Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Programma 'Cani per Demenza' migliora il comportamento sociale

Un programma di intervento animale-assistito (AAI) strutturato può migliorare il comportamento sociale di pazienti anziani con demenza, secondo una nuova ricerca.


Lo studio pilota, condotto in Germania, ha dimostrato che gli ospiti con demenza di una casa di cura, che hanno frequentato per 6 mesi delle sessioni settimanali di terapia che includevano la visita di un cane, hanno avuto periodi significativamente più lunghi di comunicazione verbale, di contatto fisico, e di attenzione, rispetto a quando hanno partecipato ad un programma simile con le stesse condizioni e frequenza, ma senza i cani.


"Questi effetti positivi sono stati osservati in tutti i punti dell'indagine", ha detto a Medscape Medical News l'autrice Sandra Wesenberg, ricercatrice associata alla Facoltà di Scienze della Formazione della Technische Universität di Dresda in Germania, che si laurerà con un dottorato di ricerca il mese prossimo. "Vorrei raccomandare questo programma ad altri medici, ma solo se usano un buon programma verificato, che fa bene sia ai pazienti che ai cani ", ha aggiunto la Wesenberg.


I risultati sono stati presentati al Congresso Internazionale 2014 del Royal College of Psychiatrists (RCPsych).

 

Poca ricerca nel passato

I ricercatori notano che, sebbene i programmi di AAI siano in circolazione da anni, e siano diventati più comuni di recente all'interno degli ambienti delle case di cura, è stata fatta pochissima ricerca sui loro benefici: "Per molto tempo, la ricerca sugli effetti bio-psico-sociali potenzialmente benefici di [questi] interventi sulle persone affette da demenza si è limitata a riferire casi individuali, rapporti pratici e studi di settore con campioni di dimensioni molto piccole".


I ricercatori hanno arruolato nel loro piccolo studio pilota preliminare 17 ospiti di una casa di cura. Il 77% di loro erano donne e l'età media globale era di 85,7 anni. Tutti i partecipanti hanno trascorso i primi 6 mesi dello studio frequentando sessioni settimanali di terapia cane-assistita, da 45 minuti l'una, con un massimo di altre 4 persone. Il programma standardizzato, conosciuto come Pet Encounters, è stato istituito nel 2008 ed usa cani e proprietari appositamente addestrati per stare intorno a pazienti con demenza.


I partecipanti della casa di cura hanno poi avuto un programma di intervento simile che non includeva visite di cani. "Le s essioni del primo,terzo e sesto mese sono state video-registrate e sono stati codificati i comportamenti", spiegano i ricercatori. E' stato anche osservato e registrato il comportamento sociale e la durata delle espressione emotive, e si è fatto il confronto tra i due programmi.


I risultati dimostrano delle durate significativamente più lunghe di comunicazione verbale, attenzione, contatto fisico e cambiamenti positivi, tra basale e 3 mesi e tra basale e 6 mesi, nell'intervento con cane, in confronto all'intervento senza  cane (P < .05 per tutti). Anche se durante l'intervento senza-cane c'erano cambiamenti positivi complessivi nel tempo, l'effetto era molto minore che durante le visite del cane.


"Gli effetti positivi del programma AAI si sono verificati più velocemente e su una scala più ampia rispetto al programma di intervento confrontabile", scrivono i ricercatori. "I risultati suggeriscono che un programma AAI potrebbe avere effetti particolarmente benefici sul benessere delle persone con diagnosi di demenza". La Wesenberg rifersce che ora spera in maggiori finanziamenti per continuare questo programma, con questi pazienti e per condurre uno studio più ampio.

 

Sono necessarie ulteriori ricerche

TimothyO'Grady, del FRCPsych, consulente psichiatra generale a Lincoln in Inghilterra, non coinvolto in questa ricerca, ha detto a Medscape Medical News che questo è uno studio interessante, ma che vorrebbe sapere di più su come i cani influenzano l'esito. "La comunicazione verbale è migliorata perché il cane era oggetto della conversazione? O semplicemente ha aiutato i pazienti ad aprirsi un po'? Non c'è molta evidenza sul ruolo degli animali domestici nella salute mentale" . "Molte persone accettano gli animali domestici e dicono che sono molto belli per la compagnia e per restare focalizzati. Ma un altro punto di vista è che questo può portare al caos. Queste persone che non riescono a gestire la situazione si assumono spesa e responsabilità, e non fa davvero così bene agli animali".


In generale, egli osserva che questa idea potrebbe essere un po' romanzata e sicuramente deve essere studiata ulteriormente. " Ci sono stati studi sull'utilizzo di cavalli o cose diverse come il golf, e penso che la gente dica «questo ha funzionato molto per me e per alcuni dei miei pazienti. Vediamo come va con gli altri». Ma io non sono sicuro che questo sia ciò di cui questi pazienti hanno realmente bisogno", ha detto.


Gli autori dello studio non hanno svelato alcuna relazione finanziaria rilevante.

 

 

 

 

 


Fonte:  Deborah Brauser in MedScape.com  (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: International Congress of the Royal College of Psychiatrists (RCPsych) 2014. Poster 40. Presented June 25, 2014.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Il litio potrebbe spiegare, e trattare, l'Alzheimer?

19.08.2025 | Ricerche

Qual è la prima scintilla che innesca la marcia ruba-memoria del morbo di Alzheimer (MA)...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

È lo scopo o il piacere la chiave della felicità mentre invecchiamo?

19.11.2021 | Esperienze & Opinioni

I benefici di avere un senso di scopo nella vita sono davvero incredibili. Le persone co...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

[Greg O'Brien] Scoprire la grazia dell'imperfezione: apprezzare la l…

11.11.2025 | Voci della malattia

"Scrivi in ​​modo forte e chiaro ciò che fa male" (attribuito a Ernest Hemingway)

<...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Un segnale precoce di Alzheimer potrebbe salvarti la mente

9.01.2018 | Esperienze & Opinioni

L'Alzheimer è una malattia che ruba più dei tuoi ricordi ... ruba la tua capacità di ese...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Allenamento con i pesi protegge il cervello delle persone anziane dalla demenz…

15.04.2025 | Ricerche

Uno studio, condotto presso l'Università di Stato di Campinas (Brasile), ha scoperto che dopo sei...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Come rimodellare con le arti l'assistenza alla demenza

14.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Da bambina, Anne Basting è andata a trovare la nonna nella casa di riposo. 'Impressionante' è la ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.