Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Autofagia: chi controlla il destino delle cellule che si auto-mangiano

In un nuovo articolo pubblicato sulla rivista Nature, dei ricercatori presentano un meccanismo finora sconosciuto che controlla se una cellula sopravvive all'autofagia, un processo nel quale la cellula consuma una parte di se stessa.


La scoperta significa che potrebbe essere ora possibile influenzare il processo, che è coinvolto in una vasta gamma di gravi malattie, compreso l'Alzheimer.


Lo studio è il risultato di una collaborazione tra scienziati del Karolinska Institutet in Svezia, dell'Università del Michigan, e della University of California di San Diego, che erano interessati a scoprire se l'autofagia può essere influenzata da eventi nel nucleo della cellula. Hanno scoperto con sorpresa che una catena di segnali nel nucleo agisce da interruttore molecolare che determina se la cella deve morire o sopravvivere.


In parole povere l'autofagia è un processo in cui la cellula consuma parti di se stessa, ed è un modo per ripulire grumi anomali di proteine e per liberarsi di organelli ("organi" della cellula) danneggiati, scomponendoli. La cellula usa il processo anche quando è stressata da circostanze esterne, come la fame, per mantenersi in vita fino a tempi migliori. Così mentre autofagia può proteggere la cellula, può anche portare alla sua morte. Tuttavia è proprio il modo in cui controlla se vivere o morire ad essere rimasto misterioso finora.


L'autofagia è coinvolta in numerose malattie, come cancro, diabete, obesità, malattie cardiovascolari, infiammazioni croniche, Alzheimer e Parkinson, così come nell'adattamento fisiologico all'esercizio, nello sviluppo del sistema immunitario e nell'invecchiamento. "Dato il ruolo dell'autofagia nelle malattie umane, tutto quello che dobbiamo fare è selezionare un modello di malattia e verificare se c'è qualcosa da guadagnare nell'influenzare la nuova rete di segnalazione che abbiamo individuato", spiega Bertrand Joseph del Dipartimento di Oncologia-Patologia del Karolinska Institutet, che ha guidato lo studio.


A tutt'oggi l'autofagia è stata considerata principalmente un processo nel citoplasma della cellula; questo studio può ribaltare completamente questa visione, in quanto i risultati indicano che gli eventi nel nucleo delle cellule hanno un ruolo essenziale nel controllo del processo, una volta avviato. Il DNA nel nucleo cellulare è impacchettato intorno alle cosiddette proteine istoniche, sulle quali diversi enzimi possono attaccarsi a gruppi acetili. Tale modificazione degli istoni è un tipo di regolazione epigenetica, che può influenzare l'espressione genica senza cambiare la sequenza del DNA. La modifica degli istoni è un processo dinamico, poiché alcuni enzimi aggiungono i gruppi acetili e altri enzimi li rimuovono.


I ricercatori hanno studiato come l'acetilazione dell'istone H4 influenza l'autofagia, ed hanno scoperto che, durante il processo, diminuisce l'acetilazione dell'H4, il che porta ad una riduzione dell'espressione dei geni correlati all'autofagia. Se si blocca questa specifica modifica degli istoni, le cellule autofagiche muoiono. "Questi risultati aprono delle vie per influenzare l'autofagia", dice il Dott. Joseph.


I gruppi di ricerca del Karolinska Institutet coinvolti nello studio sono finanziati dalla Children's Cancer Foundation, dalla Swedish Cancer Society, dal Consiglio svedese della ricerca, e dalla Cancer Society di Stoccolma.

 

 

 

 

 


Fonte: Karolinska Institutet.

Riferimento: Jens Füllgrabe, Melinda A. Lynch-Day, Nina Heldring, Wenbo Li, Robert B. Struijk, Qi Ma, Ola Hermanson, Michael G. Rosenfeld, Daniel J. Klionsky, Bertrand Joseph. The histone H4 lysine 16 acetyltransferase hMOF regulates the outcome of autophagy. Nature, 2013; DOI: 10.1038/nature12313

Pubblicato in Science Daily (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Per capire l'Alzheimer, ricercatori di Yale si rivolgono alla guaina di m…

4.07.2025 | Ricerche

L'interruzione degli assoni, la parte simile a una coda nelle cellule nervose che trasme...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Antiossidanti aiutano contro vari problemi di salute, ma è complicato capire q…

3.11.2025 | Esperienze & Opinioni

La descrizione di antiossidante è tutta nel nome: gli antiossidanti contrastano gli ossi...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)