Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


C'è un surplus di DNA e di un gene nelle cellule cerebrali di Alzheimer

C'è un surplus di DNA e di un gene nelle cellule cerebrali di AlzheimerIl gruppo di ricercatori che ha effettuato la scoperta.Scienziati dello Scripps Research Institute (TSRI) hanno trovato diverse modifiche genomiche in singoli neuroni del cervello di malati di Alzheimer, dimostrando un fattore imprevisto che può sottostare alla forma più comune della malattia.


Il nuovo studio, pubblicato online il 4 febbraio 2015 sulla rivista eLife, evidenzia che, rispetto al cervello normale, quello di Alzheimer spesso ha molti neuroni con una quantità significativamente maggiore di DNA, e di copie genomiche del gene APP collegato all'Alzheimer.


"I nostri risultati aprono una nuova finestra sul cervello normale e malato, fornendo la prima prova che la variazione del DNA in singoli neuroni potrebbe essere correlata alla funzione del cervello e all'Alzheimer", ha detto Jerold Chun, professore del TSRI e del suo Dorris Neuroscience Center e autore senior del nuovo studio.

 

Una malattia devastante con causa sconosciuta

L'Alzheimer è una malattia cerebrale irreversibile che tende a colpire le persone più anziane. E' progressivo, deteriora la memoria, distrugge le capacità motorie e provoca infine la morte. Gli «U.S. Centers for Disease Control and Prevention» stimano che 5,3 milioni di americani attualmente abbiano il morbo di Alzheimer, e questo numero è destinato a raddoppiare entro il 2050, con l'invecchiamento della popolazione.


Gli scienziati ancora non sanno che cosa innesca la maggior parte dei casi di Alzheimer, il che rende difficile lo sviluppo di un trattamento. Alcuni geni sono stati identificati in alcune famiglie, ma il 95 per cento dei casi sono "sporadici", senza alcun collegamento a un gene o una storia famigliare del morbo.


I ricercatori conoscono da tempo gli accumuli proteici correlati alla malattia (chiamati placche amiloidi) nel cervello dei malati di Alzheimer. Essi sanno anche che il cromosoma 21 ha un ruolo nella malattia, a causa dei sintomi di tipo Alzheimer presenti nelle persone con sindrome di Down (con tre copie del cromosoma 21). Questo cromosoma contiene il gene APP, che può portare alla produzione del componente principale delle placche amiloidi dannose.


Chun e il suo gruppo di laboratorio si sono da lungo tempo interessati ad una variante genomica tra le cellule del cervello, che produce il "mosaicismo genomico". Nel 2001, Chun è stato il primo a segnalare che il cervello contiene molti genomi distinti all'interno delle sue cellule, proprio come le piastrelle colorate del mosaico di un artista."Quando abbiamo iniziato, il mosaicismo genomico nel cervello non era conosciuto", ha detto Chun. "Ma si scopre adesso che c'è una notevole serie di cambiamenti genomici racchiusi dalla variazione del contenuto di DNA nelle cellule cerebrali singole".

 

Il cervello di Alzheimer come un mosaico

Nel nuovo studio, Chun ed i suoi colleghi hanno dapprima cercato di analizzare il contenuto globale di DNA nelle cellule, confrontando 32 cervelli post mortem di Alzheimer e 21 cervelli post-mortem non-malati.


Hanno scoperto, con sorpresa, che più del 90 per cento del cervello con Alzheimer sporadico mostra nel DNA incrementi altamente significativi di centinaia di milioni di coppie di basi di DNA, rispetto ai campioni di controllo, dimostrando che il mosaicismo genomico è alterato nel cervello di Alzheimer. È interessante notare che questi cambiamenti non sono presenti ovunque, ma sono maggiori in una parte del cervello coinvolto con il pensiero complesso.


Successivamente, i ricercatori hanno usato una tecnica chiamata «qPCR singola-cellula» per determinare il numero di copie di APP in 154 neuroni specifici di cervelli con Alzheimer e normali. Essi hanno inoltre testato i neuroni usando una tecnica chiamata FISH, un metodo indipendente per valutare le copie APP attraverso sonde fluorescenti. I ricercatori hanno poi quantificato le copie di APP con entrambe le tecniche.


