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Lievi traumi e suoni improvvisi formano ricordi duraturi

Lievi trauma e suoni improvvisi formano ricordi duraturiRicercatori della New York University hanno scoperto che anche una breve esposizione a suoni improvvisi o traumi lievi può formare ricordi (connessioni cerebrali permanenti e a lungo termine), in una regione specifica del cervello.


Inoltre, il team di ricerca, lavorando sui ratti, dice che è riuscito a stimolare chimicamente questi percorsi biologici nel locus ceruleus (la zona del cervello più nota per il rilascio dell'ormone noradrenalina, "lotta o fuggi"), per aumentare e migliorare l'udito degli animali.


Il team della NYU dice che il nuovo studio, riassunto nell'articolo di copertina della rivista online Nature Neuroscience del 24 agosto, è ritenuto il primo a esplorare una connessione apparente tra l'ascolto e la formazione della memoria nel locus ceruleus, nonché il primo a riuscire a migliorare l'udito nei ratti manipolando la regione centrale del cervello la cui rete neurale si proietta in tutto il corpo.


"Il nostro studio ci permette di vedere più in profondità le funzioni del locus ceruleus, come un potente amplificatore nel cervello, che controlla come e dove il cervello immagazzina e trasforma in ricordi di eventi e suoni improvvisi e traumatizzanti", dice il ricercatore senior dello studio e neuroscienziato Robert C. Froemke PhD, assistente professore alla New York University e nel suo Skirball Institute of Biomolecular Medicine.

"I nostri risultati, se confermati da studi futuri su animali e persone, potrebbero aiutarci a capire meglio come migliorare le capacità di udito e memoria di coloro che soffrono di perdita di udito o forse anche di Alzheimer, così come darci modo di modificare o ridurre al minimo i ricordi coinvolti in disordini come il disturbo da stress post-traumatico".


Secondo gli investigatori, la scoperta fornisce informazioni su come e dove risiedono gli eventi traumatizzanti nelle nostre menti e possono eventualmente spiegare perché potrebbero essere necessari anni per imparare le date nella classe di storia, ma solo pochi secondi per sviluppare il disturbo da stress post-traumatico (PTSD) da un shock o un evento improvviso.


Essi dicono anche che questi risultati possono aiutare a spiegare come gli impulsi elettrici, come quelli prodotti da impianti cocleari per i non udenti, possono essere utilizzati meglio per migliorare l'udito, e come i ricordi traumatizzanti possono essere rimodellati o smorzati per ridurre i sintomi di PTSD.


[...] Froemke dice che in seguito intende indagare come le informazioni sono codificate all'interno del locus ceruleus e identificare quali cellule sono attivate dagli impianti cocleari e in modelli animali di PTSD. Egli ha anche in programma esperimenti per identificare i modelli che si formano nel locus cerelus durante altre manifestazioni comportamentali che coinvolgono l'udito, come le madri che rispondono alle grida e alle chiamate dei loro figli.

 

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Il supporto finanziario per lo studio è stato fornito dal National Institute on Deafness and Other Communication Disorders, dal Hirschl / Weill-Caulier Career Research Award, dalla Sloan Research Fellowship, e dalla Fondazione portoghese per la Scienza e la Tecnologia.

 

 

 


Fonte: New York University via Newswise (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Ana Raquel O Martins & Robert C Froemke. Coordinated forms of noradrenergic plasticity in the locus coeruleus and primary auditory cortex. Nature Neuroscience, 2015 DOI: 10.1038/nn.4090

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Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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