Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Gran parte degli anziani [in USA] vogliono avere test telefonici per la demenza

Quasi due terzi degli anziani sono disposti a sottoporsi a un esame telefonico per la demenza, secondo un nuovo studio del Center for Aging Research e dell'Istituto Regenstrief, entrambi dell'Indiana University. La volontà di essere sottoposti a screening per telefono non differisce per sesso, età o razza.


I ricercatori hanno scoperto che i due predittori più significativi della volontà di essere sottoposti a screening per telefono sono: credere nei benefici di conoscere prima possibile il declino cognitivo e avere un amico o un parente con l'Alzheimer.


Lo screening per la demenza è progettato per rilevare problemi che richiedono un'ulteriore valutazione diagnostica. Lo studio è apparso nella rivista peer reviewed [con controllo dei pari] ad accesso libero Journal of Aging Research.


La volontà del paziente di essere sottoposto a screening per la demenza per telefono è stata determinata con un sondaggio telefonico di pazienti anziani di cure primarie. Il tasso di accettazione del 63 per cento è significativo, anche se inferiore al tasso di disponibilità del 90 per cento dei pazienti che sono stati interrogati in interviste faccia-a-faccia, come riportato da ricercatori delle stesse istituzioni in uno studio del 2012.


"Nonostante l'aumento dei tassi di incidenza dell'Alzheimer e delle altre demenze, molti individui con decadimento cognitivo non sono testati; restano ignorati e quindi non ricevono mai valutazione o diagnosi", ha detto Nicole Fowler PhD, investigatrice del Center for Aging Research e del Regenstrief della IU, che ha condotto entrambi gli studi. "Capire l'atteggiamento dei pazienti sui rischi e benefici dell'identificazione precoce della demenza è vitale nel valutare i potenziali ostacoli e i facilitatori dello screening".


Nel 2013 la Task Force dei Servizi Preventivi degli Stati Uniti aveva concluso che le prove per lo screening di routine per la demenza nell'assistenza primaria non sono sufficienti a causa della mancanza di studi che valutano i rischi, i benefici e le prospettive dei pazienti sul valore dello screening di demenza.


"Il nostro studio fornisce indicazioni su ciò che pensa il paziente dello screening della demenza", ha detto la dott.ssa Fowler. "Oltre a informare i responsabili politici e i ricercatori, dovremmo rendere più consapevoli i medici nella comunità, e gli altri al di fuori del mondo accademico, sia dei vantaggi dell'informare gli anziani sulle opzioni per lo screening della demenza, che della volontà di questo gruppo di sottoporsi a screening di persona o per telefono".


Lo screening telefonico è meno gravoso per il paziente ed probabilmente anche per lo studio del medico, ha osservato.


I 400 anziani dello studio erano pazienti di medici convenzionati con due sistemi di assistenza sanitaria di grandi dimensioni. Nessuno dei pazienti ha avuto una diagnosi di demenza e meno del due per cento ha riferito di sentirsi dire dal proprio medico che sospetta problemi di memoria.


«Demenza» è un termine generale che indica una vasta gamma di sintomi associati ad un calo di memoria o di altre abilità cognitive, abbastanza grave da ridurre la capacità di una persona di svolgere le attività quotidiane. L'Alzheimer, che è progressivo, è la forma più comune di demenza.

 

 

 

 

 


Fonte: Indiana University via EurekAlert! (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Nicole R. Fowler, Anthony J. Perkins, Hilary A. Turchan, Amie Frame, Patrick Monahan, Sujuan Gao, Malaz A. Boustani. Older Primary Care Patients’ Attitudes and Willingness to Screen for Dementia. Journal of Aging Research, 2015; 2015: 1 DOI: 10.1155/2015/423265

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

4 Benefici segreti di un minuto di esercizio al giorno

29.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Conosci tutti gli effetti positivi dell'esercizio fisico sul tuo corpo e sulla tua mente...

Come rimodellare con le arti l'assistenza alla demenza

14.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Da bambina, Anne Basting è andata a trovare la nonna nella casa di riposo. 'Impressionante' è la ...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Tre modi per smettere di preoccuparti

29.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Sai di essere una persona apprensiva se ti identifichi con Flounder in La Sirenetta o co...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.