto di malattie neurodegenerative.


Il minerale magnetite è noto per essere tossico ed è legato alla produzione di radicali liberi che sono associati all'Alzheimer. Anche se la magnetite in precedenza è stata trovata nel cervello di persone che erano morte di Alzheimer, si pensava che fosse avvenuto in modo naturale. Tuttavia le palline individuate dagli scienziati hanno una superficie fusa, suggerendo che si erano formate con un calore estremo, come ad esempio nel motore di un'auto.


La magnetite - una forma di ossido di ferro - è noto per essere prodotta nei motori delle automobili, in particolare dai motori diesel, che possono emettere fino a 22 volte più particolato rispetto ai motori a benzina, così come quando si usano i freni, sia delle auto che dei treni. Può anche essere prodotta da caminetti e stufe mal equipaggiati.


"I nostri risultati indicano che le nanoparticelle di magnetite nell'atmosfera possono entrare nel cervello umano dove potrebbero rappresentare un rischio per la salute umana, ivi comprese le condizioni come l'Alzheimer", ha detto la prima autrice Barbara Maher, professore della Lancaster University. "Le particelle che abbiamo trovato sono sorprendentemente simili alle nanosfere di magnetite che sono abbondanti nell'inquinamento atmosferico presente negli ambienti urbani, in particolare vicino a strade trafficate e che sono fissate dalla combustione o dal calore dell'attrito dei motori o dei freni dei veicoli".

[...]

L'inquinamento atmosferico è già implicato nelle malattie polmonari e negli attacchi di cuore, e recenti studi hanno suggerito che potrebbe anche essere un fattore del declino cognitivo; uno studio americano nel 2014 ha dimostrato che le persone in zone altamente inquinate hanno il ​​50 per cento in più di probabilità di soffrire di declino mentale.


Ma fino ad ora, nessuno pensava che le particelle possano raggiungere il cervello. La nuova ricerca suggerisce che le particelle possono essere inalate e entrare nel cervello attraverso il nervo olfattivo, che porta le informazioni relative agli odori al cervello.


Il Prof. Anthony Seaton, professore emerito di Medicina Ambientale e del Lavoro all'Università di Aberdeen, ha dichiarato: "Questo è uno studio importante e si aggiunge al corpo di prove che la combustione di combustibili fossili ha effetti tossici diffusi sulla nostra salute. La soluzione a questo problema è letteralmente nelle nostre mani, quando stringiamo il volante".


La ricerca è stata pubblicata nella rivista Proceedings of the National Academy of Sciences.

 

 

 


Fonte: Sarah Knapton in Telegraph.co.uk (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: n/d

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Antiossidanti aiutano contro vari problemi di salute, ma è complicato capire q…

3.11.2025 | Esperienze & Opinioni

La descrizione di antiossidante è tutta nel nome: gli antiossidanti contrastano gli ossi...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Per capire l'Alzheimer, ricercatori di Yale si rivolgono alla guaina di m…

4.07.2025 | Ricerche

L'interruzione degli assoni, la parte simile a una coda nelle cellule nervose che trasme...

10 cose da non fare con i malati di Alzheimer

10.12.2015 | Esperienze & Opinioni

Mio padre aveva l'Alzheimer.

Vederlo svanire è stata una delle esperienze più difficili d...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)