Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Gli steroidi prescritti in terapia intensiva collegati al delirium

Una nuova ricerca della Johns Hopkins University suggerisce che i pazienti in condizioni critiche, trattati con steroidi nel reparto ospedaliero di terapia intensiva (ICU), hanno una probabilità significativamente più alta di sviluppare il delirium.


I risultati della loro ricerca, dicono, suggeriscono di minimizzare l'uso di steroidi per ridurre il delirium in terapia intensiva.


Anche se di solito svanisce dopo pochi giorni, gli studi dimostrano che il delirium in terapia intensiva ha un impatto a lungo termine. E' stato associato ad un recupero funzionale peggiore e ad un deterioramento cognitivo di grandezza coerente con l'Alzheimer moderato/lieve o con le lesioni cerebrali traumatiche.


Nel complesso, fino all'80 per cento dei pazienti ventilati sviluppano il delirium in terapia intensiva, ed i ricercatori stanno cercando di fattori di rischio. In un rapporto pubblicato nel numero di giugno della rivista Critical Care Medicine, i ricercatori hanno detto che in più di un terzo dei giorni di ICU valutati, i pazienti ventilati meccanicamente con danno polmonare acuto hanno ricevuto corticosteroidi sistemici, con varie dosi, durante la loro permanenza nell'ICU.


Per lo studio, i ricercatori hanno esaminato le cartelle cliniche di 330 pazienti con lesioni polmonari acute per un totale di 2.286 giorni in terapia intensiva, presso quattro ospedali di Baltimora tra ottobre 2004 e ottobre 2007.  Hanno scoperto che i pazienti hanno avuto il ​​52 per cento in più di probabilità di sviluppare nuovamente il delirium se erano stati trattati con steroidi il giorno precedente. Anche l'età avanzata è stata associata ad un aumento del rischio di sviluppare delirium. Il delirium può essere caratterizzato da scarsa memoria e ragionamento, a volte con disorientamento, allucinazioni e agitazione.


"Dobbiamo essere cauti nell'uso di steroidi nei pazienti critici e soppesare rischi e benefici del loro utilizzo", dice il leader dello studio, Dale M. Needham, MD, PhD, professore associato di medicina e di medicina fisica e riabilitazione alla Scuola di Medicina della Johns Hopkins University. "A volte sono necessari, ma dobbiamo ponderare se minimizzare la dose e la durata dell'uso di steroidi quando possibile".


Needham dice che ci sono varie ragioni per cui un paziente in terapia intensiva riceve steroidi. Essi possono essere ordinati per rispondere all'infiammazione nel polmone o in altre parti del corpo. Gli steroidi sono usati frequentemente per trattare lo shock settico in terapia intensiva, ma studi più recenti hanno dimostrato che ci sono pochi benefici dagli steroidi in questa condizione.


Altre ricerche di Needham e del suo gruppo suggeriscono che gli steroidi possono anche avere un effetto sulla disabilità fisiche dei pazienti dopo aver lasciato la terapia intensiva.


Insieme a Needham, gli altri ricercatori del Johns Hopkins coinvolti nello studio includono Elizabeth Colantuoni, PhD; Oscar J. Bienvenu, MD, PhD; Karin J. Neufeld, MD, MPH; e Pedro A. Mendez-Tellez, MD. Hanno inoltre contribuito ricercatori della School of Medicine dell'Università del Maryland, della University of Nevada e della Chang Gung University di Taiwan. La ricerca è stata finanziata in parte dal National Heart, Lung and Blood Institute.

 

 

 

 

 


FonteJohns Hopkins Medicine  (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:  Matthew P. Schreiber, Elizabeth Colantuoni, Oscar J. Bienvenu, Karin J. Neufeld, Kuan-Fu Chen, Carl Shanholtz, Pedro A. Mendez-Tellez, Dale M. Needham. Corticosteroids and Transition to Delirium in Patients With Acute Lung Injury*. Critical Care Medicine, 2014; 42 (6): 1480 DOI: 10.1097/CCM.0000000000000247

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

Immergersi nella natura: gioia, meraviglia ... e salute mentale

10.05.2023 | Esperienze & Opinioni

La primavera è il momento perfetto per indugiare sulle opportunità.

La primavera è un m...

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Curare l'Alzheimer: singolo proiettile magico o sparo di doppietta?

20.03.2025 | Esperienze & Opinioni

Perché i ricercatori stanno ancora annaspando nella ricerca di una cura per quella che è...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Per capire l'Alzheimer, ricercatori di Yale si rivolgono alla guaina di m…

4.07.2025 | Ricerche

L'interruzione degli assoni, la parte simile a una coda nelle cellule nervose che trasme...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.