Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Stimolazione forte e chiara può prevenire l'apatia della demenza

Gli ospiti con demenza delle casa di cura hanno meno probabilità di essere apatici se vivono in un ambiente adeguatamente stimolante, secondo dei ricercatori di assistenza.


Un rapporto del 2013 dei Centers for Disease Control ha rilevato che quasi la metà di tutti gli ospiti delle case di cura hanno la demenza. L'apatia è uno dei sintomi neurocomportamentali più comuni nella demenza; la sperimenta circa il 90 per cento degli anziani con demenza. Quelli con demenza lieve passeranno più rapidamente a forme più gravi se soffrono anche di apatia, il che rende importante aiutarli a rimanere impegnati.


"Le persone con demenza che sono anche apatici non sono curiosi del mondo che li circonda, non sono motivati a svolgere attività, né ad entrare in contatto con coloro che li circondano, in modo nè positivo nè negativo", ha detto Ying-Ling Jao, assistente professoressa di infermieristica della Penn State. "L'apatia ha diverse conseguenze negative sia per le persone affette da demenza che per i loro caregiver. Le funzioni cognitive degli individui probabilmente diminuiranno più rapidamente e il loro caregiver avrà più difficoltà ad accudirli e maggiori probabilità di diventare depressi".


La Jao ha osservato 40 ospiti di case di cura, con demenza, esaminando le registrazioni video di ognuno prese in una giornata tipo. Ha selezionato tre video per ospite dalle registrazioni fatte per un precedente studio: uno ai pasti, uno durante una interazione diretta tra l'ospite e il personale, e uno scelto a caso.


"Lo scopo di questo studio era esaminare la relazione tra le caratteristiche ambientali e l'apatia degli ospiti con demenza residenti in casa di cura a lungo termine", ha detto la Jao, che riferisce i risultati nel numero corrente di The Gerontologist. "Il mio interesse per l'apatia deriva soprattutto dalle mie osservazioni cliniche nelle case di cura, quando studiavo infermieristica professionale. Mi ricordo che qualunque fosse la casa di riposo visitata, vedevo spesso una folla di ospiti seduti in salotto o in corridoio senza interesse per l'ambiente e senza espressione emotiva".


La Jao ha esaminato 5 caratteristiche in particolare: stimolazione ambientale, atmosfera, affollamento, familiarità del personale e luce e suoni. Dei cinque, la stimolazione ambientale chiara e forte è stata associata nel modo più significativo con un livello di apatia inferiore degli ospiti. "È interessante notare che i nostri risultati hanno dimostrato che la stimolazione ambientale chiara e forte è legata a una minore apatia, mentre nessuna stimolazione o ambiente travolgente, senza un singolo stimolo chiaro, è legata a una maggiore apatia", hanno scritto i ricercatori.


Uno stimolo chiaro si trova in un ambiente che non ha rumore di fondo concorrente, e con un singolo stimolo diretto. Un buon esempio di questo è un terapeuta che conduce un programma di musicoterapia per gli ospiti in una stanza altrimenti tranquilla.


La forza dello stimolo dipende dalla sua intensità, persistenza, interesse e straordinarietà. Le attività di routine, come ad esempio una conversazione o un pasto regolare, sono considerate stimolazione moderata, mentre una festa di compleanno è considerata simulazione forte.


"Una delle caratteristiche innovative di questo studio è che abbiamo usato la scala «Person-Environment Apathy Rating» per misurare la stimolazione ambientale a livello individuale", ha detto la Jao. "Credo che la stessa stimolazione possa essere percepita in modo diverso o provocare reazioni diverse a persone diverse nello stesso ambiente, sulla base delle caratteristiche, degli interessi e della rilevanza per la stimolazione dell'individuo. In effetti, uno stimolo può essere chiaro a una persona, ma poco chiaro per un'altra, a causa delle differenze di udito o abilità visive, soprattutto negli anziani".


La Jao prevede di continuare questa ricerca replicando lo studio con un campione più ampio e osservando più da vicino la qualità dell'interazione e della comunicazione tra gli ospiti delle case di riposo e dei loro caregiver.
"Una delle implicazioni più importanti di questi risultati è che ci guideranno per progettare ambienti fisici e sociali adeguati per la cura della demenza, per aiutare a prevenire o a ridurre l'apatia", ha detto. "Abbiamo bisogno che più persone si prendano cura dell'apatia degli anziani con demenza".

 

*******
Hanno contribuito a questa ricerca: Donna L. Algase, professore emerito della School of Nursing dell'Università del Michigan; Janet K. Specht e Kristine Williams, professoresse di infermieristica gerontologica al College of Nursing della University of Iowa.

Hanno sostenuto la ricerca l'Honor Society of Nursing Sigma Theta Tau International e la STT Gamma Chapter.

 

 

 


Fonte: Victoria M. Indivero in  Penn State (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Y.-L. Jao, D. L. Algase, J. K. Specht, K. Williams. The Association Between Characteristics of Care Environments and Apathy in Residents With Dementia in Long-term Care Facilities. The Gerontologist, 2015; 55 (Suppl 1): S27 DOI: 10.1093/geront/gnu166

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Studio rafforza il legame tra vaccino contro l'herpes zoster e minore ris…

10.04.2025 | Ricerche

La nuova analisi di un programma di vaccinazione in Galles ha scoperto che il vaccino contro l'he...

10 cose da non fare con i malati di Alzheimer

10.12.2015 | Esperienze & Opinioni

Mio padre aveva l'Alzheimer.

Vederlo svanire è stata una delle esperienze più difficili d...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Dana Territo: 'La speranza può manifestarsi da molte fonti nella cerchia …

14.01.2025 | Esperienze & Opinioni

Come trovi speranza nel nuovo anno con una diagnosi di Alzheimer?

Avere speranza...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Il nuovo collegamento tra Alzheimer e inquinamento dell'aria

13.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Il mio primo giorno a Città del Messico è stato duro. Lo smog era così fitto che, mentre...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Per capire l'Alzheimer, ricercatori di Yale si rivolgono alla guaina di m…

4.07.2025 | Ricerche

L'interruzione degli assoni, la parte simile a una coda nelle cellule nervose che trasme...

Nuova 'teoria unificata della mente': implicazioni per la prevenzion…

17.07.2025 | Ricerche

In un nuovo studio con implicazioni sulla prevenzione del morbo di Alzheimer (MA) e altr...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)