Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Il cervello dei «SuperAger» è nettamente diverso da quello dei loro coetanei

Il cervello dei «SuperAger» è nettamente diverso da quello dei loro coetaneiRita Levi MontalciniI «SuperAgers», gli over-80 con invecchiamento super, hanno un cervello che appare nettamente diverso da quello degli anziani normali, secondo una nuova ricerca della Northwestern Medicine® che comincia a rivelare il motivo per cui i ricordi di questa elite cognitiva di anziani non subiscono le solite ferite del tempo.


I SuperAgers hanno ricordi che sono acuti come quelli delle persone sane più giovani di decenni.


Comprendere la loro "firma cerebrale" unica consentirà agli scienziati di decifrarne l'origine genetica o molecolare e può favorire lo sviluppo di strategie per proteggere i ricordi degli anziani normali e curare la demenza.


Lo studio, pubblicato il 28 gennaio sul Journal of Neuroscience, è il primo a quantificare le differenze cerebrali tra i SuperAgers e gli anziani normali. I SuperAgers cognitivi sono stati identificati nel 2007 dagli scienziati del Cognitive Neurology and Alzheimer’s Disease Center della Northwestern University.


La loro firma cerebrale insolita ha tre componenti comuni rispetto ai coetanei normali: una regione più spessa della corteccia; molti meno grovigli fibrillari (un marcatore primario dell'Alzheimer) e una dotazione enorme di un neurone specifico («von Economo») legato ad una migliore intelligenza sociale.


"Il cervello dei SuperAgers è cablato in modo diverso, oppure ha delle differenze strutturali, rispetto ai normali individui della stessa età", ha detto Changiz Gheula, autore senior dello studio e professore di ricerca al Cognitive Neurology and Alzheimer’s Disease Center. "Ad offrire la protezione può essere un solo fattore, come l'espressione di un gene specifico, oppure una combinazione di fattori".


Il Centro ha ricevuto un nuovo finanziamento dai NIH per continuare la ricerca. "Identificare i fattori che contribuiscono all'insolita capacità di memoria dei SuperAgers ci può consentire di sviluppare delle strategie per aiutare la popolazione crescente di anziani «normali» a mantenere la loro funzione cognitiva e ci può guidare a definire future terapie per il trattamento di alcune forme di demenza", ha detto Tamar Gefen, il autore primo dello studio e dottorando in neuropsicologia clinica alla Facoltà Feinberg di Medicina.


La risonanza magnetica e l'analisi del cervello di SuperAgers dopo la morte mostrano la seguente firma cerebrale:

  1. Le scansioni RM evidenziano che la corteccia cingolata anteriore dei SuperAgers (31 soggetti) non solo era significativamente più spessa della stessa area dei soggetti anziani con prestazioni cognitive normali (21 soggetti), ma anche più grande della stessa area di un gruppo di individui molto più giovane, di mezza età (da 50 a 60 anni, 18 soggetti). Questa area è legata indirettamente alla memoria attraverso la sua influenza sulle funzioni correlate, come il controllo cognitivo, la funzione esecutiva, la risoluzione dei conflitti, la motivazione e la perseveranza.
  2. L'analisi del cervello di 5 SuperAgers ha mostrato che la corteccia cingolata anteriore aveva circa l'87 per cento in meno di grovigli fibrillari, rispetto ai controlli coetanei e il 92 per cento in meno di grovigli dei soggetti con decadimento cognitivo lieve. I grovigli neurofibrillari nel cervello sono fibre contorte composte di proteina tau, che strangolano e infine uccidono i neuroni.
  3. Il numero di neuroni «von Economo» dei SuperAgers era circa da 3 a 5 volte superiore nel cingolato anteriore rispetto ai controlli e agli individui con decadimento cognitivo lieve di pari età. "Si ritiene che questi neuroni «von Economo» abbiano un ruolo cruciale nella trasmissione rapida di informazioni comportamentali rilevanti, relative alle interazioni sociali", ha detto Gheula, "che è il modo in cui potrebbero collegarsi ad una migliore capacità di memoria". Queste cellule sono presenti in varie specie come balene, elefanti, delfini e scimmie superiori.

 

*******
Per lo studio hanno collaborato Melanie Peterson, Steven T. Papastefan, Adam Martersteck, Kristen Whitney, Alfred Rademaker, Eileen Bigio, Sandra Weintraub, Emily Rogalski e Dr. M. Marsel Mesulam, tutti della Northwestern. La ricerca è stata finanziata dal National Institute on Aging, dalla Davee Foundation, dall'Alzheimer’s Disease Core Center della Northwestern University, dal National Institute on Aging, e da altri.

 

 

 

 

 


Fonte:  Marla Paul in Northwestern University  (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:  T. Gefen, M. Peterson, S. T. Papastefan, A. Martersteck, K. Whitney, A. Rademaker, E. H. Bigio, S. Weintraub, E. Rogalski, M.- M. Mesulam, C. Geula. Morphometric and Histologic Substrates of Cingulate Integrity in Elders with Exceptional Memory Capacity. Journal of Neuroscience, 2015; 35 (4): 1781 DOI: 10.1523/JNEUROSCI.2998-14.2015

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Studio rafforza il legame tra vaccino contro l'herpes zoster e minore ris…

10.04.2025 | Ricerche

La nuova analisi di un programma di vaccinazione in Galles ha scoperto che il vaccino contro l'he...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Un segnale precoce di Alzheimer potrebbe salvarti la mente

9.01.2018 | Esperienze & Opinioni

L'Alzheimer è una malattia che ruba più dei tuoi ricordi ... ruba la tua capacità di ese...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Ricetta per una vita felice: ingredienti ordinari possono creare lo straordina…

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Se potessi porre ad ogni essere umano sulla Terra una domanda - qual è la ricetta per un...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

10 cose da non fare con i malati di Alzheimer

10.12.2015 | Esperienze & Opinioni

Mio padre aveva l'Alzheimer.

Vederlo svanire è stata una delle esperienze più difficili d...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Tre modi per smettere di preoccuparti

29.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Sai di essere una persona apprensiva se ti identifichi con Flounder in La Sirenetta o co...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)