Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Nuovo marcatore di Alzheimer predice decisamente il declino mentale

Ricercatori della School of Medicine della Washington University di St. Louis hanno trovato un nuovo marcatore dell'Alzheimer che è in grado di prevedere quanto rapidamente la memoria di un paziente e le altre capacità mentali diminuiranno dopo che il disturbo viene diagnosticato.

In 60 pazienti nella fase iniziale dell'Alzheimer, livelli più elevati del marcatore [proteina tipo visinin 1 (VILIP-1)] nel liquido spinale erano legati a un più rapido declino mentale negli anni successivi.


Gli scienziati hanno bisogno di confermare i risultati in studi più ampi, ma i nuovi dati suggeriscono che il VILIP-1 può essere potenzialmente un indicatore migliore della progressione dell'Alzheimer rispetto ad altri marcatori. "Il VILIP-1 sembra essere un forte indicatore di danno permanente alle cellule cerebrali a causa dell'Alzheimer", dice l'autrice Rawan Tarawneh, MD, ora assistente professore di neurologia all'Università di Giordania. "Questo potrebbe essere molto utile nel predire il decorso della malattia e nella valutazione di nuovi trattamenti nella sperimentazione clinica". Lo studio appare il 6 marzo 2012 su Neurology.


Il VILIP-1 è stato originariamente identificato come un potenziale indicatore di danni alle cellule cerebrali nel laboratorio di Jack Ladenson, PhD, professore "Oree M. Carroll e Lillian B. Ladenson" di chimica clinica in Patologia e Immunologia alla Washington University. Gli scienziati pensano che il VILIP-1 funge da sensore di calcio nelle cellule cerebrali. E' rilasciato nel liquido cerebrospinale quando le cellule sono ferite.


La Tarawneh è una ex associata di ricerca post-dottorato nel laboratorio di David Holtzman, MD, professore "B. Andrew and Gretchen P. Jones", e capo del Dipartimento di Neurologia della Washington University. In uno studio precedente, lei e i suoi colleghi hanno dimostrato che i soggetti sani con livelli elevati di VILIP-1 avevano una maggiore probabilità di sviluppare decadimento cognitivo e Alzheimer nell'arco dei due/tre anni successivi.


Per il nuovo studio, gli scienziati hanno identificato i pazienti con Alzheimer molto lieve o lieve già inseriti negli studi del Charles F. and Joanne Knight Alzheimer's Disease Research Center della School of Medicine alla Washington University. All'inizio, i ricercatori hanno misurato i livelli di VILIP-1 nel liquido spinale dei pazienti e hanno valutato le loro capacità mentali utilizzando una batteria completa di test. Il test di funzionalità cognitiva è stato ripetuto ogni anno. "La memoria e le altre capacità mentali sono diminuite più rapidamente nei pazienti con i più alti livelli di VILIP-1", dice la Tarawneh. "Nei pazienti con sintomi precoci di Alzheimer, il VILIP-1 sembra essere almeno altrettanto buono, e potenzialmente anche migliore, degli altri indicatori prognostici altri abbiamo utilizzato nello studio".


I due indicatori supplementari studiati sono le proteine beta amiloide e tau. I cambiamenti nei livelli del fluido spinale di tali proteine riflettono principalmente il fatto che beta amiloide e tau stanno iniziando a formare depositi anormali nel cervello. Al contrario, il VILIP-1 sembra rivelare quanti danni alle cellule cerebrali ci sono in conseguenza dei cambiamenti del cervello causati dall'Alzheimer. "Questi risultati sono interessanti, ma abbiamo bisogno di uno studio più ampio per comprendere appieno come le indicazioni fornite dal VILIP-1 si confrontano con quelle che possiamo avere da altri indicatori", dice la Tarawneh, che sta lavorando con scienziati dell'Università di Washington per uniformare i test che misurano il VILIP-1 per un uso esteso nella ricerca.


La ricerca è stata finanziata dal National Institutes of Health (NIH), da Siemens Health Care Diagnostics e dalla Charles and Joanne Knight Alzheimer's Research Initiative.

 

 

 

 

*************************
Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

************************
Fonte: Materiale della Washington University in St. Louis, via Newswise. Articolo originale scritto da Michael C. Purdy.

Riferimento: R. Tarawneh, J.- M. Lee, JH Ladenson, JC Morris, DM Holtzman. CSF VILIP-1 predicts rates of cognitive decline in early Alzheimer disease. Neurology, 2012; DOI: 10.1212/WNL.0b013e318248e568.

Pubblicato
in ScienceDaily il 5 marzo 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

Notizie da non perdere

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Piccola area del cervello ci aiuta a formare ricordi specifici: nuove strade p…

6.08.2025 | Ricerche

La vita può dipanarsi come un flusso continuo, ma i nostri ricordi raccontano una storia...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Il litio potrebbe spiegare, e trattare, l'Alzheimer?

19.08.2025 | Ricerche

Qual è la prima scintilla che innesca la marcia ruba-memoria del morbo di Alzheimer (MA)...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)