Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Approccio integrato rivela farmaci candidati promettenti per l'Alzheimer o obiettivi di trattamento

Caregiver keeping patients hand Image 339620 by Matthias Zomer on Pexels

Uno studio pubblicato sull'American Journal of Human Genetics da ricercatori del Baylor College of Medicine e del Duncan Neurological Research Institute (Duncan NRI) del Texas Children’s Hospital di Houston fornisce soluzioni alla necessità urgente di identificare i fattori che influenzano il rischio o la resistenza al morbo di Alzheimer (MA), fornendo al contempo una strada per esplorare potenziali marcatori biologici e obiettivi terapeutici.


I ricercatori hanno integrato approcci computazionali e funzionali che hanno permesso loro di identificare non solo geni specifici le cui alterazioni prevedevano un aumento del rischio di MA nell'uomo e il deterioramento comportamentale nei moscerini della frutta modello di MA, ma hanno anche mostrato che invertire i cambiamenti genici ha un effetto neuroprotettivo negli organismi viventi.


"Il MA interessa oltre 50 milioni di persone in tutto il mondo e sebbene i ricercatori abbiano imparato molto nel corso degli anni, le sue cause non sono ancora chiare e mancano ancora terapie efficaci", ha affermato l'autore senior dott. Juan Botas, professore di genetica molecolare e umana e di biologia molecolare e cellulare del Baylor.


Sebbene studi estesi a livello del genoma abbiano scoperto centinaia di geni potenzialmente associati alla malattia, è necessario valutare i ruoli di questi geni nel MA per distinguere quelli che conferiscono rischio per la condizione dagli presenti non coinvolti.


"Abbiamo affrontato questa questione integrando inizialmente i dati pubblicati di associazione dell'intero genoma con molteplici approcci computazionali per identificare i geni probabilmente coinvolti nel MA", ha affermato la prima coautrice Morgan C. Stephens, dottoranda del laboratorio di Botas. "Abbiamo quindi testato sperimentalmente quelle previsioni computazionali in laboratorio".


I ricercatori hanno perturbato sistematicamente i geni candidati del MA identificati dalle loro analisi computazionali e hanno valutato il loro potenziale per modulare la disfunzione neuronale e le alterazioni cellulari legate al MA, come la neuropatologia o l'accumulo di proteina tau, negli organismi viventi.


"Abbiamo lavorato con moscerini della frutta modello della condizione per valutare se questi geni alterati guidano la disfunzione neuronale portando a menomazioni motorie. È importante che abbiamo anche studiato se invertire l'attività di quei geni alterati avrebbe anche invertito le alterazioni motorie dei moscerini e l'accumulo di proteina tau o amiloide-beta nelle cellule", ha affermato Botas.


Le analisi computazionali hanno rivelato 123 geni candidati di rischio di MA e il team ha confermato che l'espressione di molti di essi è alterata nel MA umano e si correla con l'accumulo di tau o amiloide-beta nelle cellule cerebrali colpite dalla condizione. La valutazione di 60 di questi geni candidati disponibili nei moscerini della frutta ha indicato che 46 di loro modulano la disfunzione neuronale in uno o entrambi i modelli di moscerini.


L'espressione alterata di 18 di questi geni ha previsto l'aumento del rischio di MA nell'uomo. È importante sottolineare che invertire le alterazioni in 11 di questi geni proteggeva i moscerini della frutta dal danno al loro sistema nervoso.


"Nell'elenco dei candidati finali, l'MTCH2 si è presentato in testa negli studi funzionali", ha detto la Stephens. "L'espressione di MTCH2 è sotto regolata nei campioni di cervello di MA umano e ridurre la sua funzione nei moscerini aggrava la disfunzione motoria. È stato molto entusiasmante scoprire che il ripristino dell'espressione di MTCH2 nei moscerini ha invertito la disfunzione motoria e ridotto l'accumulo di tau nelle cellule progenitrici neurali umane in laboratorio".


"I nostri risultati supportano l'ulteriore esplorazione di MTCH2 per scopi terapeutici ed evidenziano il valore di un approccio computazionale e sperimentale combinato per scoprire i principali attori genetici nel MA e in altre condizioni neurodegenerative", ha affermato Botas.

 

 

 


Fonte: Molly Chiu in Baylor College of Medicine (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: MC Stephens, [+11], J Botas. Computational and functional prioritization identifies genes that rescue behavior and reduce tau protein in fly and human cell models of Alzheimer disease. Am J Hum Genet, 2025, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Il cammino può invertire l'invecchiamento del cervello?

2.09.2021 | Esperienze & Opinioni

Il cervello è costituito principalmente da due tipi di sostanze: materia grigia e bianca...

Un segnale precoce di Alzheimer potrebbe salvarti la mente

9.01.2018 | Esperienze & Opinioni

L'Alzheimer è una malattia che ruba più dei tuoi ricordi ... ruba la tua capacità di ese...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

La nostra identità è definita dal nostro carattere morale

24.06.2019 | Esperienze & Opinioni

Ti sei mai chiesto cos'è che ti rende te stesso? Se tutti i tuoi ricordi dovessero svani...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Tre modi per smettere di preoccuparti

29.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Sai di essere una persona apprensiva se ti identifichi con Flounder in La Sirenetta o co...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Allenamento con i pesi protegge il cervello delle persone anziane dalla demenz…

15.04.2025 | Ricerche

Uno studio, condotto presso l'Università di Stato di Campinas (Brasile), ha scoperto che dopo sei...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.