I test hanno dimostrato che i neuroni di pazienti con Alzheimer sporadico hanno una probabilità 4 volte maggiore di contenere più copie di APP delle 2 normali, e alcuni neuroni di Alzheimer contengono fino a 12 copie di APP, un fenomeno mai visto nei cervelli di controllo. "Molti non conoscono ancora il mosaicismo genomico del cervello e quindi è molto interessante essere in grado di collegarlo ad una malattia", ha detto Gwen Kaeser, studentessa laureata del laboratorio di Chun e co-prima autrice dello studio con l'ex studentessa laureata Diane Bushman.

 

Un indizio per altre malattie cerebrali

Anche se i test genetici su campioni di sangue possono rivelare se una persona è incline a sviluppare la forma ereditaria/familiare di Alzheimer, la maggior parte delle persone che sviluppano il morbo non risultano positivi ai test. Il nuovo studio suggerisce che tali firme genetiche potrebbero essere carenti nel sangue della maggior parte dei pazienti, perché le firme genomiche dell'Alzheimer sporadico sono presenti all'interno di cellule cerebrali individuali.


In effetti, anche la maggior parte delle altre principali malattie del cervello sono sporadiche. Ad esempio, la sclerosi laterale amiotrofica (SLA), può essere collegata ad un gene nel 1-2 per cento dei casi, ma il resto sono sporadici, senza causa nota. Chun crede che il mosaicismo genomico potrebbe avere un ruolo in altre patologie del cervello.


Futuri studi nel laboratorio di Chun indagheranno sul rapporto tra mosaicismo e malattie, le cause di mosaicismo e i potenziali nuovi bersagli farmacologici presenti nei milioni di extra coppie di basi dei singoli neuroni di Alzheimer.

 

*******
Oltre a Chun, Kaeser e Bushman, hanno collaborato Jurgen W. Westra ex-TSRI, ora alla Genedata Inc.; Stevens K. Rehen ex-TSRI, ora all'Università Federale del Brasile; e Richard R. Rivera, Benjamin Siddoway e Yun C. Yung, tutti del TSRI. Questo studio ha ricevuto il sostegno del National Institutes of Health e della Shaffer Family Foundation.

 

 

 

 

 


Fonte: Scripps Research Institute (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Diane M Bushman, Gwendolyn E Kaeser, Benjamin Siddoway, Jurgen W Westra, Richard R Rivera, Stevens K Rehen, Yun C Yung, Jerold Chun. Genomic mosaicism with increased amyloid precursor protein (APP) gene copy number in single neurons from sporadic Alzheimer's disease brains. eLife, 2015; 4 DOI: 10.7554/eLife.05116

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Il nuovo collegamento tra Alzheimer e inquinamento dell'aria

13.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Il mio primo giorno a Città del Messico è stato duro. Lo smog era così fitto che, mentre...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

L'Alzheimer è in realtà un disturbo del sonno? Cosa sappiamo del legame t…

28.02.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una forma di demenza che insorge quando c'è un accumulo di ...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Il litio potrebbe spiegare, e trattare, l'Alzheimer?

19.08.2025 | Ricerche

Qual è la prima scintilla che innesca la marcia ruba-memoria del morbo di Alzheimer (MA)...

10 cose da non fare con i malati di Alzheimer

10.12.2015 | Esperienze & Opinioni

Mio padre aveva l'Alzheimer.

Vederlo svanire è stata una delle esperienze più difficili d...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Come rimodellare con le arti l'assistenza alla demenza

14.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Da bambina, Anne Basting è andata a trovare la nonna nella casa di riposo. 'Impressionante' è la ...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Tre modi per smettere di preoccuparti

29.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Sai di essere una persona apprensiva se ti identifichi con Flounder in La Sirenetta o co...

Farmaco per Alzheimer non cambia l'eliminazione dei rifiuti a breve termi…

24.11.2025 | Ricerche

Dopo il trattamento con il farmaco, le scansioni MRI non mostrano alcun cambiamento a breve termi...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Curare l'Alzheimer: singolo proiettile magico o sparo di doppietta?

20.03.2025 | Esperienze & Opinioni

Perché i ricercatori stanno ancora annaspando nella ricerca di una cura per quella che è...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)