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Tè nero e bacche potrebbero contribuire a un invecchiamento più sano

Dosi più elevate di tè nero, bacche, frutti di agrumi e mele potrebbero aiutare a promuovere un invecchiamento sano, secondo una nuova ricerca.

tea cup with blackberry Image by stockking on Freepik

Questo studio condotto da ricercatori della Edith Cowan University (Australia), della Queen's University Belfast (Irlanda) e di Harvard (USA), ha scoperto che gli alimenti ricchi di flavonoidi potrebbero aiutare a ridurre il rischio di componenti chiave dell'invecchiamento malsano, che includono fragilità, funzione fisica compromessa e cattiva salute mentale.


"L'obiettivo della ricerca medica non è solo aiutare le persone a vivere più a lungo, ma garantire che si mantengano in salute il più a lungo possibile", ha affermato la dott.ssa Nicola Bondonno, docente aggiunta della ECU. "Sappiamo dalle ricerche precedenti che le persone che hanno un apporto più elevato di flavonoidi tendono a vivere più a lungo e hanno anche meno probabilità di incorrere in una delle principali malattie croniche come la demenza, il diabete o le malattie cardiache. La nostra ricerca mostra che le persone che consumano più flavonoidi tendono ad invecchiare meglio".


Lo studio, che ha analizzato i dati di 62.743 donne e 23.687 uomini su 24 anni, ha scoperto che le donne con l'assunzione maggiore di flavonoidi avevano un rischio inferiore del 15% di fragilità, del 12% di funzionalità fisica compromessa e del 12% di scarsa salute mentale rispetto a quelle con l'assunzione più bassa. Sebbene negli uomini siano state osservate meno associazioni, l'assunzione più elevata di flavonoidi era comunque legata a un rischio inferiore di scarsa salute mentale.


"I flavonoidi sono ben noti per ridurre lo stress ossidativo e l'infiammazione, sostenere la salute dei vasi sanguigni e persino contribuire a mantenere la massa muscolare scheletrica, che sono tutti importanti per prevenire la fragilità e mantenere la funzione fisica e la salute mentale mentre invecchiamo", ha affermato l'autrice senior, la prof.ssa Aedin Cassidy della Queen's University Belfast.


Ha aggiunto che consumare regolarmente cibi ricchi di flavonoidi - come bacche, mele, vino rosso, arance e tè - potrebbe favorire l'invecchiamento più sano riducendo il rischio di fragilità, declino fisico e cattiva salute mentale. Le associazioni più forti osservate nelle donne possono essere dovute a differenze nel tempo di studio tra le due coorti piuttosto che veri effetti specifici del sesso, che rimangono sottovalutati nella ricerca esistente.


"Abbiamo scoperto che i partecipanti che hanno aumentato di 3 porzioni al giorno l'assunzione di cibi ricchi di flavonoidi, avevano un rischio inferiore dal 6% all'11% in tutti e tre gli esiti di invecchiamento nelle femmine e un rischio inferiore del 15% di cattiva salute mentale nei maschi. Nel complesso, questi risultati sottolineano il potenziale di semplici modifiche dietetiche di influire sulla qualità generale della vita e contribuiscono a ottimizzare l'invecchiamento sano", ha aggiunto il professor Eric Rimm dell'Università di Harvard.

 

 

 


Fonte: Edith Cowan University (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: NP Bondonno, [+3], A Cassidy. Associations between flavonoid-rich food and flavonoid intakes and incident unhealthy aging outcomes in older United States males and females. Am J Clin Nutr, 2025, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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