Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Il fumo è uno dei fattori di rischio della demenza, assieme a ipertensione e colesterolo alto

Il fumo, le malattie cardiache e l'alta pressione sanguigna contribuiscono alla demenza, ma la maggior parte delle persone considerano ancora la malattia come una parte normale dell'invecchiamento, secondo uno studio.


Le donne sono più informate rispetto agli uomini, e le persone più istruite hanno livelli più elevati di conoscenza, secondo una ricerca condotta al Trinity College di Dublino e al St. James Hospital Dementia Services Centre.


In una revisione di 40 studi provenienti da 15 diversi paesi e pubblicati negli ultimi 20 anni, i ricercatori della Facoltà per Assistenti Sociali e Politiche Sociali del Trinity College hanno trovato che il pubblico in generale ha una comprensione limitata della demenza e dell'Alzheimer.


C'è anche una mancanza di consapevolezza del ruolo che hanno i fattori di rischio modificabili nello sviluppo della malattia, indicando la necessità per i governi di integrare i programmi di riduzione dei rischi sulla demenza in tutti gli aspetti delle campagne di sanità pubblica.


La demenza è una malattia costosa e una delle principali cause di disabilità e dipendenza in tutto il mondo, ha detto Suzanne Cahill, direttrice del Centro Informazione e Sviluppo Servizi per la Demenza, e Professoressa Associata di Lavoro Sociale e Invecchiamento alla School of Social Work and Social Policy del Trinity, che ha guidato il team di ricerca.


La maggior parte di questi costi sono sostenuti dai famigliari, che in genere forniscono la parte più consistente dei servizi di assistenza a titolo gratuito. Il costo della demenza in tutto il mondo per il 2015, è stato recentemente stimato in 818 miliardi di Euro.


"La mancanza di comprensione pubblica sulla demenza ha conseguenze negative sia per l'individuo alle prese con i sintomi, che per i caregiver familiari", ha detto la prof.ssa Cahill. "L'individuo può provare stigma, imbarazzo e sentirsi ridicolo a causa di atteggiamenti sociali negativi, e ritirarsi dalle attività di cui godeva prima, e il caregiver può sperimentare isolamento sociale perchè vicini, amici e i familiari si ritirano gradualmente, non sapendo come comportarsi".


La ricerca, pubblicata sulla rivista Alzheimer’s Disease and Associated Disorders, ha scoperto anche che la conoscenza della demenza è particolarmente carente tra le minoranze etniche e razziali. In quasi la metà degli studi esaminati, sono stati trovati livelli da carenti a molto limitati di conoscenza della demenza.


In uno studio irlandese del 2012, dove è stato usato il campionamento casuale, il 42% degli over 65 credeva che la demenza fosse normale nelle persone anziane, rispetto al 28% delle persone di mezza età e più giovani.


Un altro errore comune individuato dal gruppo di ricerca è che gli individui non hanno alcun controllo sul fatto che possono sviluppare la demenza. Era carente la conoscenza dei fattori di rischio modificabili, come la pressione alta, il fumo e il colesterolo alto.


In uno studio del Regno Unito nel 2012, solo circa un quarto degli intervistati era consapevoli che l'ipertensione e il colesterolo alto aumentano il rischio dell'individuo di sviluppare demenza e in un altro studio francese poco più di un terzo hanno identificato il fumo come un fattore di rischio.


"Sempre più spesso, le evidenze della ricerca puntano al ruolo che i fattori di rischio cardiovascolare hanno nel contribuire alla demenza", ha detto la prof.ssa Cahill. "Questo dimostra che la salute del cervello e il funzionamento cognitivo in età avanzata sono profondamente radicate nella salute fisica e mentale nella prima infanzia, e i governi devono integrare i programmi di riduzione dei rischi di demenza in tutti gli aspetti delle politiche di sanità pubblica".

 

 

 


Fonte: Dan Buckley in Irish Examiner (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Suzanne Cahill, Maria Pierce, Perla Werner, Andrew Darley, Andrea Bobersky. A Systematic Review of the Public’s Knowledge and Understanding of Alzheimer’s Disease and Dementia. Alzheimer Disease & Associated Disorders, July–September 2015 - Volume 29 - Issue 3 - p 255–275. doi: 10.1097/WAD.0000000000000102

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Farmaco per Alzheimer non cambia l'eliminazione dei rifiuti a breve termi…

24.11.2025 | Ricerche

Dopo il trattamento con il farmaco, le scansioni MRI non mostrano alcun cambiamento a breve termi...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

L'Alzheimer è in realtà un disturbo del sonno? Cosa sappiamo del legame t…

28.02.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una forma di demenza che insorge quando c'è un accumulo di ...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Allenamento con i pesi protegge il cervello delle persone anziane dalla demenz…

15.04.2025 | Ricerche

Uno studio, condotto presso l'Università di Stato di Campinas (Brasile), ha scoperto che dopo sei...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Curare l'Alzheimer: singolo proiettile magico o sparo di doppietta?

20.03.2025 | Esperienze & Opinioni

Perché i ricercatori stanno ancora annaspando nella ricerca di una cura per quella che è...

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)